Vivevo in un posto incantevole, pieno di aiuole di fiori, con casette basse, tutte uguali, separate una dall’ altra da giardini come quelli che si vedono sopra le riviste. Colline verdi tutto intorno e una bellissima chiesetta, con un campanile unico al mondo... si, perchè era molto particolare. Le sue campane erano sempre in festa: un giorno per la sagra del formaggio, un’ altro per quella della pasta asciutta con i funghi porcini della zona, la raccolta dell’ uva, i dolci squisiti con la marmellata fatta con i frutti di bosco, noci, albicocche, ecc. quel suono di campane era un motivo di gioia, ripeto, ogni giorno imprimeva nella mia mente una fiaba, ricordi che ora, donna adulta, non ho mai più dimenticato.
Me ne ero andata da quella specie di paradiso quando incominciai a sentire la mancanza di un domani sicuro, di una vita che fosse stata tutta mia, al fianco del’ uomo della mia vita, e un paio di bambini che corressero felici al rientro della scuola. Forse tutto molto banale? tutto molto sdolcinato? No, per me era il sogno di sempre, il mio sogno.
Me ne andai in pieno inverno, con le colline sbiancate dalla neve, e i tetti bianchissimi delle case, da dove spuntavano tanti caminetti fumanti.
Il viaggio in treno, lunghissimo, mi stancò molto, forse perchè non ero abituata a viaggiare, anche perchè non avevo portato con me nemmeno un libro da leggere... che stupida! Ma come se un mago tirasse fuori dal suo capello quello che desideravo mi vidi piovere addosso una valanga di libri! Un giovane molto carino ed elegante non sapeva come chiedermi scusa: _ "Oh! mi scusi, mi scusi, si è fatta male? Il treno si è fermato un po’ bruscamente e..."- "Ma no, non si preoccupi! non è successo niente, anzi, non avrei mai pensato che il mio desiderio di leggere un libro si realizzasse così in fretta!"- "Davvero vuole leggerne uno? Sarei molto lieto di regalarglielo, per farmi perdonare..."-"Le ho detto che non è sucesso niente... mi fa vedere i titoli?"-"Eccoli: Sono sei romanzi d’ amore, li ho scritti io..."-"Benissimo!, oggi sono proprio fortunata, mi piovono libri dal cielo e ho l’ autore seduto qui davanti a me!" Incominciò così la nostra storia d’ amore, o per lo meno, quello che io credevo fosse una storia d’ amore...
Eravamo felici e spensierati. Lui, Mario, era adorabile, educato, intelligente e anche bello! Ma... aveva un grosso difetto. Non era capace di resistere al fascino femminile e più di una volta lo trovai al telefono a fare lo scemo con qualcuna... Lui insisteva che erano amicizie innocenti, che non dovevo essere gelosa, perchè per lui, io ero l’ unica donna importante della sua vita. A volte mi davo della stupida e cercavo di non pensare cose inesistenti, altre però, il dubbio era talmente forte che non potevo fare finta di niente. Un giorno lo vidi uscire da un ristorante con una bionda tutta curve, e sinceramente dal loro atteggiamento non sembravano solo amici, anzi!
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso! Quando lo vidi verso sera, gli dissi che non volevo più avere a che fare con lui, che io non volevo stare con uno che amoreggiava a destra e sinistra poi tornava da me a raccontarmi delle balle. Lui volle repliccare ma non lo lasciai e me ne andai via in fretta, prima che vedesse le lacrime che volevano uscire dai miei occhi a tutti i costi.
Quella esperienza mi lasciò come vuota dentro, senza animo di fare più nient e senza nessuna voglia di ricominciare da capo. Passai dei giorni terribili. Mario mi telefonava in continuazione ma io non volli mai rispondergli
Con il cuore pesante decisi di tornare al mio piccolo paese. Mi sembrava ancora più bello di quando lo avevo lasciato, era primavera e gli alberi fioriti di pesco erano uno spettacolo di grande bellezza. Mentre mi guardavo intorno mi chiedevo come avevo potuto lasciare quel paradiso e facendo un respiro profondo presi la strada verso casa mia. Le campane della chiesetta incominciarono a suonare a festa, mi ero dimenticata che era domenica! I miei passi mi portarono fino dentro alla chiesa, c’ era molta gente, mi sedetti in un banco vicino all’ entrata e dopo pochi minuti un uomo si sedette al mio fianco, mi girai, e... era Mario! Mi prese una mano e guardandomi in un modo che non conoscevo mi disse: "In questa chiesa, ti chiedo perdono per come mi sono comportato con te, e ti chiedo se vuoi diventare mia moglie". Io lo guardai, lasciando che questa volta le lacrime mi bagnassero il volto, e con il cuore gonfio d’ amore, gli risposi: "Si!"