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Fame d’amore. Parte cinque

Amore

Otto marzo.

Nella giornata internazionale della donna si aprono capitoli di vita, si chiudono scorci e s’ imbriglia la mente nel cambiamento.
Donne dedicate ai preparativi per organizzare una giornata fuori dalla normale routine; altre contestano questo giorno predicando che non c’è nulla da festeggiare anzi i pochi diritti acquisiti si stanno assottigliando nel valore.
Apparente libertà di agire e di pensare, ma nei fatti se prima non sbrighi le faccende non si va da nessuna parte.
Laura per questo era sola e viveva alla giornata. Se il letto era sfatto poi la sera, si dormiva lo stesso. Decideva lei di fare quello che fosse più opportuno.
Certo darsi delle regole è sempre una bella cosa, ma è anche vero che la libertà si assapora attimo per attimo facendo quello che più ci aggrada. Rispettato il lavoro, tutto il resto diventa una profonda indipendenza.
Quella mattina si era alzata presto, riordinato la casa, si era preparata con cura e uscita in tempo per essere puntuale all’ appuntamento.
Davanti al bar si guarda intorno e non vede nessuno.
Forse è già arrivato? Pensa.
Entra. Spinge la pesante porta. Una leggera resistenza come se si fosse inceppata.
Deve forzare un po’ per entrare.
Entra!
Il locale è quasi deserto.
Ok!
Migliore possibilità di parlare indisturbati.
Si guarda intorno per cercare un tavolo in disparte ed ecco si sente chiamare. Alza gli occhi e lui è nella stanza sopra dove s’ incontrano gli innamorati o le persone che non vogliono essere disturbate.
Paolo è già lì, elegante, con un pullover blu, pantaloni grigi; la camicia di un leggero azzurro e la cravatta rossa e blu.

Stava bene vestito a quel modo. Il fisico asciutto e la pelle liscia nel viso sbarbato. Dimostrava meno degli anni anagrafici. Bello, con gli occhi che quando fissano oltrepassano tutte le difese.

