(Introduzione)
“Erano già le sei del pomeriggio, ed io dovevo ancora stendere i panni e lavare i piatti del pranzo! Ero stata tutto il tempo al telefono a parlare con parenti e amici per gli auguri di Natale, che sarebbe arrivato entro una settimana. Avevo provato a chiamarli in altre occasioni, ma lasciavo sempre indietro qualcosa, e a Paolo, mio marito, non gli piaceva affatto trovare la casa sporca o in disordine. Ma quando si parla per telefono, si sa, si incomincia a chiacchierare e non si finisce più, e si parla della salute, della situazione economica, della politica, e chi più ne ha, più ne metta! Andava a finire che quasi quasi mi dimenticavo il vero motivo della telefonata!”
Dì lì a poco sarebbe arrivato Paolo dal lavoro, una sensazione di disagio e paura le passò lungo la schiena e un leggero tremore si evidenziava nelle sue mani. Per evitare una discussione, si mise subito a riordinare la cucina, e intanto aveva messo sul fuoco una pentola d’ acqua per la pasta. Sapeva che voleva sempre mangiarne un piatto quando arrivava a casa, il sugo l’ aveva già fatto in mattinata, e dopo gli avrebbe cucinato una bistecca con l’ insalata per contorno. Faceva tutto in fretta e con un certo nervosismo, guai se non avesse trovato già pronto...
Mentre faceva queste cose, il rumore della chiave nella serratura le fece capire che era arrivato.
Paolo entrò in cucina, e quando la vide che lavava i piatti, le prese i capelli dietro alla nuca e le tirò indietro la testa, e avvicinando il suo viso all’ orecchio di Sara sussurrò: “ Che cavolo hai fatto oggi che stai ancora lavando i piatti”? “ Io vado a lavorare per te, e tu te la spassi con delle scemenze, vero?” “ Non sono scemenze!” rispose Sara con forza, “ Ho fatto delle telefonate alla mia famiglia per dare loro gli auguri di Natale!”
Uno schiaffo fortissimo arrivò sul bel viso di Sara, che fece per andarsene, ma suo marito la riprese per i capelli, dicendole che aveva fame, e che voleva mangiare subito!
Con le lacrime agli occhi lei gli servì da mangiare e se ne andò in camera buttandosi sul letto a piangere tutto il suo dolore.
Paolo era un uomo autoritario e violento, ben diverso da come lo aveva conosciuto quando s’ innamorò di lui. I genitori di Sara l’ avevano messa in guardia, a loro non piaceva assolutamente Paolo, e non volevano che si sposasse con lui. Ma Sara non diede ascolto ai loro avvertimenti, e ora ne pagava le conseguenze.
I primi due mesi di matrimonio furono, se non proprio felici, almeno abbatanza buoni. La prima cosa che mise in allarme Sara, fu il desiderio di Paolo di farle lasciare il lavoro, dicendole che non era necessario che lavorassero in due, lei si ribellò a questo suo volere, dicendogli che amava il suo lavoro e che non intendeva lasciarlo, e quella fu la prima lite dove Paolo dimostrò la sua violenza riempendola di botte!
Avrebbe voluto tornarsene a casa dei genitori, ma non voleva ammettere il suo sbaglio e sopportare le prediche che sarebbero venute in seguito e perchè in fondo sperava di poterlo cambiare con la pazienza e l’ amore, che nonostante tutto ancora provava per lui.
Dopo un tempo che a Sara parve lunghissimo, lui entrò in camera, si avvicinò al letto, e come faceva quasi sempre le chiese perdono baciandola appassionatamente. Questi sbalzi d’ umore del marito confondevono Sara, che ogni volta sperava che fosse avvenuto il miracolo che lei tanto aspettava, ma si illudeva di grosso.
Passò una settimana di vera luna di miele, dopo la quale Sara se ne accorse di aspettare un bambino. La felicità era arrivata finalmente per i giovani sposi, almeno apparentemente, si, perché Paolo non voleva per nessuna ragione che lei andasse a farsi delle visite ginecologiche. Lei, pazientemente gli spiegò che andava da una dottoressa, e che poteva assistere anche lui alle visite. Ma non ci fu niente da fare. Anzi, non la lasciava uscire nemmeno per fare la spesa, dicendole che avrebbe pensato lui a portare a casa quello che serviva. Ma le cose andavano di male in peggio, lui doveva lavorare, e non aveva tempo per fare queste cose, e molte volte Sara usciva di nascosto per comperare qualcosa da mangiare. Allora erano scenate di gelosia quando tornava a casa, e ricominciarono anche gli schiaffi e le percosse. Sara dimagriva a vista d’ occhio, temeva per il bambino, era disperata.
Una sera, Paolo tornò a casa ubriaco: “ Ehi tu!!!! voglio da mangiare, ho fame, hai capito? Dove sta la mia pasta? Paola era sdraiata sul divano, non si sentiva bene, e con voce debolissima gli rispose: “ "Sono qua, sul divano...” e lui: “ Ahhh, la signora è sul divano! ma guarda guarda!” Sbandando da una parte all’ altra, arrivò di fronte al divano, e tirandola sgarbatamente per un braccio la fece cadere per terra. “ Hai capito cosa ti ho detto? Ho fame, voglio mangiare, e in questa maledetta cucina non c’è niente preparato!” Sara fece uno sforzo tremendo per rimettersi in piedi, ma non ci riuscii, e lui incominciò a darle calci e gridare come un forsennato, finché se ne accorse che era svenuta, non si muoveva più...Allora la prese tra le braccia e la portò sul letto, poi andò fuori nel piccolo giardino davanti casa, prese alcune rose sfiorite e le portò in camera e le mise intorno a Sara, cercò delle candele, e dopo averle accese le collocò tanto vicino al letto che in un baleno prese fuoco . Le fiamme si alzarono formando un cerchio di morte intorno a Sara e Paolo, che si buttò adosso a lei, coprendola col suo corpo.
I pompieri arrivarono in tutta fretta chiamati dai vicini che avevano visto del fumo uscire dalla finestra e come veri eroi tirarono fuori marito e moglie, che furono portati immediatamente all’ ospedale con la ambulanza che aspettava fuori. Paolo aveva delle gravi ustionii e non si sapeva se si sarebbe salvato, Sara, per fortuna, presentava solo bruciature lievi, e presto sarebbe uscita dall’ ospedale. I genitori di Sara erano al suo fianco, e quando lei aprì finalmente gli occhi, sua madre pianse dalla gioia, e le chiese perdono per averla abbandonata a se stessa senza mai interessarsi a lei. Il padre pure era molto emozionato, specialmente quando seppe che Sara l’ avrebbe presto fatto diventare nonno. Per fortuna il bimbo non aveva subito nessun danno, e mentre stavano tutti e tre abbracciati, una infermiera entrò nella stanza per dire che Paolo era deceduto. Le grosse bruciature lo avevano distrutto, e assieme a lui, la sua malvagità.