Ti accorgi che al soffiare del nuovo giorno, l’ alba si sveglia con i colori accesi, come se a svelare i minuti fossero le parole ancora da dire, dietro un muto silenzio di vita.
Ed ecco che i pensieri affollano la mente, creano immagini remote, giorni persi allo sguardo degli occhi.
Ci si accorge che, attraverso l’ oblò del mondo, tutto ha silenziato la paura, quella vecchia e infinita crepa del mondo, che passando ai nostri giorni, un virus, ha lasciato e trascinato la luce dei pensieri. Ci si accorge, ad un tratto, parlando con il silenzio dei tempi, che i giorni si appoggiano a ieri, come una danza invisibile, si armano di pazienza.
È giorno, dietro un sole pallido e timido, si nasconde un calore di luce che si abbandona al tempo, cerca dimensione di un fiore che lasciato al tuo sguardo, prova a focalizzare la vita, e tra i cespugli del freddo giardino, piano si insinua, uno zefiro di vento, corre tra i pensieri ghiacciati, e irrompe nel caos della mente.
Paura, si sente tremare, come ali di occhi che guardano al di là del mattino, in una spessa parola di amore.
È vero, ciò che si trova nell’ animo, a volte si perde nel tempo e inciampa parlando del mondo, un piccolo, minuscolo foglio di vita.
Mi sembra lasciare poesia ad un vicolo silenzio di niente, un abbraccio teso nel niente, ricominciando a tremare, se vivi. Ecco, nel giardino, la foglia inizia a tremare dal gelo piovuto intorno all’ aria, l’ immagine del suo arrancare...
Portami via, almeno con ali di vento, nell’ immagine del mare in tempesta, quando volano via i giorni passati, quando il rumore incrocia il silenzio.
Vero, il solstizio si incrocia nei mesi, curve di attimi perdonano i momenti d’ assenza, e la luce riscopre i suoi occhi come un albero ricopre i suoi rami. Là, dove i venti spazzano le nuvole, e ti ritrovi nel cielo, un sole bambino.