L’ ANELLO CON BRILLANTINO
Paolo schiacciò l’ ennesima sigaretta nel posacenere con un gesto di stizza mentre faceva cenno al cameriere, pagò il liquore che aveva consumato e si diresse verso l’ uscita del ristorante.
Non era la prima volta che Alice lo faceva aspettare inutilmente, era talmente sicura di lui, che pensava poterlo far girare secondo il suo capriccio. Infatti Paolo l’ amava, ma era stanco di essere trattato come un giocattolo da prendere o lasciare a suo piacimento. Incominciò a camminare senza una meta specifica cercando di calmarsi un po‘. ma più camminava più lo assaliva uno stato di grande malessere.
Quella sera poi, era particolarmente offeso e dispiaciuto. Portava in tasca un piccolo astuccio con dentro un anello con brillantino, si, era proprio un brillantino che appena si vedeva, ma lui aveva speso i suoi pochissimi risparmi per comprarglielo. Quella stessa sera avrebbe voluto chiederle di sposarlo...
Una rabbia incontrollabile lo assalì all’ improvviso. Senza rifflettere un attimo lanciò l’ astuccio in mezzo a un mucchio di spazzatura abbandonata che giaceva in un angolo appartato della strada.
Si sentiva meglio ora, quell’ anello rappresentava in un certo senso il suo futuro, la sua vita. Non l’ avrebbe buttata via come aveva fatto con l’ anello, così come non voleva vedere più Alice. Era sicuro di questo.
Paolo non si accorse che mentre buttava l’ astuccio nella spazzatura, due occhi neri come il carbone lo stavano osservando, nascosti dietro un arbusto. Quando lui se ne andò, l’ ombra di una splendida ragazza dai capelli lunghi fino alla cintura, uscì allo scoperto e si diresse esattamente dove Paolo aveva buttato il suo "tesoro". Raccolse l’ astuccio, e quando lo aprì rimase a bocca aperta. Ma, era pazzo quel tipo? Emozionata come una bambina corse alla roulotte dove viveva con sua madre e due fratelli, erano degli zingari che si erano accampati in quel luogo per la notte.
Jazminka, così si chiamava, con voce eccitata raccontò come aveva avuto quell’ anello, e come quell’ uomo l’ aveva buttato come se fosse un pezzo di legno, poi, se l’ era infilato al dito aprendo la mano e allungando il braccio per farlo vedere, le stava benissimo, e con gli occhi imploranti chiese il permesso a sua madre e fratelli di poterlo tenere per se. Dopo ottenuto il permesso, se ne andò a dormire felice.
La mattina successiva, Paolo ricevette la telefonata di Alice che con voce tremante gli chiedeva scusa per non essere andata all’ appuntamento. Lui, calmissimo, le disse subito che non si preocupasse per una simile stupidaggine e che lei poteva fare come voleva, tanto a lui non importava più. Alice rimase senza parole, non riconosceva più il suo Paolo. Gli disse:
"-Ma come! cosa dici! guarda che ho avuto un motivo molto serio per il quale io non sono venuta all’ appuntamento! La mamma si sentì male e dovetti portarla all’ ospedale. Tu sai come funzionano queste cose, ci sono volute ore prima che potesse ricevere assistenza medica!"
"-Ah già! e i telefoni non esistono più? Una telefonata per dirmi che non saresti venuta per quel motivo non potevi farmela?"
"-Paolo, non potevo, credimi, dovevo stare con la mamma, stava male ti ho detto!!"
"-Va bene Alice, spero che tua madre si sia ripresa ora, salutala da parte mia, e a te auguro buona fortuna. Non mi cercare più!" Detto questo, chiuse la comunicazione.
Questa volta Paolo faceva sul serio, erano troppe le cose che stava sopportando, e capì che era arrivato il momento di prendere una decisione. Stranamente si sentì leggero come una piuma, come se si fosse tolto un grosso peso di dosso...
Intanto Jazminka si stava preparando per partire con la sua famiglia. Stava andando a riempire una bottiglia d’ acqua alla piccola fontanella lì vicino quando improvvisamente lo vide! Si, non c’ erano dubbi, era proprio lui! E visto alla luce del sole era anche un bel giovane... Questa volta anche lui la vide, rimase incantato dalla bellezza della ragazza, da quegli occhi neri e da quella bocca sensuale che gli sorrideva.
"-Cerchi questo per caso?" domandò lei facendogli vedere l’ anello al dito.
"-Si! come fai a saperlo?"
"-Sai, io sono una zingara, e so tutto, solo a guardarti negli occhi!"
"-Davvero? rise lui divertito, allora saprai pure che sono venuto a prendermelo per portarlo via. E’ mio"
"-Diciamo che "era" tuo, ti ho visto mentre lo buttavi via, e ora io l’ ho trovato e..."
"_Quanto vuoi per ridarmelo?" la interruppe lui bruscamente.
_"Voglio una cosa che non si compera col denaro" rispose Jazminka
-"Cioè?"
"-Voglio che mi sposi!"
"-Tu devi essere un pò matta!"
"-Credo che tu lo sia più di me! Dove trovi altri pazzi che buttino via gli anelli con diamanti?"
-"Ok. Ti propongo un affare allora, tu vieni a lavorare con me ed io ti pago, poi se le cose andranno bene fra noi e se nascerà un sentimento vero, ti sposo, in caso contrario mi ridai l’ anello e te ne torni con la tua famiglia, va bene?"
Il cuore di Jasminka sembrava un cavallo in fuga nel suo petto, nascose la sua felicità e con un sorriso malizioso rispose:
- Si, accetto -