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Due metri per un metro e mezzo
una branda, un lavandino, il pisciatoio
nessuna finestra per vedere il cielo
porta elettrica comandata dall'esterno
chiude la cella, quella cella
in cui si desidera solo morire
Hai ucciso e lì devi vivere
confinato su quella magica isola,
un giorno territorio indiano
Ogni mattina devi ricordare a voce alta
le ferree leggi
dopo, puoi chiedere a Dio il perdono
Inviolabili leggi o rinchiuso al buio,
al freddo per giorni, per mesi
C'è chi strappa un bottone
della divisa data dal governo
in dotazione per una vita
Quel bottone per non impazzire
lanciato in aria, poi, carponi
lo cerchi fino a trovarlo
e di nuovo vola il bottone
per ricadere sul gelido pavimento,
e di nuovo carponi lo cerchi
per giorni, per mesi
Hai ucciso, lì devi marcire
condannato all'ergastolo
sulla bellissima rocca
chiuso tra le sbarre
dell'isola di Alcatraz
Non c'è via di fuga
anche se con un cucchiaio
cerchi di scavare un tunnel
fuori, le sentinelle ti uccideranno
Sul volto un sorriso,
ora, sei libero di volare lontano
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«Ho visitato la bellissima isola di Alcatraz e la famosissima prigione. Ho provato a chiudermi dentro una cella di isolamento, penso che se mia figlia non mi avesse aperto la porta in tre secondi sarei impazzita. Nel silenzio più totale e, per come io cerco di vivere ogni situazione, potrei dire di aver \"udito\" i lamenti di coloro che vi sono stati ospitati... La storia del bottone è vera, raccontata da un ex detenuto, così è riuscito a non impazzire»
Commenti di altri autori:
«Non avresti potuto descriverla meglio... sempre la solita maestria accompagnata dalla sempre sensibilità e nobiltà d'animo»
«Stupenda descrizione per un quadrato di sofferenza... Come sempre riesci a cogliere aspetti che passano inosservati ad altri... Il tuo viaggio continua nei versi e ci rendipartecipi del tuo osservare... Molto bella.»
«Ho letto con attenzione più volte i tuoi versi molto molto toccanti... Hai la grande capacità di immergerti completamente nelle cose, la tua sensibilità fuori dal comune esce prepotentemente da questi versi... Davvero colpita»
«Parole forti, taglienti, che ben descrivono l'angoscia e l'alienazione di una cella. Poesia molto toccante, grande spunto di riflessione su un tema così complesso. per non essere caduta nella banalità Molto piaciuta»
«E' certo terribile vivere con l'angoscia di non ''uscire più'' per espiare le proprie colpe ma almeno questa si chiama certezza della pena fino in fondo. Cruda e tragica questa tua ma certamente molto attuale.»
«Una poesia molto dura, sulla vita in carcere, nell'attesa di un'esecuzione. l'america, che si dice paese democratico per eccellenza, non dovrebbe ammettere la pena di morte. ma tant'è... poesia molto apprezzata.»
«Una composizione davvero encomiabile, durissima ma strutturalmente di indubbia bravura, dove l'autrice, riesce a mettere a nudo le sue riflessioni sulla terribile condizione di un ergastolano!»
«Versi molto toccanti e incisivi nella loro cruda e reale descrizione di Alcatraz.
Ammirevole la sensibilità della nostra poetessa che con la maestria di sempre riesce a mettere in luce le sofferenze e l'angoscia dei più deboli e degli emarginati.
Una poesia di rilievo per la sua profonda umanità. Sublime, conservo.»
«Provare ad immergersi nelle sensazioni e nel vissuto di prigionieri... Una poesia toccante e vissuta con partecipazione mentre la leggevo ... Bella e apprezzata»
«Traspare una crudezza nei versi, un realismo ispirato dal tema trattato: la cella, la branda, una prigione asfissiante che condanna alla morte senza via di scampo. La libertà è annullata in ogni aspetto così come la dignità dell'uomo. Una logica della crudeltà che non concede nessuna forma di pietà. Versi di profonda umanità e sentita riflessione sul valore della vita.»
«Credo che molto meglio dell'uomo del bottone abbia fatto Robert Stroud, pluriomicida condannato a morte la cui pena fu trasformata in ergastolo. Iniziò col salvare un uccellino che si era afferrato alla grata della cella, divenne un grande ornitologo riconosciuto ed affermato scrivendo diversi libri in tema. La nostra Rosy è quasi impazzita in pochi secondi, l'uomo d'alcatraz si è redento, dando significato alla propria vita scellerata.»
«Conosco la storia di Stroud, ho vosto il film tante volte, film stupendo, io però farei una distinzione tra i poveri cristi messo dentro perché non hanno santi in paradiso, ed invece chi ha commesso crimini orrendi, è ovvio che la poesia parla e affronta la teribile sensazione dell'esssere umano chiuso in quella cella, si respira il senso di soffocamento, il freddo delle pareti, della pietra, poesia come dice Rita encomiabile, come spesso ti capita, dar voce a chi spesso si dimentica, poesia che dimostra anvcora ua volta una grande attenzione per personaggi temi e situazioni abbandonate, comunquè per sentirsi ad alcatraz, non è necessario varcare quel portone, spesso siamo noi a finire in cella senza che ce ne accorgiamo... bellissima!»
«Coda dire che non sia giá stato scritto su Alcatraz... una poesia... forse nessuno ci aveva ancora pensato, tu ne hai fatto una poesia vera, e l'hai descritta in modo cosí toccante da brividi, cara Rosy. La conservo accuratamente tra le piú belle.»
«sono dello stesso parere di Fabrizio anche se non è per me piacevole ammetterlo... ma quando si parla di dignità di un assassino o di un pluriomicida mi sorge spontanea una domanda: ma dov'era tutta la sua dignità mentre sgozzava come un agnello un suo simile trattandolo da animale e ledendo tutta la sua dignità di essere umano? la poesia è bellissima, ma la mia domanda non trova risposta...»
«Il poeta è colui che ha la dote di infondere violentemente in te i sentimenti e le sensazioni riportate nella sua opera. Bè il senso di angoscia, di alienazione, di crudeltà, ma anche la sensibilità della grande artista, si infiltra nei miei pensieri con una violenza distruttiva. Piaciuta infinitamente.»
«quello che hai descrito è realtà, ma non mi fa pena quest'uomo che per far passare il tempo, prende il suo bottone e lo getta in aria, poteva trovare meglio occupazione, e del suo pentimento che dire, nulla cancella quello che scelleratamente ha fatto, meno male che esistono i penitenziari, se non ci faremo giustizia da soli, la poesia è molto bella, ma non condivido che si pianga un assassino...»
«Una descrizione meticolosa, reale, cruda ed incisiva come uno scalpello che fende l'anima sin nel profondo. Versi che smuovono le coscienze e inducono a serie riflessioni. Di gran pregio!»
Cristalli nel vento Autrici del sito Scrivere Una raccolta di poesie è talvolta cosa stucchevole se non sorretta da un’idea che dia coerenza a un “canovaccio”, una sorta di filo di Arianna che conduca il lettore alla scoperta di un significato d’assieme. In verità un’idea in questa pubblicazione c’è ed è “forte”: sedici poetesse, dotate di spiccato lirismo e felicemente ispirate, cantano la vita attraverso le sfaccettature di uno smeriglio di cristallo. Cristalli nel vento, è l’opportuno titolo dell’opera, e son davvero puri petali di cristallo queste liriche, petali da strappare uno per uno.