“ Mirella che ne pensi se oggi andiamo al mare, è una bellissima giornata?”
“ Vengo volentieri Liliana,
oggi il mare è meraviglioso calmo sembra quasi un lago, il sole è raggiante vieni andiamo sulla spiaggia a sdraiarci sotto l’ ombrellone.”
“ Sai che ti dico Mirella mi sono stancata di stare qui a poltrire quasi quasi, vado a farmi un bel bagno in mare perché non vieni anche tu?
“ Mi piacerebbe tanto ma non posso”
“ Perché cosa te lo impedisce?”
“ La mia paura dell’ acqua, quando torni se vuoi ti racconto l’ origine della mia fobia.”
Ero una bambina piccola avrò avuto un anno o poco più, quel giorno stavo sulla spiaggia con mia madre a godere i raggi dorati del sole a fare castelli di sabbia con il secchiello e la paletta, quando lei si avvicinò a me mi diede la mano io la seguii piano piano verso la riva del mare, mia madre entrò in acqua prendendomi in braccio poi lentamente mi pose sul pelo dell’ acqua a galleggiare tenendomi per le mani cominciò a farmi roteare, mi sembrava di stare su una giostra, mi girava la testa avevo gli occhi spalancati ero terrorizzata urlavo con tutto il fiato che avevo in gola, non sapevo che quella grande distesa d’ acqua fosse il mare nella mia piccola testolina credevo che fosse una vasca infatti dissi a mia madre...” Mamma chiudi i rubinetti”
Questa frase non posso scordarmela è impressa dentro di me, non sò quanto tempo durò questa giostra di terrore forse solo pochi minuti per me furono infiniti, mia madre diceva... Ciuf ciuf mentre io irrigidita chiudevo gli occhi per non vedere pensavo di morire dalla paura, ero paralizzata lei si rese conto dai miei urli e quella tremenda giostra finì. Corsi sulla spiaggia piangendo lontano da mia madre, non mi fidavo più di lei.
Crescendo ho rinfacciato sempre a lei quello che mi era successo quel giorno, per colpa sua avevo paura dell’ acqua anche se amavo il mare non potevo immergermi, fare il bagno, nuotare.
“ Perdonami figlia mia mi ha detto un giorno non volevo farti del male
era solo un gioco. “
“ Un altro minuto di quella giostra e sarei morta,
ti rendi conto mamma.”
Ho tentato con tutte le mie forze di vincere la paura ma non ci sono riuscita appena metto i piedi nell’ acqua inizio a tremare come una foglia
poi non parliamo se ci sono le onde.
Che dispiacere provo nel vedere tante persone immerse nell’ acqua fresca a divertirsi e io solo a prendere il sole non posso fare altro, ogni estate si ripresenta il problema, ogni volta che mi avvicino all’ acqua il ricordo di quel giorno ritorna a ossessionarmi come se fosse successo ieri.
Sono trascorsi tantissimi anni da quel giorno di terrore che mi ha creato questa atroce fobia, mia madre ormai non c’è più io continuo a vivere rassegnata lontana dalla riva del mare anche se lo amo, ma una cosa questa mia ossessione mi ha insegnato, i bambini devono affrontare tutto da soli, i primi passi è giusto cadere e rialzarsi, sbagliare per imparare. Se quel giorno mia madre non mi avesse messo sul pelo dell’ acqua a fare il trenino, avrei affrontato il mare quando avrei avuto voglia e piacere, adesso saprei nuotare, fare il morto a galla, sono stata obbligata a fare una cosa troppo presto.
Ho perdonato mia madre so che non lo ha fatto per cattiveria non aveva capito che per tutto ci vuole tempo, è stata una mamma che forse mi ha amato troppo, mi ha viziato, mi voleva far crescere sotto una campana di vetro, ma si deve sbattere la testa per crescere, se no si viene su insicuri.
Io con i miei figli questo errore non l’ ho fatto, non gli ho trasmesso la mia paura dell’ acqua, loro sono andati da soli sulla riva del mare a sghizzare l’ acqua con i piedi, a giocare con la sabbia bagnata con le formine, con la ciambella sull’ acqua a galleggiare, hanno imparato a nuotare ad andare sott’ acqua con la muta a caccia di pesci.
“ Mi dispiace Mirella di quello che ti è accaduto quando eri bambina hai subito un forte trauma che ha influenzato la tua esistenza, ma sei una brava madre hai cresciuto bene i tuoi figli senza paure e hai perdonato tua madre perchè hai capito il suo errore.”
Certo nessuno nasce genitore a volte si crede di fare del bene e si sbaglia, perdonare è giusto.
“ Mirella ti fidi di me?”
“ Certo perché”
“ Ti conduco io per mano verso la riva del mare, ti appoggi a me ti bagni.”
“ Posso provare ad affrontare il mare.”
“ Che bello, Liliana sono entrata, mi sono bagnata fino alle spalle
con te che mi tieni la mano non ho paura,
che bella sensazione”
che frescura meravigliosa.”
“ Grazie amica cara ti sarò grata a vita per la gioia che mi hai donato.”