Oh oh! bello raccontar quel che accaddè un mattino, quando il sole nacque e il ciel
era sereno, e su un grande albero, un Gufo appollaiato quasi dormiva .
A raccontar il fatto è il gufo stesso, che la notte cantava e il giorno riposava.
Quel giorno non potei riposare, ero su un bel ramo d’ un maestoso albero,
ad occhi chiusi per proteggermi dalla luce del sole,
il sonno faceva l’ occhiolino, ed ero al dormiveglia.
Pensai, su quest’ albero c’è un gran vociferare, un gran movimento d’ uccelli,
uccellini vagabondi che fischiettano felici d’ esser al mondo,
fischiettano agli amori e alla vita riconoscenti.
Scoiattoli a giocar allegramente e rincorrersi sull’ enormi radici,
che mastodontiche salivano dal terreno adiacente, ed anche lepri e
castori giravano intorno al tronco.
Un venticello primaverile smuoveva rami e piume cullandomi per farmi addormentare,
ed udii una vocina che portava nella mia direzione il vento,
una vocina inusuale, mai udita prima d’ allora.
E con garbo e gentilezza la vocina ripeteva il mio nome;
“ Oh gufetto, bello bello, or il sole è apparso sul tuo ramo e tu dormi a dismisura,
e la notte canti e ridi ed allegro te la spassi”?
“ Vorrei darti un buon consiglio;” “ Chi dorme non piglia pesci!”
E se dormi un giorno intero, certo pesci tu, non pigli!”
Sussultai dallo spavento e prestai molta attenzione;
chi è costui che con alterigia parla? Domandò il Gufo;” Qui non v’è anima viva,
oltre me e gli uccellini?
“ Sarà un fantasma?” O sarà il mio padrone, venuto a cercarmi, che scappai dalle sue grinfie
e non volli più tornar da lui.
Il gufo coraggioso continua a chieder; Prego, chi parla?
Hai la voce argentina, viva e clorofilliana!
“Sei un brav’ uomo o una spia? E siccome non ti conosco fatti avanti per favore?
"Vorrei conoscerti, potresti venir allo scoperto?”
Attendevo che qualcuno rispondesse, e la risposta arrivò da vicino!
” Oh gufetto adorato, ti conosco molto bene, ma tu non conosci me,
quando è l’ alba, di ogni mattino, ti addormenti sul mio ramo,
e t’ osservo mentre dormi tutto il giorno,
e quel ramo ove riposi m’ appartiene, ed è l’ albero dove appoggi le tue zampe che parla!.
Sono un albero parlante e sono orgoglioso che su un ramo mio riposi!”
” Accipicchia dice il gufo;"non t’ avrei riconosciuto,
non sapevo che anche gli alberi parlassero,
or ti vedo amico caro e la paura, come fumo è svanita.
L’ albero continuò a parlare " Oh Gufetto vorrei farti sapere,
che gli alberi non sono fatti per parlare
e non parlano con nessuno, ma fra vegetariani, pennuti, roditori,
siamo uniti dal vincolo naturale e con gesti, fischiettii ci
comprendiamo, per intenderci basta volerlo.
Nessuno può udir la nostra voce, possono solo vederci ed udir i nostri canti.
L’ uomo non comprende il nostro linguaggio ha altro a cui pensare,
l’ uomo spesso dice; “ Non v’è più sordo di chi non vuol sentire!”
“Caro gufo dormiglione l’ uomo non può udirci, ma comprende di quel che abbiamo bisogno
lo vede dal colore delle foglie, dal fusto e le radici rinsecchite ed avrebbe rimedi
per farci vivere felici, ma l’ uomo è abituato a guardar se stesso!"
“Ed ora la natura allo sfacelo non vuol più perdonarlo! ”..
L’ uomo vuol solo guadagnare anche a sfavore della terra, e quando la natura
con bufere, catastrofi e disavventure si ribella, loro la contestano.
Per salvar la terra non occorrono tante parole,
va salvata, con azioni quotidiane, e farebbero del bene anche se stessi!”
“Gufetto sei simpatico ed amorevole questo ramo te lo dono,
sarà la tua casa e ci potremo salutare ogni qual volta lo vorremmo!”
“ il Gufetto all’ albero risponde!” Caro albero nell’ udir la tua voce ho
sussultato dallo spavento,
ed or sono felice ed orgoglioso d’ aver incontrato un’ amico,
veglieremo il nostro sonno; il gufo dice all’ albero di giorno tu vegli me,
ed io Gufo la notte veglierò te, e saremo due amici guardiani l’ un dell’ altro!”
Così ci conoscemmo e passammo il nostro tempo a parlar del più del meno.
Parlammo e parlammo, ma un giorno inaspettatamente fu un triste giorno,
l’ albero sparì, non potei più trovarlo, al suo posto restò un grande tronco,
ed io, avvilito ed amareggiato ci soffrii per tanto tempo.
I taglialegna l’ avevano abbattuto.
“ Caro albero amico mio, mancherai alla mia vita e senza te, non sarà la stessa cosa!"
”E con grande delusione pensai all’ albero e quel che raccontò;
” L’ uomo è padrone della terra e noi animali non abbiamo diritti,
non v’è rispetto per il nido e per una pianta, ogni fiore vien reciso,
ogni prato arato, ogni bosco sfoltito, ed ogni animale ucciso e
noi piccoli ed indifesi, anche se, facciamo parte integrante all’ ordine Divino,
e ad unisono dovremmo esser un nucleo vitale, ma la natura dell’ uomo ha paura!”
“Addio albero parlante per fortuna ancor hai radici intatte, ed un verde ramoscello
per ombrello. Con pazienza attenderò la suacrescita, e potrò raccontarle la storia
“ Fra un albero ed un gufo!.”
“ In fin dei conti, ramoscello sei suo figlio e dovrai conoscer la storia!”
Adele Vincenti
2 Marzo 2020