Marietta è una donna dallo spirito semplice che vive di una piccola pensione e di quel po’ di guadagno che ricava dalla vendita di alcune verdure che coltiva personalmente e di altre spontanee che raccoglie nelle campagne adiacenti al paese. La sua pelle trattiene l’ odore del basilico e il viso racconta il colore e l’ aridità dei giorni trascorsi al sole. Guardando il deserto di quel viso, ciò che più stupisce sono gli occhi: essi conservano la brillantezza di due gocce di rugiada su un campo di trifoglio. Marietta lavora duro, ma benché provata dalla vita che non sempre con lei è stata generosa, mantiene nel carattere la dolcezza del miele e non pungerebbe mai nessuno, come le volte che è stata punta lei, dalla vita e dalle ortiche.
Marietta ogni giorno si alza di buon’ ora e si reca in campagna. La donna, che si sente in colpa perché a causa del lavoro diserta le funzioni religiose; da qualche tempo coltiva l’ idea di regalare al paese una statua del Redentore. Una statua che accolga tutti a braccia aperte e al contempo lei possa ringraziare ogniqualvolta dai campi fa rientro al paese.
Da quando suo marito è morto, la donna che non ha figli e soffre la solitudine ha adottato un gattino randagio. La presenza del pelosetto ha colmato il vuoto della casa, vuoto che si è ripresentato; quando il micio durante una delle sue scorribande notturne ha incontrato una gatta e non è più rincasato.
I paesani che da lei abitualmente comprano le verdure vanno di fretta e non si fermano a conversare, altri che prova ad avvicinare la sfuggono o la allontanano infastiditi. Ciononostante la donna affronta la giornata con il sorriso sulle labbra e lo offre spontaneamente a chi incontra, come spontaneamente regalerebbe le fresche erbette “se non dovesse di loro sostentare”.
Marietta da un po’ di tempo quando saluta i suoi compaesani, lo fa canticchiando. Qualcuno ha fatto girare la voce che ha le rotelle fuori posto, che solo questa può essere la ragione di tanta gioia.
La povera donna culla il sogno di vedere realizzato al più presto il suo desiderio. Il solo pensare alla statua la inonda di felicità. Lei trattiene questo segreto gonfio nel petto perché non ha nessuno con cui condividerlo.
Racimolato il denaro per la statua, Marietta, tramite una lettera, fa in modo che la somma insieme alla richiesta giunga al parroco, il quale, pur non conoscendo l’ identità del donatore, poiché la lettera è anonima, dopo averlo annunciato ai fedeli si prodiga per soddisfarla.
Una parte di cittadini protesta, quando la statua con relativa funzione religiosa è posta all’ ingresso del paese. Per giorni in paese non si parla d’ altro. Le voci si dividono in favorevoli e contrarie. Si favoriscono riunioni, si formano gruppetti al bar, ci si domanda se non sia più giusto mettere la statua all’ interno della chiesa, piuttosto che all’ imbocco del paese. Qualcuno si chiede, se la statua possa offendere chi professa un altro credo o chi di fede non ne ha nessuna. Tutti si domandano chi possa essere il misterioso benefattore.
Nessuno pensa alla vecchia, invisibile Marietta. Nessuno sa del sacrificio che ha fatto per regalare al paese la statua del Redentore. Marietta prosegue con la vita di ogni giorno, solo che ora ogni qualvolta rientra al paese, si ferma a lasciare un fiore di campagna e fare una preghiera. La donna è serena e non fa caso al trambusto che ha causato quel suo innocente capriccio. Sa soltanto che ora c’è qualcuno che la fa sentire meno abbandonata e stanca; qualcuno che le offre un abbraccio benevolo e genuino a fine di giornata.