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Ci convogliò Caronte all'altra sponda
e ravvisai un avviso molto strano,
laddove vive la pagana fronda:
"Chiuso per sempre da papale mano".
Entrammo e vidi i Magni antichi Spirti
che retti e probi agirono, ma invano.
"Presta attenzione a ciò che sto per dirti:
dannati furono per nulla fede..."
"Scusa signore, ma non riesco a udirti!
Che è questo pianto d'infante (mi crede?
Mi sembra un coro di miser bambini:
chi mai all'Inferno i pargoli pur diede?"
"Non furon questi i voleri divini,
ma decision di nostra teologia
che non discerne uman e Deo confini.
Per più di dieci vite chi perìa
senza battesmo quivi desinava
che nel peccato original morìa"
"Ma l'empio agir d'infante dove stava?"
Dante sua testa scosse sì dubbioso
"Io credea che il Signore tutti amava"
Folle sentir di Pio e Vittor sdegnoso,
perché mai Dio vorrebbe i puri in basso
dove dimora chi tien far rissoso?
Triste e penoso non fu lor trapasso
perché da Dio voluto sì precoce.
Angeli sono in cielo, non star lasso.
Avvenne poi che mi chiamò una voce
ch'era in disparte lungi da me e Dante
e che con sé portava la Sua croce.
Parea soffrir il legno sì pesante
e per tratti del volto e per favella
veniva certo dal suol di levante.
"Non posi orecchio alla lieta novella
e sol per questo giaccio senza fama
tra chi l'ha fatta rea, cattiva e bella!
Avrai capito che fui il Dalai Lama,
sommo eremita tra i seren buddisti
resi bacati dalla gialla brama"
"Per me tu sei gentil tra i novi Cristi,
signor di gran bontà e gran gentilezza
a cui molti cristiani sono tristi"
Follia d'ingegno e smania di vaghezza,
perché mai volle Dio un virtuoso in male
e non beato tra divin fortezza?
La virtù non convien più che si sale
se la salvezza passa per la setta
che di conoscere vagheggia il male.
L'eterna vita in paradiso spetta
a colui che per retto far la merta,
non per bagnata di capoccia in fretta.
Quali ombre fan la fede ricoperta,
di che ignoranza siamo noi soggetti
che l'alta conoscenza abbiam diserta!
Tutti pendiamo dai supremi detti
dell'uomo bianco nei gioielli avvolto
che rivolge per sé i nostri intelletti.
Non pecco di superbia a dire stolto
perché nessun di noi conosce Cristo
prima che sia tra polveri sepolto,
né tantomeno può pensare misto
il suo giudizio al detto del Signore
senza cadere a tutti poi malvisto.
"Non v'è legame in terra il cui onore
Dio possa giusto svincolare in cielo
a Suo piacere e con immenso Amore"
questo mi vidi scritto su di un velo
affisso e svolazzante in sin l'uscita
del primo cerchio tra il rovente e il gelo.
"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita..."
fe' Dante in prefazione d'avventura
e mentre uscimmo fuor del cerchio primo,
vendendo del secondo l'alte mura.
"Tu non sai quanto te e il tuo testo stimo,
mio Dante, tu che sei maestro e guida
nel trarre fuori il lirico dal limo"
"In verità ti dico, qui s'annida
la tua paura e la tua fama magra
perché nessun fiducia al dire affida
troppo vetusto il qual spesso dimagra.
Assumi voci nove anziché mie
e vedrai come diverrà poi sagra.
Non ti serrar l'immense e amene vie
di dolce Musa che sta in più alto loco
dalla qual tutte l'opre nostre uscie.
Se poi saprai tracciar su carta il fuoco
di cui si vede come dentro avvampi
il verseggiare fia un mirabil gioco"
Percorrevamo i desolati campi
ed io pensai alla lezion del maestro
che m'aperse sentieri novi sì ampi.
"Non porre alcuno vincolo al mio estro:
questo dei versi fa miracol puro.
Dante, t'avrò per sempre braccio destro"
"Vedere in gloria il proprio nome è duro
ma non esiste facile e piana via
ché spesso s'ha da valicare un muro.
Quindi sarai settimo in compagnia" |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Nel secondo canto della rivisitazione dantesca, l'azione è concentrata sul significato del limbo: una pura invenzione teologica- scolastica, priva di fondamento biblico, dove vengono ingiustamente collocati i bambini morti senza battesimo (qual è la loro colpa) e i virtuosi non battezzati. Altri temi trattati: le decisioni papali come pensiero divino e il significato della poesia. Scusate la superbia dell'ultima frase, dal sapore decisamente dantesco» |
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Festa delle Donne 2009 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 50 - Anno: 2009
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