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La mia vita cambiata

Dramma

Tutti i giorni la stessa storia: la sveglia che suona alle sei, la doccia, una sbirciata fuori dalla finestra per vedere che tempo fa e scegliere l’ eventuale abbigliamento da mettermi, la colazione che comprende un succo d’ arancia, con dentro fiocchi d’ avena, qualche biscottino dolce mentre finisco di riordinare in cucina, un’ ultima guardata allo specchio, prendo le chiavi della macchina, gli occhiali da sole e... la mascherina!

Si, purtroppo questa mascherina bisogna portarla per forza, altrimenti ti possono fare una bella multa. Mi dà fastidio, perché mentre guido, i miei occhiali si appannano col respiro, me la tolgo, sono sola in macchina, che bisogno c’è? Arrivo davanti alla scuola, parcheggio e mi rimetto subito la mascherina, quando entro la prima persona che vedo è Vittoria, la bidella della scuola in lacrime... le chiedo subito cos’ abbia, perché piange così, e lei, in mezzo ai singhiozzi mi risponde che hanno portato via Manuele, un ragazzo della prima media, con una ambulanza, scottava per la febbre, una brutta tosse lo scuoteva tutto, e diceva che si sentiva molto male.

Dio mio, questi sono i sintomi del covid, e poi, se fosse stato colpito dal maledetto virus, tutta la sua classe è in pericolo ora, avrebbero chiuso la scuola! Tutti avremmo dovuto fare il tampone per verificare se anche noi eravamo contagiati! Ci aspetta comunque una quarantena chiusi in casa...

Povero Manuele, chissà come starà? Pensavo di andare all’ ospedale, ma ho scartato subito questa idea, non mi avrebbero permesso nemmeno di vederlo! Comunque tentai di fare una telefonata per avere qualche notizia, ma invano. Ecco, pensai, stiamo vivendo come in un incubo, forse nemmeno i suoi genitori sono riusciti a vederlo!!!

Le cose stanno prendendo una brutta piega, è già passato un anno di chiusura e di lock down, l’ economia del paese è pessima, i negozi chiusi, le attività sospese, l’ industria ferma, tutti insomma si lamentano che non si può più andare avanti così. Ma non è facile, la gente continua a morire e non sono pochi... Le notizie in TV sono veramente allarmanti, ora in giro ci sono anche le varianti del Covid, quella inglese, quella africana e anche brasiliana. Sono incominciate le vaccinazioni in tutta Italia e naturalmente prima è toccato ai medici, infermiere, e tutti quelli che lavorano negli ospedali. Sembra tutto ben organizzato, ma io mi domando con molta apprensione, se le varianti del virus saranno sensibili a questo vaccino, oppure dovremo ricominciare tutto da capo. Inutile negarlo, ho paura, per tutte le conseguenze che questo essere schifoso sta causando, e non si può scappare da nessuna parte, questa pandemia, se vivremo, ce la ricorderemo per sempre!!

La mattina seguente del ricovero di Manuele, come avevo previsto, la scuola dovette chiudere i suoi cancelli, purtroppo il bambino non sta bene per niente, e temiamo tutti per la sua vita. Io mi sento a pezzi, la mia vita è completamente cambiata. Tutte le mie abitudini sono cambiate, per forza! qualche volta do lezione ai miei alunni "on line", ma non è assolutamente la stessa cosa, come andremo a finire? mi domando continuamente.

L’ indomani, dopo aver finito la lezione con i miei ragazzi, decido di andare al supermercato, non ho più niente nel frigo, e anche se sono consapevole del pericolo di contagio, mi metto la mascherina e vado. Sono solo le ore 14 e il supermercato a quest’ ora è quasi vuoto. C’è un ragazzo alto, capelli neri e occhi stupendi, anche lui con la sua mascherina che guarda la verdura esposta. Anch’ io sono molto vicino a lui, e facendo finta di cercare qualcosa, senza che lui mi veda, lo guardo con la coda dell’ occhio. Sta mettendo nel suo carrello due patate, due carote, una mela e due banane. Menomale che posso sorridere tranquillamente, (la mascherina questa volta è mia complice!) mi chiedo cosa avrebbe fatto con quella misera quantità di cibo. Forse viveva solo e non aveva idea di come si facesse la spesa, in momenti così difficili poi! Mi fa tanta tenerezza, mi avvicino col mio carrello e gli dico: "Scusi la mia intromissione, vorrei solo aiutarla, è sicuro che quello che ha preso le basterà per una settimana?"Lui spalancò i suoi bellissimi occhi e mi rispose che lui mangiava poco e che sarebbe ritornato il giorno dopo se fosse stato necessario. Io, testarda insisto: "Ma guardi che lo dico per il suo bene, con questa pandemia in giro, non le conviene venire a fare la spesa tutti i giorni...""Già! la pandemia! e lei crede a tutto quello che raccontano in tv? Ma non si rende conto che ogni volta ti dicono una cosa diversa?" "Ma certo che ci credo! Lei, che non ci crede, sta portando la mascherina però!""Io la porto per non beccarmi una multa, solo per questo! Io ci sto attento, ma molte delle cose che si dicono in TV sono false!" "Ohhh! mi scusi tanto se l’ ho importunata!" e facendo una manovra un po’ spericolata col mio carrello, me ne vado indispettita".

