Alcuni anni fa, mi hanno regalato il computer, che per me, già nonna di 74 anni, non era una cosa tanto comune....
Infatti, i primi tentativi sono stati un disastro completo. Non avevo la più pallida idea di cosa fosse un “ file”, un “ link” una “ chat” un “ copia e incolla” e tutto quel aprire e chiudere di “ finestre” già mi avevano fatto venire il raffreddore! (Scherzo, naturalmente, anche se...)
Se non fosse stato per mio figlio, i miei nipoti, e una ragazza che, piano piano, su FB, con una santa pazienza, cercava di insegnarmi, “ virtualmente”, ora non sarei qui a scrivervi. Tutto incominciò, quando mi resi conto, che c’ era un “ sito” che si chiamava “ Scrivere” dove si potevano mandare delle poesie, e siccome a me piaceva moltissimo scriverle, (anche se non avevo nessuna preparazione al riguardo) mi ci buttai di capofitto, rendendomi conto molto presto, però, che non sapevo nè dove incominciare, né dove finire, così incominciai a fare qualche domandina, come se niente fosse, a questa ragazza che scriveva così bene, e che guarda caso, lo faceva nella lingua del mio paese di adozione... il Venezuela
Arianna, così si chiamava, scriveva poesie molto complicate, per i miei gusti, ma evidentemente piacevano un sacco, perché aveva tantissimi lettori e dei commenti molto profondi, io avrei voluto commentarle ma non sapevo da dove incominciare, e poi Arianna le presentava benissimo, con delle foto molto adatte, e anche una musica di sottofondo...
E così, con la scusa di chiederle questo o quello, ci scrivevamo delle lunghe email, dove mi spiegava della brutta situazione che stava vivendo il paese, e della paura che andando avanti di questo passo le cose sarebbero andate ancora peggio. Infatti, incominciò l’ odissea delle lunghe code davanti ai supermercati, chi si alzava addirittura alle due di notte per avere i primi posti e non correre il rischio di rimanere senza niente, chi sveniva sotto il sole cocente, bambini piccoli in braccio alle loro mamme sfinite, che piangevano disperati per la fame, donne anziane, insomma, un vero calvario. Non sapevano pero’ che era ancora tutto rosa e viole, come si suol dire, perchè non passò molto tempo che i supermercati si svuotarono completamente, e non serviva più fare le code, tanto, non avrebbero trovato niente, e se per caso c’ era ancora qualcosa costava un occhio della testa...
Le medicine sparirono anche quelle, e i bambini più piccoli avevano bisogno di pannolini, si incominciò a mettere loro degli stracci con sacchetti di plastica al posto delle mutandine igieniche, e la malnutrizione, malattie e infine la morte erano ormai diventate una cosa normale.... Mia nipote stessa, malata di Glaucoma, non trovava più le gocce per gli occhi, io in principio gliele feci avere con persone che viaggiavano a Caracas, ma dopo poco tempo erano i venezuelani che scappavano da quel inferno (quelli che potevano) molti altri stanno ancora là, come i miei nipoti e altre persone amiche, dimagrendo a vista d’ occhio, e purtroppo mia nipote ora non ci vede più, senza la cura è diventata cieca!
Io e Arianna non sapevamo più cosa dirci, era rimasto solo il rosario da pregare. Lei manda ancora oggi delle belle poesie, ma in ogni riga, in ogni parola, traspare il dolore, la disperazione di una vita senza speranza. Domenica 20 Maggio, ci saranno le votazioni, e ci sono dei punti dove si stà alzando la voce e non solo, ma tutti sanno che vincerà di nuovo l’ ingiustizia e la fame!!!
Mi dispiace tanto per i miei famigliari, non poterli aiutare è la cosa più triste, ma anche lei, la mia cara amica Arianna stà soffrendo le conseguenze di questo incubo. Possiamo solo pregare da qui, perché il Nostro Signore abbia pietà di tutte queste persone, che l’ unica colpa che hanno è quella di essere nati nel paese che una volta era il fiore dei fiori dell’ America Latina, il più ricco e bello del mondo...