Claudia è una ragazza di sedici anni dolce
sensibile allegra si è appena svegliata si stropiccia gli occhi, un raggio di sole filtra dai vetri della finestra è una mattina splendida di primavera.
“ Che bello dice fra se, oggi è Domenica non devo andare a scuola posso uscire fare due chiacchiere con le mie amiche.”
Mentre si veste si guarda allo specchio si vede carina, ma certo non il massimo, il suo modo di vestire pantaloni e maglietta non esalta la sua femminilità ancora acerba.
Apre la finestra è una giornata solare di primavera di fronte a lei una collina verdeggiante colma di profumi intensi della
natura, qua e la cespugli fioriti voli lievi di farfalle colorate uno spettacolo unico.
Claudia va in cucina a fare colazione ha una fame tremenda.
“ Ciao mamma, vado a fare quattro chiacchiere con le mie amiche prendo la bicicletta.”
“ Bene cara divertiti ma non fare tardi per il pranzo.”
“ Non ti preoccupare.”
Cammina svelta verso la sua bicicletta che ha lasciato vicino alla porta d’ ingresso.
salta sul sellino parte pedalando con vigore
un lieve venticello le sfiora il viso e le alza i capelli castani dorati legati con un elastico a coda di cavallo, è felice gode l’ armonia soave della giornata.
Pedala ammirando il paesaggio, procede velocemente salite, discese, curve, pensa alla sua vita di fanciulla a quanto è fortunata ad avere dei genitori che la amano tanto. Non si rende conto che ha percorso tanti chilometri, improvvisamente urta con la ruota davanti qualcosa forse un sasso, scende dalla bicicletta la gomma è a terra bucata.
“ E adesso che faccio dice fra se, posso provare a rigonfiare la gomma ma è inutile si risgonfierà il danno è grande, non posso fare nulla solo restare qui ad aspettare che passi qualcuno che mi possa aiutare.”
La giornata meravigliosa di primavera colma di sole ora è diventata cupa Claudia aspetta sul margine della strada con la bicicletta per terra è preoccupata.
Pensa...” Se si dovesse fermare qualcuno per darmi un passaggio con la macchina
sarò costretta a salire ho paura, mamma mi dice sempre di non fidarmi di persone che non conosco, ma in questa situazione che faccio sono obbligata a farlo altrimenti resterò qui sulla strada a fare il palo.
Non fa in tempo a formulare questo pensiero che una macchina si ferma, tira giu il finestrino si affaccia un uomo le dice...
Cosa è successo?
“ Ho bucato una gomma, non so come tornare a casa.”
“ Vuoi un passaggio?”
“ Dove abiti?”
“ Al paese Fontenuova.”
“ Sali svelta non ho tempo da perdere.”
Resto un po titubante il tipo che si è fermato è molto sgorbutico, non è un ragazzo, sarà sulla trentina, non so che fare
Forza ragazzina mi dice scendendo dall’ auto sali, mi prende per un braccio e mi fa salire, la mia bicicletta e la mette dietro nel portabagagli, risale in macchina sbattendo la portiera, in quel momento mi vengono in mente tante cose brutte, non mi fido di quel tipo vorrei scendere ma questo gia ha avviato il motore messo la marcia ed è partito a tutta velocità.
“ Come ti chiami bellezza?”
“ Mi chiamo Claudia.”
“ Io sono Livio, qua la mano.”
“ Perchè piccola non mi guardi in faccia, sono così brutto.”
“ No certamente”
"Quindi ti si è bucata una gomma, sono cose che capitano però che fregatura, non ti preoccupare ti porto a casa io, i tuoi genitori ti staranno aspettando."
“ Certo grazie.”
Giuda velocemente con aria disinvolta con la radio a tutto volume, vedo che la strada che sta percorrendo è quella giusta faccio un respiro profondo di sollievo.
“ Cara non ti dovresti allontanare tanto da casa, tua madre non ti ha detto che ci sono in giro delle persone poco raccomandabili
pronte a fare del male.”
“ Si mia madre me lo dice spesso.”
“ E tu ti sei fidata a salire sulla mia macchina senza conoscermi?”
Ho un momento di panico sentendo queste parole mi blocco non so cosa rispondere, mi guarda con un sorriso strano dicendomi...
” Non è il mio caso io sono buono come il pane, ride di cuore.”
Mette la sua mano sul mio braccio accarezzandolo, resto di sasso irrigidita tremante, lui mi guarda maliziosamente.
“ Non mi dire che hai paura di me?”
“ No rispondo.”
“ Vorrei diventare tuo amico, tu che ne dici se ci fermiamo un po qui in questo posto tranquillo?”
“ No devo tornare subito a casa, i miei genitori mi staranno cercando
“ Non staremo tanto solo il tempo di conoscerci intimamente.”
“ Sta scherzando?
" Io non voglio conoscerla
mi lasci scendere per favore.”
“ Così mi ringrazi del passaggio che ti ho dato brutta schifosa.”
Ha il viso trasfigurato dalla rabbia, gli occhi fuori dalle orbite, apre la portiera scende, mi scaraventa giu dalla macchina con cattiveria infinita, prende la mia bicicletta dal porta bagagli e la getta per terra, risale in macchina e riparte a tutta velocità.
Sono distesa sull’ erba sconvolta faccio fatica ad alzarmi ho i pantaloni rotti alla ginocchie ma sono sana e salva per fortuna, poteva andarmi peggio sono caduta nelle mani di un losco individuo, m’ incolpo di quello che mi è successo non dovevo salire su quell’ auto, il mio sesto senso mi aveva avvisato ma non ho fatto in tempo a scendere, riprendo la mia bicicletta e lentamente cammino mi rendo conto che non sono molto lontana dal mio paese, nella disgrazia sono stata fortunata, sono angosciata, mia madre non deve sapere quello che mi è accaduto soffrirebbe troppo, ma come fare a non far vedere il dolore che c’è nei miei occhi?
Sono quasi vicino a casa, mia madre è la sulla porta mi vede mi viene in contro mi dice..."Che hai figlia mia sei pallida?"
"Nulla mamma ho bucato una gomma, ho dovuto camminare tanto per tornare sono stanca." "Mio padre mi guarda preoccupato
dicendomi... Ti abbiamo aspettato tanto."
"Mi dispiace ma l’ importante è che sono tornata tutta intera, fatevi abbracciare cari genitori vi voglio bene."
"Perché Claudia stai piangendo?"
“ Nulla mamma sono felice di rivedervi.”