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Senza curarsi del totale scacco
del precedente canto non piaciuto
torno a narrare per il vostro smacco
che voi vorreste fossi cieco e muto.
Ma del giudizio vostro non mi calle
ché non m'avete in spirito feruto.
Alla vostra freddezza faccio spalle
perché non muto antica Musa in nuova
e le vision che narro non son balle.
Non v'è alcun dubbio ch'altri passi mova
verso secondo pane e non tra vento:
non sbigottir, ch'io vincerò la prova!
E se sarà di nuovo altero il mento
(di certo cosa ch'io non cerco e spero)
il mio proponimento non fia spento.
Di qui riparte l'infernal sentiero
perché girammo attorno le seconde
mura, laddove sta Minosse fiero.
Il terror che l'aspetto suo diffonde
significar non si potrebbe a voce
con tutte quelle code che nasconde.
"Dante, perché stavolta non ci nuoce?"
"E che ne so! Più nulla è come avanti...
Minosse stesso par trafitto in croce.
Tutti i custodi cambiaron sembianti
da tua venuta in segno di pietà
perché tu possa risanar lor pianti"
Caronte già si dolse poco fa
contra me per mancanza di lavoro:
orsù che fia a codesto mostro qua?
"Tu passi per meritare l'alloro,
ma non ti cale dell'altrui salute,
tant'è diletto questo tuo tesoro"
"Non son le tue parole giuste e acute
ch'egli non vien da solo, ma seguito,
per risanar l'umana rea vertute"
Al suo parlar prestai pertanto udito:
"Scriss'io la rima nova dell'entrata
che ormai divengo giustizier smarrito.
Punir non m'è più in grado le peccata
perché così sanciron' magistrati"
Quivi si fe' sua faccia corrucciata.
"Non dico d'essere in giustizia armati
neppur di far vendetta al contrappasso,
ma per bonismo sono lor scornati!
Chi nella vita agisce in modo basso
sempre rimane tale o pressappoco
ché di suo greve fatto non fia lasso"
Certo l'ardeva l'infernale fuoco:
"Dev'esser men severo, gran Minosse:
chi non ha mai sbagliato, pover fioco?
Quegli adirato presto si riscosse:
"Sbagliare è umano, infame è perdurare"
la lingua sua forcuta mi percosse.
"Dai liti ameni che ambo bagna il Mare
non giungon quivi né rei, né dannati:
son esse tutte salme a Dio sì care
o qualcun zitto n'ha cambiato i fati?
Vedi che la giustizia è ugual per tutti,
ma certi sono d'altri più uguagliati"
quindi mi mossi verso i carnal frutti.
Tanti ne vidi che non avrei detto
tra uomini, donne, trans, piacenti e brutti
alla ricerca tutti dell'affetto
o di quel dio chiamato godimento,
serio nemico dell'uman diletto.
Amore rima con divertimento
(perché talento d'uom divien codesto)
e non con cuore, fiamma e sentimento.
Piacciavi spirti uscir del calle mesto
e riscoprire dove sta l'amore,
quello verace, dolce e inoltre onesto.
Vidi un di bionde giovinette e more
avvolto (in barba agli anni suoi vetusti)
e le stringeva con grande vigore.
Di certo aveva indubbi e buoni gusti:
né troppo grassa o quindi troppo magra,
graziose bimbe in seducenti busti.
Si divertiva Silvio come in sagra
e quanto il vecchio membro gli tirava,
novo Obelìx col padiglion del viagra.
"Figlie d'amici son" dicendo andava
"faccio regali per la loro festa...
mica ne tengo alcuna al sesso schiava!"
"Pur neghi l'evidenza manifesta?
Tu vecchio e zoppo vai con giovincelle
senza timori per l'infami gesta.
Dovrei stapparti i peli delle ascelle
non solo a te, ma pure a Tiger e Terry
ché non avete onor di dirvi stelle!
Pietà di ciò che dissi Amor v'afferri!
Altrimenti possiate voi finire
trafitti da mortali chiodi e ferri...
V'è alcuna cosa che vorresti dire?"
"Costoro sono gente dispettosa
e non potranno che tristi patire.
Mentre il tuo verso in grembo al fato posa
le memorie d'Amor e di Madonna
e l'immortalità poi abbraccia in sposa.
Di certo la lussuria non l'assonna!" |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Dopo una breve apologia delle mie scelte stilistico- tematiche, riprende il viaggio attraverso il secondo cerchio di Minosse e i lussuriosi: il personaggio mitologico ha perso qualsiasi potere decisionale a causa della mala giustizia e l'Inferno vive nel caos; i lussuriosi infervolano Dante, poeta dell'Amore sublime e casto per Beatrice che viene rassicurato da me, suo fedele ammiratore e discepolo, dell'immortalità del suo sentimento e della sua poesia» |
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Festa delle Donne 2009 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 50 - Anno: 2009
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