Certo che ci sono delle persone maleducate e ignoranti in giro! ma a me che me ne importa ciò che fa quello là? Facesse quello che vuole!

Arrivo a casa e comincio a mettere a posto la mia abbondante spesa, ma non posso fare a meno di pensare a quel carrello con quelle quattro cose misere. Un uomo alto e ben messo come quello, non può mai e poi mai nutrirsi in quel modo... Ma Eleonora! mi sgrido da sola: smettila di pensare a una cosa che non ti riguarda! e poi, tu che ne sai se quando te ne sei andata lui ha riempito il suo carrello? Questa ipotesi mi fa stare meglio, e mi viene un’ idea. Prendo di nuovo la mascherina, la chiave della macchina e torno al supermercato.

Ci sono tre cassiere, una di loro si ricorderà del ragazzo, spero! Mi metto in fila senza niente in mano, la gente mi guarda un po’ stupita... Domando, spiego, chiedo a tutte e tre la stessa cosa, ma niente! è come se fosse sparito nel nulla... Con aria di sconfitta mi incammino verso il parcheggio. Ma quando arrivo alla mia macchina, sorpresa!!! Lui è appoggiato allo sportello anteriore e con un sorriso splendido mi dice: "Ho seguito il tuo consiglio... vedi il mio carrello? più pieno di così!! Però io non ho la macchina, e ora tocca a te accompagnarmi a casa, non credi?"

"Ma lei... tu... come sapevi che sarei tornata qui? domando balbettando""Una fortunata intuizione, allora, andiamo? Senza aspettare la mia risposta mette le buste del supermercato nel sedile posteriore, porta rapidamente il carrello al suo posto e si siede al mio fianco. Ancora incredula, metto in moto. "Dove ti porto?" domando, lui sorride, si è tolto la mascherina ed è ancora più bello! "Te lo dico man mano, andando avanti, così non vai a finire in mezzo al traffico.

"Gira a destra, ora vai dritto per 200 metri e siamo arrivati, dopo nemmeno cinque minuti!" "Tutto qui?" domando. "Certamente! mi risponde, secondo te come facevo a portare a casa, a piedi, mezzo supermercato? e siccome ho comperato delle buone cose anche per te, ti invito a pranzo, sono bravo in cucina, non temere!" "Ti ringrazio, ma non è il caso... io ho un sacco di cose da fare, e poi..." "Non mi dirai che hai paura di me! guarda!" Tira fuori dal portafoglio la sua carta d’ identità dove si vede lui vestito con la divisa da Carabiniere, con tanto di titolo di Maresciallo... "Ti basta?" mi domanda."Si, rispondo io, un po’ imbarazzata"

Inutile dire, che dopo quel delizioso pranzetto, ce ne sono stati altri, anche a casa mia, e tra una cena, qualche gelato o un caffè, è nato un bellissimo sentimento tra di noi, ora stiamo insieme.

Ma il covid stava aspettando una nostra distrazione per rovinare la nostra felicità. Infatti, dopo pochi giorni che stavamo insieme Giorgio si sente male, febbre alta, tosse, malessere... Chiamo l’ ambulanza, a me non mi fanno salire, corsa all’ ospedale, rapido peggioramento, maschera d’ ossigeno, poi disgraziatamente l’ intubazione... tre giorni e tre notti che mi pare di impazzire. Per fortuna c’è una giovane infermiera che conosce Giorgio e mi tiene informata. Passano altri due giorni da incubo... suona il telefono, è l’ infermiera amica di Giorgio che con voce rotta dal pianto mi dice: "Non ce l’ ha fatta...!"

Franca Merighi 22/02/2021 17:11 1 911

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«sono molto contrariata per la continua pubblicita’ che mettono in mezzo al mio racconto, qualcuno mi potrebbe aiutare???»

Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Gran bella storia, mi spiace la triste fine, volevo dirti che soltanto noi siamo così indietro, in Giappone nel centro da dove è partito questo virus, che i primi giorni in tivù non avremo sprecato mezzo euro a giurare che ci avrebbe coinvolti così, eppure li escono liberamente hanno seguito i vaccini e pian piano la vita sta tornando al normale, in Austria nei tornei di tennis, per gli spettatori non è cambiato niente frequentano senza mascherina addossati come dai noi ai bei tempi, ma siamo soltanto noi che ancora tremiamo, perché non sappiamo come uscirne e se ne usciremo, mi rattrista per i ragazzi non avranno più una vita facile, e mi sembra che non né possano più di queste incertezze, scusami lo sfogo un abbraccio di cuore»
Fadda Tonino

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