Mi alzai dal letto di buon mattino in una giornata uggiosa, non c’ era cielo sopra le case, il colore grigio dipingeva ogni cosa insieme a l’ odore del fumo che fuoriusciva dai camini. Una magra pioggia senza tregua rumoreggiava sui vetri delle finestre con un picchiettio rumoroso, un vento forte soffiava inquietudine. Mi preparai un buon caffè sorseggiandolo piano, come un rituale antico che si ripeteva da sempre ispirai lo spirito della sigaretta facendo uscire dalla mia bocca piccoli anelli di fumo, immaginando in essi lettere e vocali colorate. L’ anima era ancora assopita, infreddolita, accesi immediatamente la stufa a gas metano cercando di riscaldarla a tutti i costi, ma la bella, magica e sovrana creatura non mi rispondeva per nulla, mi ritrovai così senza soffio vitale in una mattina grigia e piovosa senza l’ amica di sempre, compagna inseparabile di vita, non riuscivo a darmi nessuna risposta sulla sua assenza.
Come fanno la maggior parte degli uomini a starne senza, mi chiedevo, una cosa orribile passeggiare da soli a non avere colori, emozioni, e a non poter dipingere la vita, quale è già abbastanza grigia di per se. Chiamai immediatamente donna Francesca, bussai forte alla porta dell’ anziana donna dalla porta accanto, cattolica, praticante domenicale senza mai risparmiarsi. Come mi vide, le sue prime parole furono alleluia fratello, le mie buongiorno, sono venuto da voi perché ho un problema grave da risolvere nell’ immediato istante che ve lo dico, vi prego, va bene disse lei, se è possibile lo risolviamo. Gli spiegai di quello che mi era successo al risveglio in quella mattinata strana e nebbiosa con una rapidità di parole grigie tristi e spaventose, l’ anziano donna non ci credeva a quello che gli dicevo, mi ripeteva che l’ anima va via solo dopo la morte e a secondo del bene fatto o del male, o sale su in cielo in paradiso o scende giù nelle fiamme infuocate dell’ inferno descritto meravigliosamente da Dante, quindi, era solo questione di tempo e sarebbe ritornata nuovamente, l’anima mi disse, è come lo stoppino di una candela, vola in fumo quando il corpo di cera della stessa si consuma, come la candela di cera siamo noi, l anima uno stoppino. Prega e abbi fede in Dio, nessuna anima mai era andata via dall’ uomo prima che questo la esalasse al cielo in punto di morte. Mi offri un bicchiere colmo di latte e cioccolato dicendomi di starmene tranquillo. Certo, detto ciò da donna Francesca mi rincuorò, fortunatamente avevo ancora il cuore che ritmaticamente come un motore integro battevo ancora; La ringraziai e tornai nel nido della mia casa immaginandomi non so il perché, di essere accarezzato nei miei capelli dalle mani di questa pia, santa donna. Mi sedetti come un automa sul divano, accesi una seconda sigarette e pensai di mandare all’ anima segnali di fumo, anelli immaginari e reali si susseguirono fuori dalla mia bocca, speravo che raggiungessero l’ anima al più presto, il vuoto mi assaliva, un tedioso momento mi vestì di nulla, ebbi paura di essere morto senza saperlo.
Come fanno gli uomini a stare senza anima?
A non amare, a non sentire il profondo del loro essere, a starsene da soli senza problemi come animali solitari in una triste metropoli piovosa? Questo mi chiedevo, ma non ricevevo risposta da me, i pensieri erano vuoti, le immagine grigie come il tempo, il mio dilemma era quello di aver perso l’ acquarello e anche il pennello per colorare vita. Mi addormentai coperto dal nulla, sognai l’ anima:
“ Bianca appari
per svanire poi
tra i seni turgidi del tempo.
Come un cristallo di ghiaccio
appesa al collo del cielo
ti culli felice approfittando
dell’ assenza di alcuna stelle.
Ridente, mostri i tuoi denti
e l’ alone delle tue ali bianche.
Fiera, poi,
sospesa rimani nel cielo
come un’ unica lampada
nell’ oscurità del tempo.
Come una farfalla
ti involasti dentro di me,
piccolo soffio dell’ alito Divino.
Il sogno continua ...
L’ anima:" Strade, straduzze, vicoletti bui,
vicoli assolati, salite irte e discese di piste
innevate.
Casupole di pescatori in riva al mare,
uccelli colorati nel cielo azzurro,
a tratti pianura verdeggiante,
a tratti caverna buia, abitata
da spaventosi e strani esseri.
L’ anima.
Integra, rotta, spezzata, divisa,
angosciata, serena, pura, macchiata,
felice, beata, si beata e sfavillante di luce,
leggera, come il pulviscolo su l’ atomo.
L’ anima è il nostro oceano.
Vento gelido e schiuma salata,
onde grosse, tormente e trombe marine,
spaventoso il rumore del vento che soffia.
Presente quasi sempre,
muore per scelta.
Imperiosa, al centro del nostro centro, il sé.
Leggera come una farfalla
ci lascia ad ogni fine
per congiungersi poi, al suo Divino.
Tutto questo sognai,
l’ anima venne fuori nuovamente nel mio profondo, nel sonno mi parlò d’ amore.
Al risveglio il cielo per magia era schiarito, si colorò di un celeste intenso senza nuvole. |
|