Vivere da solo era il mio sogno. Senza nessuno intorno che ti dica cosa devi fare o non fare, come ti devi vestire, cosa devi mangiare, e non solo! Sentirsi dire tutto il giorno: togli i piedi dal tavolino, non fare briciole sul divano, non passare di qua che c’è ancora bagnato, e mille cose ancora.
Io non ne potevo proprio più, e una mattina che mi alzai col cognome storto, feci le valigie, scrissi una breve nota a mia madre spiegandole i motivi della mia decisione, e senza fare rumore perche fra parentesi erano le cinque del mattino, me ne andai e quando chiusi la porta dietro di me, tirai un sospiro di sollievo.
Si, lo so, avevo sicuramente dato un dispiacere a mia madre, ma scommetto l’ osso del collo che le mie care sorelline ora stavano facendo salti di gioia. Mio padre invece, come sempre, avrebbe brontolato dicendo: "Lasciatelo fare! quando gli saranno finiti quei quattro centesimi che ha in tasca, tornerà a casa con la coda tra le gambe!"
Quello che mio padre non immaginava, è che il mio orgoglio non mi avrebbe permesso mai di fare una cosa simile! avevo 20 anni, non avevo voluto studiare, verissimo, ma non mi ero mai tirato indietro davanti ai vari lavori che dovevo fare. Una cosa la devo ammettere però, non sopportavo che nessuno mi mettesse i piedi in testa o che si mostrasse prepotente con me, perche il giorno dopo non mi avrebbe visto più...
Affittai una cameretta molto modesta in un quartiere che lasciava molto a desiderare, ma mi dicevo che appena avessi un lavoro in mano avrei cercato un posto migliore. Dopo aver pagato una settimana di anticipo come voleva la signora Elvira, me ne andai subito a comprare il giornale. Poi entrai in un bar, ordinai un cornetto ed un caffè e mi misi all’ opera guardando attentamente tutte le offerte di lavoro.
Purtroppo non trovai niente di interessante, chiusi il giornale, pagai la consumazione e uscii respirando a pieni polmoni l’ aria fresca del mattino, camminando e guardandomi in giro vidi una ragazza che puliva la vetrina di un negozio di fiori. Molto carina, devo dire, e un po’ per prendere una scusa, un po’ perchè pensai che mi poteva aiutare, bussai contro il vetro e feci un movimento con la mano per indicarle di avvicinarsi.
Lei subito mi sorrise, e lasciando la vetrina si mise sulla soglia d’ entrata del negozio:
-"Desidera? disse con voce gradevole.
_"Mi scusi se la disturbo, ma sto cercando lavoro, e non so perchè ho pensato che lei mi potrebbe aiutare".
- "Come ha fatto a indovinare? In effetti, la padrona del negozio mi aveva chiesto se conoscevo qualcuno che avesse una moto per portare dei fiori a domicilio... anche se, vedo che lei va a piedi.."
_"Ah si! Ho visto che c’ era un bellissimo sole e ho pensato di fare un giro a piedi, così lasciai la moto a casa..."
"Bene, allora le interessa questo lavoro? La padroma adesso non c’è, ma dovrebbe arrivare verso le dieci, se vuole parlare con lei.
"Mi potrebbe dare il numero di telefono del negozio, sa, non si sa mai..."
Incredibile! passeggiando avevo trovato lavoro! C’ era solo un piccolo problema, dove sarei andato a trovare una moto?
(Continua)
(continua)