Quel giorno, nel piccolo paesino di montagna c’ era gran fermento. Tutto era stato organizzato per l’ arrivo di Don Filippo, che secondo le chiacchiere delle solite pettegole veniva da Milano, e già incominciavano a fare delle supposizioni su di lui, senza averlo mai incontrato prima...
Il povero Don Nicola era passato a miglior vita alla veneranda età di 93 anni, e anche se a tutti era dispiaciuta la sua scomparsa, l’ idea di avere un parroco giovanissimo, appena uscito dal seminario, proveniente da Milano, non era cosa da poco!
La Banda provava per l’ ennesima volta una nuova marcia in un angolo della piazza, mentre delle graziose bimbe vestite tutte di rosa, reggevano un cestino pieno de petali di fiori per spargerli al suo arrivo. La chiesa era stata tirata a lucido e Marta era già all’ organo che suonava qualcosa.
Finalmente tutti i presenti videro arrivare una 500 guidata da un bel giovane dai capelli nerissimi, gli occhi erano coperti da occhiali scuri, e la sua bocca sorridente mostrava dei denti perfetti e bianchissimi. Appena scese dalla macchina, indossando una bella maglietta grigio e jeans molto attillati, Pasqualino corse per aiutarlo a scaricare le valigie e due scatoloni pieni di libri.
Corsero vicino a lui anche le tre donne anziane che lo stavano aspettando, che vollero subito presentarsi con fare orgoglioso: Io sono Carmelina! Quella che tiene tutto in ordine e pulito qui in chiesa....Io sono Concetta, l’ incaricata di raccogliere la questua ogni domenica e dopo averla contata, la consegno a lei per andarla a depositare, infine rimaneva Eulalia, la cuoca, doveva servire i tre pasti a Don Filippo e, quando c’ erano delle Occasioni importanti, rimanevano a pranzo anche il Vescovo, il segretario e vice vescovo!
Don Filippo fece un grosso respiro, per sentire meglio il profumo gradevole dei pini, si guardò intorno, entrò in chiesa e dirigendosi verso l’ altare fece una lunga pausa inginocchiandosi a pregare. Marta incominciò a suonare l’ Avemaria di Schubert, e l’ atmosfera diventò molto suggestiva...
La mattina successiva, Don Filippo si alzò prestissimo, e come un giovane qualunque, vestito con una tuta nera e scarpe da ginnastica, uscì a correre per quelle stradine strette, piene di curve con pini da ambo i lati e con un paesaggio da favola. Ringraziò il Signore per avergli fatto quel bellissimo dono e giurò solennemente di non tradirlo mai...
La gente del paese era molto contenta delle capacità organizzative e religiose di Don Filippo, era un sacerdote molto attivo, coinvolgeva tutti quanti, ognuno secondo le proprie conoscenze, a collaborare nelle diverse attività della parrocchia.
Conosceva anche la musica e, assieme a Marta che suonava l’ organo della chiesa, preparavano ogni settimana le canzoni religiose più adatte secondo la ricorrenza.
Questo lavoro in particolare, assorbiva molto tempo a Don Filippo, che desiderava che tutto fosse perfetto. Marta, dal canto suo, era incantata dalla dolcezza del sacerdote, dalle sue doti e si, anche dalla sua bellezza fisica. Ogni mattina al risveglio, il suo primo pensiero era lui, e non poteva tenere a bada il suo cuore che aumentava pericolosamente i suoi battiti ogni volta che lo vedeva.
A volte, mentre lui girava la pagina dello spartito, sfiorava senza volerlo il suo braccio, e un brivido la percorreva dalla testa ai piedi. Per fortuna Don Filippo era tanto concentrato in quello che faceva che non se ne accorgeva mai.
Marta però capiva perfettamente quello che le stava succedendo, capiva che doveva fare subito qualcosa per evitare che la situazione le sfuggisse di mano, ma non faceva nulla, anzi, c’ erano giorni che rimaneva imbambolata a guardarlo, era impossibile che Don Filippo non se ne accorgesse.
Fu proprio per questo motivo, che un giorno lui le disse che doveva continuare da sola, che ormai aveva imparato le canzoni che doveva suonare e che lui stava trascurando molte cose della parrocchia... Ma queste cose gliele disse senza guardarla negli occhi, e Marta capì che era turbato anche lui...
Marta non cercò mai di parlare col sacerdote ma quattro giorni prima della Pasqua Don Filippo, dopo la messa, disse che ci sarebbero state le confessioni il giorno seguente. Sarebbero venuti altri sacerdoti, di altre parrocchie, così ognuno poteva scegliere con chi confessarsi. Ma se qualcuno avesse voluto confessarsi con lui, poteva farlo perché sarebbe rimasto sempre nella sacrestia.
