Più passavano gli anni e più mia madre pensava a noi figlie. Telefonava tutti i giorni, solo per chiedere come stessimo, se tutto fosse a posto. Sembrava che ormai la sua intera esistenza quotidiana fosse concentrata in quella telefonata, attesa sin dal mattino e alla quale anche mio padre ogni volta partecipava, pur restando in silenzio o parlando in sottofondo. Spesso lo sentivamo chiedere a mamma “ Ma si può sapere cosa vi dite?” e poi “ Almeno metti in viva voce, così sento anch’ io!”.
Mi pare di vederli, l’ uno accanto all’ altra, nella cucina che dava sul giardino, col telefono in mano, a vivere quei pochi minuti di conversazione come l’ unico contatto reale con noi figlie, lontane fisicamente, ma vicine in quei momenti attraverso il suono delle nostre e delle loro voci.
Oggi, che ho più o meno la loro età di allora, mi rendo conto di quante situazioni si comprendono davvero nella loro essenza soltanto quando siamo noi a viverle, in prima persona.
Chi avrebbe potuto immaginare, tanti anni fa, che anch’ io, un giorno, avrei concentrato la percentuale più alta del mio vivere quotidiano nel pensiero costante dei miei figli e in una telefonata che mi dà, ogni volta che li sento al cellulare, l’ illusione di sentirmeli accanto?
Essere madre significa permettere al tuo cuore di uscirsene dal tuo petto e seguire ovunque i tuoi figli, lasciare che batta all’ unisono con il loro, gioire e soffrire con loro e provare una pena infinita ogni volta che non ti è possibile aiutarli ad essere felici o a superare un ostacolo. Perché te ne accorgi sempre, quando qualcosa non va. Anche questo me l’ha insegnato mia madre.
Lei aveva il sesto senso che possiedono tutte le mamme amorevoli. Non c’era bisogno di dirle che avevamo dei problemi. Capiva attraverso il telefono, dal tono della nostra voce, anche se cercavamo di camuffarla, se c’ era qualcosa che non andava o se tutto era a posto. E mentre noi cercavamo di costruire una conversazione all’apparenza serena, non riuscivamo ad ingannarla e dai suoi "Va bene", intrisi di scetticismo, ci rendevamo conto che aveva accettato di non violare il nostro riserbo, ma senza credere ad una sola delle nostre "bugie bianche".
Oggi sono anch’ io come lei e le sono grata per avermi trasmesso queste lezioni di amore incommensurabile e gratuito e la discrezione rispetto alla vita più intima dei miei figli. Ho capito che la vera forza di una madre consiste, spesso, nel sapersi tenere fuori mentre si vorrebbe penetrare nel profondo della loro anima, ed è una forza imparagonabile a qualunque altro amore.
Grazie, mamma, ovunque tu sia oggi.