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La Forza della vita

Dramma

Mio figlio Simone ha la febbre, ieri ho chiamato il dottore dopo tanta insistenza è venuto la sera a visitarlo. Signora non si agiti ha solo un’ influenza e vomita perché ha l’ acetone le darò una medicina che potrà migliorare la situazione e se dovesse peggiorare delle iniezioni.

La visita è stata veloce l’ ho salutato sulla porta stringendogli la mano.

Quella notte non ho riposato bene pensavo sempre al mio bambino malato andavo vicino al suo letto per sentire se riposava bene, toccavo con la mia mano la sua fronte sudata aveva la febbre il respiro affannoso ma dormiva, l’ altro mio figlio riposava sereno nel suo letto tornai a letto cercando di prendere sonno vicino a mio marito.

Mi sono svegliata presto quella mattina sono corsa subito da Simone, dormiva nel suo letto era tutto sudato il suo visino pallidissimo faceva fatica anche ad aprire gli occhi, che hai figlio mio gli ho detto con la voce che mi tremava ero disperata.”

Mio marito è uscito di casa per andare a lavorare e l’ altro mio figlio Daniele è andato a scuola ed io sono qui accanto al letto del mio bambino senza sapere che fare.

Sento dentro di me una sensazione strana, ha qualcosa di grave devo agire subito ma non so che fare, il dottore c’è solo di pomeriggio non posso aspettare tutto quel tempo. “ Continuo a chiamare Simone dicendogli che hai? Ti fa male qualcosa dimmi amore mio.

Non riesce nemmeno a rispondermi fa fatica a parlare parla stranamente balbetta cose assurde.

che dici?

Sono spaventata.

Ho preso una decisione, sono andata al telefono cerco sulle pagine gialle un pediatra compongo il numero del primo che mi capita ha risposto una donna le dico

“ Mio figlio è a letto con la febbre e vomita dice cose strane

La dottoressa mi rispondeLo porti al più presto all’ ospedale.

Ero ancora in camicia da notte non ho avuto il tempo di vestirmi ho indossato qualcosa alla svelta, intanto ho chiamato mia suocera e un conoscente di questa con la macchina. Siamo arrivati a un vicino ambulatorio medico Simone è stato visitato è pallidissimo spento respira lentamente il suo cuore soffre ha la pressione altissima il dottore mi fa sapere che è gravissimo si deve portare rapidamente al più vicino ospedale, per fortuna fuori c’è un autoambulanza Simone viene messo sopra una barella io salgo con lui, un infermiere inizia a fargli delle flebo io sto vicino al mio bambino e gli stringo la mano ho tantissimo dolore dentro di me spero e prego.

Siamo arrivati all’ ospedale il bambino viene portato a fare degli esami gli viene fatta anche la puntura lombare lo sento piangere, il suo pianto mi strazia il cuore.

Un dottore mi riceve nel suo studio m’ informa che mio figlio ha una meningite non posso credere alle sue parole resto attonita perplessa stordita, il dottore… Non sappiamo se potrà superare la notte noi ce la mettiamo tutta con i farmaci, ma il bambino sta nelle mani di Dio.

Le lacrime dai miei occhi iniziano a sgorgare sento tanto dolore dentro di me, sono vuota e spenta sto morendo.

Simone viene portato nella sala asettica io seguo la barella viene messo nudo coperto da un lenzuolo su un letto, ha tanti tubicini sul corpo e una mascherina sul viso, lo guardo attraverso i vetri piango silenziosamente tutto il mio infinito dolore, ho la testa vuota non capisco più nulla dentro di me è sceso il buio l’ abisso cupo, continuo a pregare Dio di non portarmelo via.

Quel giorno passa lento conto le ore chiedo... “ come sta “ Rispondono è stabile questo mi da un attimo di speranza dico fra me... Ce la farà.

La speranza non deve morire mai e io spero che mio figlio ritorni alla vita.

Improvvisamente vedo mio marito quasi non lo riconosco i miei occhi sono velati di lacrime ci abbracciamo mi dice... “ Ho saputo solo ora di questa tragedia.”

Sono uno straccio non mi reggo in piedi, i dottori mi pregano di andare a dormire a casa stanotte, io non voglio lasciare solo il mio bambino ma è stabile mi convinco ad andare via con mio marito, resterà mia suocera stanotte con Simone, in quel reparto non vogliono uomini.