Marta pensò che era bene confessarsi, ma non con lui!Sarebbe sprofondata dalla vergogna...
Il giorno dopo, entrando in chiesa, si sentiva a disagio, non sarebbe stata una cosa facile da dire a nessuno, ma doveva togliersi quel peso dal cuore...
Dentro alla sua testa, Marta aveva deciso di confessarsi con uno dei sacerdoti chiamati da Don Filippo per aiutarlo con le confessioni, appunto, ma inspiegabilmente, le gambe di Marta si diressero verso la sacrestia.
Bussò alla porta e sentì la voce di Don Ftlippo che rispose "Avanti". Marta credette di svenire dall’ emozione, ma come era possibile che lei andasse a confessarsi proprio da "lui"?
Don Filippo dopo averla salutata la fece sedere nella poltroncina di fronte alla sua scrivania, e con voce bassa disse: "Sei venuta a confessarti, immagino" "Si, si, certo" rispose lei con un filo di voce.
Dopo aver detto le preghiere abituali Don Filippo la guardò, aspettando che lei parlasse, però Marta era rimasta muta, come pietrificata dalla vergogna: Come poteva dirgli che era lì per confessare che si era innamorata di lui?
Don Filippo allora le disse che non doveva avere nessun timore, lui rapressentava in quel momento al Signore, disposto a capire e perdonare...
Ma le parole di Don Filippo, invece di calmarla la angosciarono ancora di più. e senza dire mezza parola si alzò e in un lampo aprii la porta della sacrestia e se ne andò lasciando il sacerdote completamente basito. Nei giorni che seguirono Marta non si fece vedere da nessuno. Sua madre preoccuppata la esortava ad andare a messa, era il giorno di Pasqua e le campane suonavano a festa per la risurrezione di Gesù, però Marta le disse che aveva un fortissimo mal di testa e che non sarebbe uscita.
Quella situazione non poteva andare avanti così, quanto tempo avrebbe dovuto rimanere nascosta? In fin dei conti non aveva ammazzato nessuno, mica poteva comandare al suo cuore lei! Sapeva già cosa avrebbe fatto, sarebbe andata da Don Filippo in un momento apropriato e le avrebbe detto tutto. Era sicura che sarebbe finito tutto in una risata...
Ma come si sbagliava! Quando Don Filippo l’ ebbe ascoltata, le disse di non preoccuparsi, avrebbe chiesto al Vescovo di essere trasferito altrove, era assolutamente necessario perché...e con una voce che lei non conosceva le disse: "Anch’ io ti amo, ma il nostro amore, lo sai bene anche tu, è impossibile... io non tradirò mal il voto che ho fatto al Signore".
Don Filippo era bianco come la parete che aveva di fronte. Era nello studio del vescovo e aspettava con impazienza la sua risposta, che non arrivava mai... Lui si alzò in piedi, e incominciò a camminare avanti e indietro senza parlare. Poi, finalmente le sue parole suonarono come una condanna per il giovane sacerdote:
-Vedi ragazzo mio, se io ti mando via da qui, è molto probabile che il tuo pensiero voli continuamente da questa ragazza, e che il tuo interesse per lei aumenti e ti porti a compiere cose mal fatte. Invece, affrontando la sua presenza e convincendoti da solo che si tratta di una semplice infatuazione, e aumentando moltissimo le tue preghiere chiedendo l’ aiuto del Signore, si scioglierà tutto come neve al sole, e tu ne uscirai più forte e sicuro di prima."
Don Filippo tornò nella sua parrocchia molto preoccupato, per niente contento della decisione del vescovo, e non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo rivedendo Marta. Ma capiva che doveva mettercela tutta se voleva risolvere quel pasticcio.
Quella mattinata trascorse apparentemente tranquilla. Don Filippo si mise anima e corpo a sistemare tutti i libri che aveva portato e che erano ancora dentro ad una grossa scatola. Non aveva visto per niente la ragazza e questo le diede un senso di pace. Ma aveva fatto male i conti, perchè di li a poco apparve Marta, che con una voce tristissima gli disse subito che se ne sarebbe andata a studiare a Milano, e che sarebbe tornata solo dopo essersi laureata in medicina ed essersi specializzata in pediatria, perchè quello era stato sempre il suo sogno.
Don Filippo l’ascoltò con gli occhi lucidi, si avvicinò a lei e le posò le labra sopra le sue con un bacio castissimo, e le disse: "Grazie amore".