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Gli occhiali del gatto

Fantasy

Tra scaffali e libri di una vecchia soffitta viveva un vecchio gatto grigio dimenticato lassù molti anni prima dalla vecchia padrona di casa, che nel frattempo era morta e sepolta.

Il gatto era sempre solo e triste, leggeva tutta la notte sfogliando i libri con l’unghiolo della zampa, che era diventato molto lungo. Teneva invece nell’altra un bastocino con su un paio di occhiali tondi che avvicinava e allontanava all’occorrenza.

Durante il giorno se ne stava a dormicchiare di fronte alla finestra dell’abbaino acchiappando di tanto in tanto qualche uccellino che si posava vicino alla piccola feritoia del vetro socchiuso .

Sia chiaro, la bestia poteva uscire ed entrare comodamente ma preferiva restarsene solo tra i suoi libri cercando una risposta ai suoi dubbi che, stranamente , invece che svanire, aumentavano sempre più così che più leggeva e si informava più veniva assalito da curiosità inspiegabili. Così col passare degli anni la paura di affrontare nel mondo le sue perplessità lo aveva sempre più isolato e affamato di sapere . Aveva studiato manuali, e trattati, e romanzi e avventure, si era immedesimato in ogni personaggio, aveva vissuto mille vite , ma non era mai sazio.

Una sera di maggio, quando nell’aria c’è un profumo dolciastro di fiori bianchi o viola , dall’abbaino ruzzolò un bel gatto rosso, tutto arruffato e bagnaticcio. Starnutendo infreddolito si accasciò in un angolo polveroso della soffitta tremando.

“Chi sei?” Balbettò impaurito il gatto grigio, avvicinando e allontanando i suoi occhiali.

“ho freddo…aiuto, mi hanno buttato nel canale”

“Bah bah…chi eeee…chi ti avrebbe buttato nel canale?” bofonchiò il gatto grigio facendosi un po’ più vicino.

“eheh….” Ridacchiò il giovane gatto rosso “quelli più vecchi…”

Il vecchio gatto grigio porse una coperta all’ospite inatteso. Sentiva un nuovo tipo di curiosità, diverso dalle certezze dei libri.

“Racconta racconta”

“Dai nonno lo sai meglio di me….gattine, lotta …non lon senti il profumo nell’aria?”

“Profumo?”

Chiese sbigottito il vecchio felino. E si precipitò tra i suoi libri e le sue scartoffie a cercare profumo…..

“Non capisco…non c’è profumo in gattine e gatto nel canale, neanche quelli più vecchi mi dice niente…sai forse cose che non ci sono sui miei libri?”

“libri? Ma io parlo di corse nei giardini , e caccia alle lucertole e giramento di testa al profumo della primavera e alle canzoni delle gattine innamorate…parlo di lotte per la conquista dell’amore….ma davvero nonnetto non ne sai niente?”

“non ricordo….forse tanto tempo fa , quando c’era la vecchia ma è passato …”

“Sei pieno di polvere nonno e le tue unghie sono lunghe e deboli…ormai vedi poco e cammini a stento…da quanto sei chiuso quassù?”

“Non permetterti giovinastro … guarda che la mia cultura e il mio sapere ti dovrebbero far riflettere e … dovresti portar rispetto … ”

“Certo che ti rispetto, ci mancherebbe … ma la mia è più che altro compassione”

Il gatto rosso se ne stava ormai bello riscaldato nel suo cantuccio a far fusa e lisciarsi il pelo ormai asciutto, mentre il gatto grigio aveva acceso il lumino della sua scrivania cercando nei suoi libri la parola: “ vecchio” …. e c’era molto da leggere.

Il gatto rosso continuò a parlare

“Ti compatisco perché hai perso il tuo tempo a cercar verità negli scritti degli altri, dimenticando il mondo e te stesso, dimenticando che niente può essere scritto se non viene vissuto e non si può vivere in un racconto senza vivere la propria esistenza. Hai perso il sapore degli anni migliori e adesso che dovresti scrivere quei libri che stai leggendo, rimpiangi il tempo perso…”

“Bada…. Sei tu che perdi tempo a correr dietro alle gattine quando potresti studiare cose molto interessanti…”

“Sarà…ma in questa soffitta non si sentono gli odori e non si vedono i colori della primavera ne’ si sentono gli uccelli sugli alberi. “

E il giovane gatto rosso con una zampa spalancò la finestra dell’abbaino illuminando d’un bel sole caldo e risciacquando l’aria della soffitta d’una brezza gentile.

Il gatto grigio si riparò gli occhi con la zampa ma le pupille si restrinsero repentinamente e una luce accecante lo lasciò un attimo stordito, il risveglio soltanto col profumo che aveva sentito leggero leggero nei suoi sonnellini. Ora gli apriva i polmoni e lo scuoteva come mai niente nelle sue letture aveva fatto.

Seguì il gatto rosso goffamente sul tetto, poi tenendosi saldo con le unghie scivolò con un tonfo giù per la grondaia, fino al giardino.

Toccò l’erba con le zampe e sentì il profumo della terra bagnata, si rotolò su un cespuglio, contemplò i fiori e le piante che aveva visto sui suoi libri e che non riconosceva. Soltanto il gusto e il tatto e l’olfatto avevano risvegliato nel vecchio felino l’istinto perduto e in un attimo perse di vista il gatto rosso che si era fermato a chiacchierar con una soriana …

Camminò verso la boscaglia e nessuno ne seppe più niente. Qualcuno però giura che in una soffitta di una casa sperduta c’è un abbaino aperto , sugli scaffali nella stanza stanno molti libri e , su una piccola scrivania di legno, c’è un lumino acceso e un piccolo paio di occhiali tondi , attaccati ad un bastoncino.


Marco Zuffo 09/04/2011 11:01 1 1168

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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«E' davvero un bel racconto, che usa il mondo dei gatti (quali animali sono più saggi e "filosofi" di questi felini?) forse come metafora di quello umano. L'intensità del dialogo tra le due bestiole raggiunge, a tratti, quella presente nel "Gatto e la gabbianella" di Sepulveda.»
Antonio Terracciano

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