E poi capita che, mentre ti affanni per capire dove hai sbagliato, mentre cerchi di dare un senso a quel che senso non ha, mentre cerchi di gestire il tuo corpo che cambia, che soffre, che urla... accade qualcosa...
Si, tutto cambia, lo sappiamo e sappiamo di doverlo accettare; non ci sono più le mezze stagioni, la frutta non ha più il sapore di un tempo, gli amici non sono più quelli di una volta, diventi grande, ma capisci sempre meno come funziona il mondo.
Credevi che saresti riuscita a trovare il bandolo della matassa, il senso della vita, invece ti arrabatti a superare giorni sempre uguali e sempre incasinati, rimandi quel che vorresti fare come per garantirti un'immortalità, come per credere che, se questa cosa non l'hai ancora fatta, ci sarà il tempo in cui potrai farla.
E la vita, bastarda, ti spara “ l'Imprevisto”!
Non importa quale, ma ti costringe a rivedere tutto, a rimetterti in gioco, rivalutare le priorità, a cercare un nuovo senso.
Ma devi fare i conti con quel che hai già fatto, con quel che orgogliosamente avevi costruito e, spesso, a ridimensionarlo accorgendoti che, se sei giunta a questo bivio, è perché hai camminato lungo questa strada.
Robert Lee Frost disse: “In tre parole posso riassumere tutto quello che ho imparato sulla vita: si va avanti.”
Così ti fermi un attimo, prendi un bel respiro, e vai avanti.
Ti trovi ad affrontare nuove difficoltà che si sommano a quelle che già avevi, a vedere con occhi diversi quello che prima guardavi e non vedevi, a cercare priorità che facciano la differenza, a sommare disinganno su disinganno.
Il mio Imprevisto si chiama Cancro e ti porta ad affrontare mille battaglie, a combattere contro intoppi e problemi che non avresti mai immaginato di trovare, a vedere chi ti sta intorno trasformarsi, nel bene o nel male, amici e parenti che non si fanno più vivi o estranei che entrano in empatia, ma la cosa peggiore sei tu che cambi.
La malattia e le “ terapie” ti cambiano e non riesci più a riconoscerti fisicamente e psicologicamente.
Quando sono gli altri a cambiare ci resti male, ma, se cambi tu, il gioco si fa duro.
Sono preparata al cambiamento, nella mia vita ogni sette anni tutto si rivoluzionava, ogni volta dovevo ricominciare da capo, ma, se non puoi fare affidamento sul tuo corpo e sulla tua mente, allora è il panico!
Ma francamente non era di questo che volevo parlare; il “ poi” a cui mi riferivo va oltre questa riflessione.
Desideravo parlare di una persona che avevo incontrato qualche tempo fa, una donna con un delicato sorriso, garbata e attenta al prossimo, con un'umiltà e una gentilezza d'altri tempi, scrittrice, ma mai parlammo del suo scrivere, io distratta e non troppo loquace, persa nei pensieri del nuovo cambiamento di rotta, lei attenta e precisa nel trovare le giuste parole per complimentarsi con me per i miei scritti e quando venne a sapere dei miei problemi di salute vidi nel suo sguardo la profonda empatia delle anime grandi.
Quando ci lasciammo pensai che sarebbe stata una splendida amica e con il tempo il nostro rapporto avrebbe potuto consolidarsi.
Io partii e rimanemmo in contatto tramite mail, poi, e questo è il poi di cui volevo parlare, poi mi giunse come un fulmine a ciel sereno la notizia della sua morte.
Inaspettata, violenta, travolgente, devastante... un incidete e tutto era finito!
Tutta la sua meraviglia, tutti i suoi sogni, tutta la sua vita e tutta la mia speranza in una amicizia seminata, appena germogliata, mai fiorita.
E devastanti le mille domande per un destino bastardo e così assurdo da mettere in pericolo la mia vita mentre distrugge senza preavviso la sua.
Mi sono chiesta: perché?
Perché lei e non io?
Perché spezzare una vita così preziosa in crescere?
Perché non io che mi sentivo più preparata, mentre lei ancora aveva tanta strada da percorrere?
Domande che continuano a devastarmi, mentre il suo sorriso e i suoi occhi diretti all'anima ancora mi bruciano dentro.