Preghiera a Cupido.
Nutrici di te in ogni tempo, nobile e puro sentimento. Colma la nostra fame, disseta il nostro spirito con il latte dei tuoi seni prosperosi. Accogli la preghiera che ogni sera noi, coperti dal velo buio del cielo, ammirando le brillanti stelle, nudi di altri pensieri, ti supplichiamo. Bisognosi e mai sazi di tale sentimento e tale provarti. Riempi il nostro petto, donaci, per essere dono a nostra volta. Mai, non ci abbandonare perché se ci abbandon inulla ha più colore nell’ umile casa che abitiamo.
Adolescenza
Il primo ballo, il tremore nella gambe, il serpente che si agitava nei pantaloni, la stretta delle braccia, l’ eccitazione del primo bacio, la colla della saliva nella bocca, l’ odore della carne, il bagnarsi nelle mutande, il profumo dei capelli, la mano nella mano, la prima felicità. Le canzoni di Battisti, il gioco del collo della bottiglia, i sussurri nelle orecchie, i faretti nelle stanze, il giradischi molto stanco. L’ aspettativa serata, la sentinella che ci guardava, gli sguardi mirati, di nascosto, la paura dell’ amore. Il trepidare di giorni nel dichiararsi, la bocca asciutta … Il no che ci inginocchiava, le mani sudate, le pacche sulle spalle degli amici, la rivincita sempre pronta,:” un proiettile nella canna del cuore. Gioventù amata.
Quando la luce era fioca ne approfittavo per darti un bacio, era uno dei primi che davo all’ amore, stonato dal rumore delle campane ritiravo la lingua, la sentinella nella garitta era distratta, trepidavo, secca la saliva come una colla, il premio per l’ intraprendenza era l’ apertura lenta della bocca, uguale e tale, a quella degli uccellini che si fanno imboccare cibo, mi aspettavi da tempo … Cantava la mia anima, l’ incontro con l’ arpa che era la tua scivolosa lingua mi trasportava sul palco del teatro S. Carlo, diventavo un tenore e tu Madama Butterfly nell’ opera di Puccini. Le tue guance, arance di Sicilia, il tuo corpo aveva febbre d’ amore. Ricordi …
Conobbi in un ballo mascherata all’ asilo Cupido, Wuaaaa … era vestito da Colombina, io da Arlecchino, gli stavo dietro, aveva la veste lunga merlettata, di colore bianco, rattoppato di colori il mio vestito, mi sfuggì Amorino ma rimase in me l’ odore dolce e il sentimento che seguo ancora, il tempo è un ‘ invenzione, l’ amore no, resta, s’ impregna e passo dopo passo, cresce, si trasforma nel tempo, assume varie forme, cambia voce, profumo e odore, ma è sempre lui, riconoscerlo lo so è difficile, attenzione però ... fa palpitare i cuori. Senza Amorino un agonia la vita!
I nostri cuori tappezzati di poesia.
Cadono versi dal cielo insieme a rose e roselline, li afferro con le mani del cuore, quando ciò avviene è primavera!
L’ odore dei versi dolci e aspri penetrano nella nostra essenza, gridano al vento l’ esistere del momento, lancia frecce Cupido ... Primavera è sorriso, è il tuo viso, è il brillare dei tuoi occhi stupiti che osservano colombe volare, delfini nuotare. Armonia . Nell’ amore che scorre, che evapora, è il sangue che ritorna, pioggia che scroscia dal cielo, mollichine di pane bianco. Come la neve, ogni Cupido appare...
Si schiude la bocca come il fiore ogni mattina. Non parli, canti... Soavi canti magici, momenti che cullano l’ essenza. Mi trasportano... cullano i cuori,
dolcemente serro gli occhi e attendo la meraviglia, lo schiudersi perfetto delle carnose labbra sulle mie. Ambrosia, miele, cioccolato fondente, succo di mela...
Panna la lingua, la saliva bagnata di latte. Si disseta la terra, arida fino al momento.
Cade pioggia, apro l’ ombrello!
ride la terra, Cupido attendo! |
|