T’ allieta un gran ricordo,
quando gli anni corrono via,
ritorni indietro nella memoria,
non vuoi farli fuggire,
tutta chiusa lei se ne stava ad aspettar te
, che la cercavi
Luminosa te la sei ritrovata d’ innanzi,
scintillante chiara piccola, vecchia
eccola la mia dolce casetta
Li son nata in una notte di marzo,
mi dicevan alla mia domanda da dove son venuta
la cicogna era entrata da quel piccolo buco
li dal soffitto dove il muro s’ era crepato
Era una palazzina di due piani,
su un vecchio rudere di pianterreno
un gran portone ed una scalinata
di gradini neri in pece
portava su
Dentro si stava bene,
ricordo ancor la grande sala con pavimenti in ceramica,
dove tutto si svolgeva li dentro
era camera matrimoniale, giochi, studio e ospitalità
Il sole non mancava mai
. dalla grande persiana entrava ogni giorno
senza bussare. la
in quel grande balcone sbocciò la mia fantasia
volava sognava alto. di andar lontano lontano
Con una semplice cordicina avevo l’ altalena
con due sedie e una coperta una tenda dove nascondermi
col manico di scopa un microfono e con le piante grasse
scrivevo sul muro a mò di lavagna
Cantavo tutto il giorno. ed insegnavo al vento le mie storielle
ero ancor tutta sola in quella casa
ancor piccola, mio fratello doveva ancor venire
e dentro la cameretta di canne e gesso, le sere d’ estate
mi facevan compagnia anche le blatte
Una micro cucina ed un ugual bagno,
solo il water ed un secchio d’ acqua
cadde a specchio tra il rossore dei gerani e
gli enormi piatti di ceramica in fila sulle sedie
col pomodor ad asciugar al sole, con l’ uva a seccar
e la marmellata di mela cotogna nelle coppette di ghisa
profumi da ubriacar il più astemio dei bevitori
e frà api, mosche e zanzare, una bella goduria
sabbia, salsedine, mare, bagni, pioggia fango,
risi e pianti volò l’ infanzia
Pensieri di quei giorni in me perduti e ritrovati
fra le gambe di nonna stretta perdevo i primi miei denti da latte
poi il bagno domenicale, dentro la vasca di zinco
col puzzo del sapone di casa che,
facea bruciar gli occhi e tutto il resto
Fuori l’ ombra dell’ estate, tutto l’ anno andava avanti
con le rondini sul tetto e gli oleandri di vari colori
Il babbo col pigiamone seduto di buon mattino
a corregger compiti dei suoi alunni con caffè e sigaretta in mano
In tutta casa l’ odor del basilico, pomodoro e pasta
o il buon pesce a zuppa sulla tavola apparecchiata
non mancava mai
Il mio buon latte ancor bevuto in biberon
coperto con una pezzuola seduta li sullo sgabello
Stretta stretta, dentro quel minuscolo balconcino mal ridotto
e pericolante dove, un dì,
con una gamba a penzoloni son rimasta incastrata
Dove sei sera non t’ affrettar da venire,
fammi goder ancora questa fiamma
Oh... mia cara casetta dall’ odor di muffa,
basilico e gelsomino
portami ancor all’ infanzia mia
dimenticar gli affanni e gli anni
Mi sembra di aver raccontato una bella favola
col pensier lontano ti rivedo
e sei con me nel mio cuore
Alla memoria di chi non c’è più
Storie vere