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Lo spazio nell'invisibile

Amore

Sempre insieme, le risate, i viaggi, le scorribande nel territorio alla ricerca di emozioni. Così era sempre stato con il mio amico Marco, tutti e due una cosa sola!

Poi ognuno di noi si fidanzò e ci perdemmo di vista per tanto tempo. La mia donna era del mio paese invece Marco era fidanzato con una ragazza di Beirut che aveva conosciuto a Parigi durante il suo soggiorno di studio.

Insomma io e Marco non ci siamo visti più per una decina d’anni ed esattamente sino a quando la mia azienda non decise di investire nell’agroalimentare. Avevamo acquisito un’opzione per la commercializzazione del grano duro del Salento leccese che doveva servire alla produzione di una pasta per palati raffinati. Io fui mandato a prendere contatti con il Pastificio Grano del Salento leccese e li trovai Marco che aveva assunto il ruolo di Direttore.

Fui attratto dal campo di grano che circondava l’opificio, al centro c’era qualcosa che non vedevo da anni: uno spaventapasseri.

Che bello difendersi da chi ti ruba i semi di grano senza utilizzare il fucile, senza l’ombra della violenza! Già! Lo spaventapasseri realizza di allontanare gli uccelli solo attraverso la sua presenza che agisce allontanando chi vuole prendersi ciò che non è suo!

Marco mi disse delle caratteristiche che doveva avere il grano duro che il suo pastificio doveva acquistare, io gli proposi di venire con me a prendere visione dei campi di grano della mia azienda e fu così che per discutere dei particolari mi invitò a casa sua per la cena dicendomi che sua moglie Patrizia sarebbe stata ben lieta di averci a casa.

Avevo visto Patrizia una sola volta, anni prima alla stazione di Lecce, dove lei doveva prendere il treno per Roma alla volta dell’aeroporto. Mi tese la mano piccola e mi disse sorridendo “piacere Patrizia”. Mi sembrò una donna come tante altre, non ci fu nulla che me la fece rimanere impressa. Dissi a Marco che potevamo andare a cena all’Agriturismo “Masseria Stali” a Caprarica di Lecce senza disturbare sua moglie impegnandola in “fatiche inenarrabili”.

Alle 20.00 ero alla Masseria Stali ad aspettarli ed ecco arrivare Marco con una donna piccola, con le gambe storte. Patrizia ha un seno piccolo e dei grandi fianchi ma sorrideva tenendo in braccio Francesco il suo cucciolo di 2 anni.

Mi venne in mente un proverbio delle mie parti:

“Se l'amicu tou te 'mmoscia 'nu forestieru, quiddhru è amicu puru tou; se lu furestieru se 'mmoscia sulu, sempre forestieru ete” che significa "Se l’amico tuo ti presenta un forestiero, quello è tuo amico; se il forestiero si presenta da solo allora è solo un forestiero".

Marco mi ha presentato Patrizia ed è stato allora che lei mi è divenuta familiare. Come se ci fosse stato in quell’istante un incantesimo che mi faceva vedere con altri occhi Patrizia e nello stesso tempo mi rendeva consapevole che anche a lei era successa la stessa cosa.

Nulla di ciò che stava accadendo era noto a Marco, solo io e lei lo sapevamo, eravamo consapevoli senza dirci nulla perché ciò che stava accadendo era tutto “nell’invisibile” a cui solo i nostri sguardi riuscivano ad accedere.

Il vino entra dalla bocca, e l'amore entra dagli occhi. E' tutto quello che sapremo prima di invecchiare e morire Alzo il bicchiere alla bocca, guardo te e sorrido. (W. B. Yeats)

E quanto sorridevamo io e Patrizia, un’allegria contagiosa per tutti gli ospiti della Masseria Stali, ridevano e si divertivano esattamente come accadeva a me e a lei.

Poteva precipitare tutto da un’istante all’altro perché stavo per planare con lo sguardo e con il corpo verso una preda che non era mia. Ed ecco che arrivò Simonetta, la proprietaria della Masseria che si sedette con noi per fare gli onori di casa.

Sorrideva mentre raccontava di suo marito Vito che proprio una sera come quella che stavamo vivendo rideva contagiando tutti. Simonetta ci riferì che lei e suo marito Vito erano in compagnia della sua amica Giovanna con la quale stavano predisponendo una forma di collaborazione. Giovanna aveva messo su un Museo della Civiltà contadina che poteva essere meta degli ospiti di Vito e Simonetta.

Fu in quell’istante che chiesi a Simonetta di conoscere suo marito Vito e sempre nello stesso istante Simonetta s’intristì e con una espressione che rappresentava tutto il suo dolore mi disse che Vito ora viveva con Giovanna e lei era rimasta sola con il loro figlioletto Andrea.

Salutai Simonetta e la cena volse alla fine quando salutai anche Patrizia e Marco. Senza violenza io e Patrizia non ci incontrammo mai più, la vicenda raccontata da Simonetta aveva funzionato con me come lo spaventapasseri con gli uccelli.

In cuor mio ogni giorno ringrazio Simonetta che sono certo avesse intuito quello che stava accadendo. Perché solo chi ha avuto un’esperienza può comprendere quella analoga degli altri e può intuirne prima le traiettrie e gli sviluppi e forse anche l'epilogo.

Ancora oggi chiedo perdono a Marco e a Patrizia per aver violato uno spazio nell’invisibile che apparteneva solo a loro.


Antonio Bruno 11/08/2011 18:13 878

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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