Diario di bordo.
Come vorrei aprire la finestra dell’ anima e vedere un raggio di sole … A Italianase paese vicino alla costellazione del serpente velenoso, da un ventennio di tempo non si respira che veleno, lotte fratricide tra partiti, partitini, gruppi, gruppetti, liste, listoni e neo movimenti, addirittura gruppi teleguidati chiamati con nomi di pesci: Sardelle e sardine. La situazione è sempre la stessa, mai cambia, da quando il grande fratello decise di unificare stati e statarelli a favore di Banche e banchieri, si dice in giro, che il sistema perdeva colpi, il capitalismo bancario e industriale rischiavano di fallire, ed ecco la trovata speciale per tutti, ovviamente a danno dei popoli sovrani di un cazzo, L’ unificazione! Come desidererei aprire la finestra … Nessuna stella in soccorso, poca luce su questo piccolo paese nato male da una unificazione interna mai realmente avvenuta, vi dice niente il nome di Cavour, ovvio conte … poi ci mettiamo Mazzini e il ladro di cavalli Garibaldi e il quadro ci appare chiaro, in particolare a noi gente del sud, tutto inizia, il paese si combatta per accumulo e non per fratellanza … Lasciamo perdere la Francia altro dna. Il sud del paese svuotato da ogni risorsa, industrie smobilitate e trasferite al nord, ricchezze depredate dalle casse del regno delle due Sicilie trasferite non si sa in quale tasche, forse quelle Austriache, mi dispiace per martiri del sud, morti e divorati da bande di barbari, con a capo il cavallaro, divorarono persino i corpi degli oppositori con buono appetito. Italianase si unificò al capitalismo, via i baroni, via stelle e corone, risultato, il popolo finì dalla padella alla brace. Poi la questione Meridionale finì di affossare il nostro sud, con reclutamenti di giovani per guerre e per salvaguardia di territori nordici che a nessuno di loro fregava, le terre del sud rimasero senza essere coltivate, la maggior parte dei giovani abbandonarono il tutto per guerre di nessun interesse, tanti altri ammutinavano la leva e scappavano sulle montagne, ancora più miseria e fame al sud, derubato, saccheggiato e accise. Ah vulesse nu poco ‘ e sole…. Veniamo a Italianese oggi, la situazione è la stessa di allora, o peggio, i nostri giovani vanno via, non si fanno figli, manca il lavoro come sempre, pressione fiscale al 27 e al 33 x cento e non è finita, oggi aumento sigarette 20 cent: diminuiscono Pensioni e pensionati, le stesse tassate al 28 x 100 senza reintegro, addò vanne sti soldi… visto che i morti superano i nati e non si assume, aumento benzina, tassa parcheggio, tassa affitto registro x affitto casa, tassa bollo auto, tassa rifiuti, tasse universitaria x i figli, Iva, Imu, tassa tv, tasse scolastiche, tassa x morti, tassa x salute, ticket strisce blu, ticket sanitari, Equitalia con multe varie che controlla i pidocchi del popolo sulle banche sequestra tutto se non paghi, trattamento fino rapporto lavoro a babbo morto, tempo di attesa 28 mesi dopo pensione per contributi versati di 43 anni, oramai ci manca solo tassa per respiro, e quella di prenderlo nel …. dal governo pappone perché ci piace a noi Italiani prenderlo e stare zitti. Viva la Francia e il suo popolo!
E continuiamo a starcene buoni… il Governo dice: vediamo sti fessi dove arrivano, a che punto, il guaio, che sanno ... il punto non esiste! Vergogna Italianase anche per i servizi sanitari, scolastici, di manutenzione, per la spazzatura, il veleno nell’ aria, il costo che si paga per le visite in quanto siamo dirottati nel privato a forza, visite a sei mesi nel sistema sanitario, è tutto un programma….
Haaaaaa, ai voglie ‘ e murì. Guagliù fuiti a sta nazione, nun cc’ sta niente a sperà.Jescie sole, bagna e ‘ cuore, schiatto o’ malè e tuttò ò mundo. Fatti strada dinta a’ sti nuvolè,appicc’ ‘ a luce e stà citta‘.Jescie ambresso è troppè scuro, nun se vede n’à lucellae nemmena n’à fiammella.
Jescie, jescie e appicc’ ia ‘ à luce, dacce ammore dinte’ è core, bagna e strade e pure’ e vicoli. Simme muorti nun o’ viro, dacci a vita, chella vera, chella doce, chella vita c’à speramme, chella c’ a’ n’ un appartena à morte, jescie sole, chiano chiano, appiccia è core e’ pure e strade e stu piccolo paese.
Ti imploramme... jescie sole. |
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