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Autunno da dimenticare

Ragazzi

L’ autunno era arrivato con i suoi colori stupendi; quelle fantastiche tonalità di marrone e giallo davano un senso di tranquillità ma anche d’ immensa tristezza. Per lo meno così era per Victoria; lei era capace di stare a guardare dalla finestra per ore, seduta sulla sua sedia a rotelle e, mentre il suo sguardo si perdeva nel paesaggio autunnale, la sua mente percorreva la sua infanzia e si vedeva felice in quella distesa di foglie secche che ora riempivano il grande giardino della sua casa. Le pareva di sentire una voce che la chiamava: "Victoria! Victoria! Dove ti sei cacciata? Esci dal tuo nascondiglio, sono stanco di cercarti!”. Lei, ridendo, saltava fuori come uno scoiattolo e correva a fare “tana!”. Carmelo si arrabbiava e le diceva che se ne sarebbe andato a casa sua, che non avrebbe giocato piu’ con lei perche sapeva nascondersi così bene che lui non riusciva a scovarla mai poi, all’ improvviso... eccola!!! e vinceva sempre.

Fu proprio così che accadde dieci anni fa in una giornata autunnale. I ragazzi stavano giocando a nascondino e Carmelo, come sempre, la cercava e la chiamava impazientito. Ma quella volta Victoria non apparve. Carmelo, allora, preoccupato, corse in casa e lo disse ai genitori della ragazza e andarono tutti fuori a cercarla.


Il giardino della villa era grande, ma presto si accorsero con angoscia che la ragazzina non c’ era. Stavano rientrando in casa desolati, quando videro arrivare un uomo che la portava in braccio dicendo che l’ aveva sentita lamentarsi dal dolore vicino a casa sua sotto ad un muro molto alto. Chiamarono subito il medico di famiglia che, dopo averla visitata, consigliò di portarla subito in ospedale. Lì ricevettero una notizia molto crudele: Victoria doveva essere operata al più presto alla colonna vertebrale, ma già si capiva dalle lastre che non avrebbe più potuto camminare.

Furono mesi di disperazione per tutti; la portarono dai migliori specialisti del ramo, fecero tutto quello che era possibile ma il destino aveva deciso diversamente. Quella tremenda caduta le aveva tolto la sua giovinezza, la sua libertà e la sua gioia di vivere. A niente valsero la vicinanza e l’ amore dei suoi genitori, delle sue amiche e specialmente la vicinanza di Carmelo. Non c’ era giorno che non andasse a trovarla, a farle compagnia, ma Victoria si era spenta, rinchiusa nel suo dolore e niente e nessuno potevano smuoverla o rallegrarla un po‘.


Passarono diversi anni e Victoria, che ora si trovava davanti a quella finestra guardando quel giardino, ebbe un brivido che le attraversò tutto il corpo, e come in un incubo, per l’ ennesima volta pensava a quello che le era capitato.

Arrivò il suo ventesimo compleanno e i suoi genitori decisero di farle una grande festa a sorpresa, altrimenti si sarebbe ribellata e opposta come faceva ogni volta che la sua famiglia parlava di feste o ricevimenti. I suoi speravano che trovandosi di fronte a cose fatte, forse, sarebbe riuscita anche a divertirsi. Ma come si sbagliavano! Victoria appena capì che qualcosa si tramava alle sue spalle, volle sapere a tutti i costi cosa stava succedendo. Sua madre allora dovette dirglielo, la abbracciò con tutto l’ amore che sempre le aveva donato e le disse che era giusto festeggiare i suoi vent’ anni, che lasciasse per una volta almeno, che una ventata di allegria e spensieratezza entrasse in quella casa che, da molto tempo ormai, era diventata un luogo tetro e solitario.

Victoria ebbe una reazione violenta, iniziò a piangere e a gridare che era lei che compiva gli anni, aggiungedo che era lei che decideva se voleva festeggiare oppure no, e la risposta era NO! NO! Non voleva che tutti vedessero come si era ridotta e leggere nei loro occhi la pietà, mentre con parole false e ipocrite le facevano mille complimenti e sorrisi di circostanza. NO! Nessuno poteva obbligarla ad accettare una festa che lei non desiderava nè sentiva di poter sopportare! Sua madre, con un dolore immenso nel cuore, le disse di calmarsi, che le avrebbe fatto male alterarsi in quel modo, che non ci sarebbe stata nessuna festa se lei non voleva. La lasciò sola e andò a telefonare a Carmelo, lui era l’ unico che riusciva a calmarla veramente.

Lui arrivò immediatamente, e la trovò in lacrime, questa storia della festa le aveva dato proprio tanto fastidio;, quando lo vide Victoria aprì le braccia e lui si chinò sulla sedia a rotelle e la baciò per la prima volta. Lei allora lo guardò con immenso amore, e gli domandò: “ Tu mi ami davvero?” Carmelo rispose “ Lo dubiti ancora?”, Victoria gli chiese se aveva pensato bene come sarebbe stata la sua vita assieme a lei, e Carmelo, inginocchiandosi davanti le disse: “ Vuoi sposarmi?” Victoria questa volta piangeva, ma di felicità, e guardandolo con gli occhi pieni di lacrime rispose: “ SI, SI, SI!” “ Cosa aspettavi a chiedermelo?” . E un altro bacio, questa volta più appassionato, sigillò quelle parole.


Franca Merighi 02/10/2018 16:21 1347

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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