Laura sale le scale che conducono sopra, si salutano con un piccolo bacio sulla guancia. Il profumo che l’ uomo emanava le metteva i brividi addosso.
Laura era curata nel suo abbigliamento, ma come sempre aveva l’ abitudine
di vestirsi casual; un abbigliamento molto consono al suo modo di essere.
Un vestito a quadretti rossi e neri e soprattutto comodo con un cardigan grigio e sciarpa nera avvolta intorno al collo e il suo basco in testa dello stesso colore per ripararsi dall’ umidità marzolina.
Si siedono e Paolo le comunica che aveva ordinato il solito cappuccio e la sua pasta preferita.
Annuì, pensando al loro colloquio; chissà come evolverà?
Lei era decisa a mettere in chiaro le cose.
Laura voleva una relazione alla luce del sole oppure ognuno per la sua strada; aveva vissuto per trentasei anni senza di lui e lo avrebbe fatto ancora.
Paolo inizia il suo discorso con la ricorrenza dell’ otto marzo.
La festa che innalza la donna e le dona dignità. Lui ama l’ universo femminile figura perfetta che relega l’ uomo come semplice spettatore. La realtà è che comandano le donne, ma forse ancora non se ne sono accorte.
Laura ascolta e pensa dove voglia arrivare con questi discorsi.
La violenza scaturisce dalla paura di rimanere emarginati, allora il maschio esplode per imporre la sua virilità, ma sono sempre perdenti. Vince sempre l’ immagine femminile.
Laura lo interrompe e gli chiede in che categoria lui si è posto.
Paolo risponde con molta chiarezza:
"In quella che non sta in cielo né in terra.”
“ Io volo sopra le nuvole, dipingo il giorno con gli occhi dell’ immaginazione.
Tengo il piede su due scarpe, proprio per non assumermi le mie responsabilità.
In te ho trovato la perfezione e non voglio sciupare questo sentimento e viverlo come intendi tu.
La mia mente è coniugata con la tua, siamo una sola anima e non mi chiedere di vivere insieme, oppure di andare da qualche parte per cercare di vivere quest’ amore. Non fa per me, ho paura di intaccarlo con il nostro egoismo".
Laura esterrefatta.
Non capiva.
Non riusciva a entrare in quella linea d’ onda.
Lei: concreta fino al midollo, romantica all’ inverosimile, aveva bisogno di lui del suo corpo, di assaggiare il miele dell’ amore.
In pochi secondi le passò davanti agli occhi il film della sua vita.
Fotogrammi essenziali che le facevano vedere la sua storia. Una concreta ragazza che sognava l’ amore, quello con cui ci si dona all’ altro senza chiedere nulla in cambio e ancora una volta era inciampata sull’ egoismo maschile.
Il più terribile, quello che fa credere che regala invece pretende e allora la cosa essenziale, quella più determinata, era di recidere quel ramo secco che non portava a nulla di buono.
Sola era una forza, in compagnia di Paolo una debolezza.
Piano con voce bassa ma decisa disse:
La mia vita è stata semplice, alla ricerca di un amore, quello vero, ma credo che questo sentimento non esista, è solo nella nostra mente.
Tu per me eri tutto, il padre, il fratello, l’ amico e l’ amante, ma da questo momento non sei nulla. Non esisti, sei solo la brutta copia di un amore virtuale.
Le persone come te… sono esigenti e non regalano nulla. Sabina ha tutta la mia comprensione e tu hai sempre detto che è una scatola vuota. Non lo so, ma da come tu appari ai miei occhi sei tu una scatola piena di nulla.
Vuoto dentro, anzi pieno di te, fai del male e neppure ti accorgi di quello che semini. Tua moglie ha la mia stima, lei ha capito chi sei in tempo e pretende ripagandoti con la tua stessa moneta.
La vera vittima è tuo figlio; ancora non ha reciso le radici; i suoi germogli dovrebbero camminare per seminare speranza, idee e passione, invece anche lui è caduto nella tua stessa spirale di egoismo e crede di essere un semplice.
No! La semplicità è in te non in lui e questo consiglio spassionato che ti do è di farlo camminare con le sue gambe e di non uccidere la sua voglia di vivere.
In quel momento il cameriere entra nella piccola saletta.
Dispone nel piccolo tavolo l’ ordinazione e anche una confezione di mimosa e una rosa rossa.
Ringraziano entrambi e il cameriere esce.
Laura guarda la confezione e, scuotendo la testa con piccoli movimenti di negazione e in modo ironico, alza gli occhi ed esclama:
"Quanto mi conosci poco.”
Amo tutti i fiori e la mimosa è il simbolo per eccellenza; la rosa è l’ immagine della bellezza, ma mai avrei accettato un fiore reciso, poiché quando lo tagli, è già morto.
Amo i fiori nella sua interezza, nella loro fragranza, in quello che trasmettano e nel significato in ognuno. Amo tutto dei fiori; ci sono nata in mezzo e ho visto api succhiare il nettare e trasportare il polline da un fiore all’ altro.
Le notti d’ estate assaporavo la loro essenza e sdraiata sui prati mi raccontavo storie da sola.
Immaginavo i miei amori e l’ unicità di questi, invece sono inciampata in una storia, una di quelle complicate; ma com’è noto ormai, mi conosci e dovresti sapere che non recido fiori; taglio le vicende nocive per me.
L’ uomo è la peggior specie quando non si esprime con la mente libera, vuole e pretende, ma per fortuna ci sono donne che non si piegano a questo volere, e una di loro sono io.
Soffrire fa parte di questa vita, tutti i giorni che si vivono; l’ ignoto fa parte di noi; è meglio soffrire ora ma non disperarsi mai. Tu non porti a nulla di buono e ci salutiamo qui, in questo caffè, dove la nostra storia ha preso una svolta e oggi si chiude il capitolo".
Paolo non ha saputo ribattere, rimasto senza parole, oppure non si aspettava tal epilogo, muto nel suo disorientamento. Laura già scendeva le scale.
Vuole alzarsi, ma rimane inchiodato alla sedia, pensa.
Intanto Laura usciva dal locale passando prima dalla cassa a saldare la sua consumazione.
Fuori una brezza insolita la invade.
Profumo di primavera mischiato a una gelida carezza invernale.
Libera dai grovigli spinosi di uomini immaturi e senza coscienza. Estrae il cellulare dalla borsa e cancella tutto quello che riguardava Paolo. Numero di telefono, chat e immagini. Un colpo di click mai tanto liberatorio.
Si sentiva bene, non provava nessun dolore interno, ma liberazione.
Così piano si avviò verso il Cimitero; doveva raccontare tutto a Giusi.


Annamaria Gennaioli 22/06/2018 21:09 822

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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