Lascio a malincuore mio figlio con mia suocera, non c’è mai stato un buon rapporto fra noi, sono costretta non posso fare altrimenti.

La mattina seguente torno mia suocera se ne va,

un infermiere mi fa sapere, che mia suocera ha fatto legare il bambino perché si agitava lei non poteva dormire. Questo mi ferisce profondamente.

Non basta che mio figlio soffra, anche legarlo questo è troppo.”

“ Dico a mia suocera di non restare più la notte con lui, resterò sempre io con Simone.

Non mi riconosco più sono l’ ombra di me stessa tanto che una volta andando al bagno mi sono guardata allo specchio e non mi sono riconosciuta ho avuto paura di me.

I giorni passano lenti in quel padiglione d’ ospedale ci sono tanti bambini che piangono, infermieri che corrono non riesco più a dormire sono sempre dietro a quella vetrata che mi separa da mio figlio, lui è sempre fra la vita e la morte.

Una sera nella sala asettica vedo tanti dottori intorno al letto di Simone mi hanno fatto entrare con la mascherina parlano fra loro sottovoce poi uno si rivolge a me dicendamiSignora mi dispiace informarla suo figlio si è aggravato stanotte la febbre è altissima delira è va in apnea respira male abbiamo deciso di portarlo nella sala rianimazione, ha bisogno di cure più intensive.

No esclamo non è possibile! Sembrava migliorato.”

Lei deve andare via stanotte, chiami suo marito gli dica di venirla a prendere.

Stanno portando via mio figlio con la barella, lo bacio con dolore forse non lo rivedrò mai più.

Che notte orrenda che ho trascorso ho pregato tanto chiedendo a Dio di prendere me no mio figlio, lui ha appena otto anni anche l’ altro mio figlio è andato a letto piangendo che tristezza ha capito la gravità di suo fratello dai nostri visi desolati.

Io e mio marito abbiamo dormito abbracciati quella notte quasi con la paura del mattino. Marco è uscito prestissimo con coraggio e speranza è andato all’ ospedale a chiedere come sta suo figlio, io l’ ho pregato di chiamarmi subito al telefono per avvisarmi del suo stato.

Quando ho sentito squillare il telefono ho avuto timore di rispondere.

Simone si è ripreso ha esclamato Marco commosso è uscito dalla sala rianimazione non è più infetto lo hanno portato fuori al reparto con gli altri bambini, che felicità immensa ho provato un macigno si è tolto dal mio cuore, ho ringraziato Dio di averlo salvato.

Sono corsa subito all’ ospedale al suo capezzale il suo viso ora è più roseo, ha aperto gli occhi mi guarda io gli sorrido baciandolo sulla fronte, anche mio marito e qui vicino a me siamo felici il peggio è passato.

Ma ecco che una nube nera avanza nella stanza è mia suocera si avvicina al letto di Simone dice... riferendosi a suo figlio… Non gli stare troppo vicino è infetto.

Non fa in tempo nemmeno a finire la frase che io le rispondoMi faccia il piacere signora vada a casa e la caccio con tanta rabbia.”

“ Va via spero che non ritorni più.

Simone si sta riprendendo, ogni giorno è più sveglio sente la vita che rinasce in lui, ha voglia di giocare di ridere che bello.”

“ C’è voluto un mese per riprendersi definitivamente ed io con lui.

Mia suocera ogni tanto viene nel reparto, ma io appena la vedo entrare esco fuori al giardino, non ci tengo a vederla ne a parlarle è troppo cattiva.

Ho saputo da un infermiere, quando siamo entrati quel brutto giorno e Simone stava male, avevano dato a mia suocera gli abiti che portava il bambino per portarli a casa e disinfettarli con la bollitura lei li aveva presi e lasciati nel suo giardino, ha avuto paura di toccarli che nonna!

Non m’importa ora sono felice che tutto sia andato bene sono tornata a casa con mio figlio sano e salvo.”

Mi sono recata dal dottore che quella sera è venuto a fare la visita, lui è venuto a sapere della malattia di Sandro io non gli ho detto niente mi serviva solo una ricetta, non ha avuto il coraggio nemmeno di guardarmi in faccia.”

Quella è stata l’ ultima volta che l’ ho visto ho cambiato medico per colpa sua stavo perdendo mio figlio.

“ Tutto è bene quello che finisce bene.”


Gabriella Giusti 27/06/2020 08:25 1022

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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