La luce del limone tra le ombre della sera è ancora accesa, qualche goccia di miele travasa dai pensieri, bagna di dolce sapore la mia lingua. Mastico il tempo, mai così unito, percorro la strada tra l’ incertezza dei passi nel vialone del bosco tra querce spogliate da un febbraio incolore. Respiro… Lentamente cammino tra leggeri rumori di foglie ingiallite che cadano da rami oramai spogli di verde, magri e rinsecchiti, qualche corvo saltella nell’ umido terreno in cerca di cibo incurante dei maratoneti del primo mattino, col becco giallo e vestito di nero sembra che danza per dare spettacolo ai miei occhi. Un pallido sole illumina il lungo viale intrufolandosi tra le folte chiome dei pini, non trova ostacoli, tra i muti alberi senza parole trapassa l’ ombra di ogni mio residuo pensiero. Respiro ... Una fitta nebbia a distanza copre il percorso del viale, accelero i passi tra folate di vento freddo, nemmeno una fragola pungente sulla lingua mi darebbe calore in questo tempo, mastico pensiero al posto di bastoncini di liquirizia immaginando una primavera gioiosa, colorata, profumata del nuovo dopo il lungo sonno. Non mi piace la stagione invernale, non sopporto la pioggia, la neve, il fumo dei camini e le castagne che scoppiettano sul fuoco, mi gusta il caldo sole sulla pelle, l’ odore del mare, le passeggiate in bicicletta, la vista delle stelle gialle tra le onde piegate dalla corrente del mare. Finirà presto questo grigio mese, la primavera con impeto aprirà la porta del suo tempo, germoglieranno fiori e amori, ogni cosa si risveglierà dal lungo sonno, tutto ci sorriderà. Correrò, respirerò, spezzerò il fiato, accelererò senza fermarvi; a passi svelti, recupererò ... Tra folate di profumo di mare la memoria di un di un dimenticato io, riconoscerò l’ atavico respiro del mare. Avvertirò sale nelle narici. Il gigante (Vesuvio) imponente, superbo, non indosserà il colletto bianco, ruberà i miei occhi. Vestito dal nero colore dell’ ombra, macchiato di verde, mi ricorderà l’ odore delle ginestre a primavera. In un decimo di attimo mi ritroverò sulla bocca profonda del vulcano. Inspirerò profondamente ricordi di estate passate tra le argentee onde che si frantumano schiumose sulle pietre, scogli, sentinelle di riva. Voleranno, planeranno, si adageranno sulle ali del vento del golfo di Napoli ventisei gabbiani e coppie di cormorani dagli scogli di Mergellina, incantati, osserveranno il coccodrillo (Capri) che si distende a pelo d’ acqua nel golfo. Correrò certo, slaccerò le gambe. Rincorrerò, accelererò, mi bagnerò di colori, del giallo prominente, dell’ azzurro mare ai piedi, del celeste cielo sopra la mia testa.
Sarò colore.
Correrò veloce, suderò,chi se ne frega, con uno sforzo aprirò la porta dell’ armonia. Saluterò una moltitudine di io. Abbraccerò il preferito, consolerò l’ altro, abbraccerò tutti. Saremo in tanti in questa corsa ... |
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