Per spezzare la monotonia di una esistenza che diveniva fievole, giorno dopo giorno, la piccola e radiosa Astra, una stellina facente parte della costellazione di Orione, decise di staccarsi dalle sue lucenti amiche, iniziando a vagare per l’universo a lei sconosciuto, alla ricerca di nuove esperienze. Non ne poteva più delle altre stelle che aveva attorno a sè.
Ultimamente, infatti, erano divenute alquanto noiose e vanesie, trascorrendo tutto il loro tempo libero a prepararsi, quasi dovessero partecipare ad una sfilata di moda: si imbellettavano, si pettinavano e si lustravano con tale dovizia, per poter sembrare, nel buio della profonda notte, sempre più appariscenti. Vi era poi chi non trovava più il suo nastro per capelli, chi invece si mostrava eccessivamente preoccupata dopo aver notato una ben visibile piega sul proprio abitino e chi, infine, urlava perché aveva terminata la sua polvere d’ oro e non poteva più lustrarsi il pallido visino.
Insomma, per Astra, sempre più scocciata da pizzi e merletti, l’esistenza delle amiche era divenuta un vero strazio: proprio a lei, che amava così tanto giocare a palla, rincorrere le comete per aggrapparsi alla scia della loro coda e farsi scaraventare in qualche angolo remoto del firmamento, per renderlo un po’ più variegato.
E fu così che iniziò a girovagare in lungo ed in largo, in ogni spazio siderale circostante, sino ad allontanarsi sempre più dal luogo di partenza, sino a smarrire l’orientamento. Non riuscendo più a capire dove si trovasse, notò, non poco distante, un enorme tappeto dal colore blu intenso che, dolcemente, sembrava dondolare su se stesso. Pensando fosse il cielo dal quale era provenuta, vi si buttò dentro a capofitto.
Quando si accorse d’ essersi sbagliata, spaventata, si mise ad urlare e chiese:
- Ma tu, chi sei?. Una voce molto dolce e rincuorante, rispose:
- Mia piccola stella, io sono il mare. Non devi temere nulla, ti voglio solo cullare.
Astra imparò a nuotare e, col tempo, divenne talmente brava da fare invidia a tutti: ma lei non se ne curava, anzi, si divertiva moltissimo. Si fece anche tanti nuovi amici: pesciolini, polipetti e cavallucci marini giocavano con lei, a nascondino, tra salmastre rocce e coloratissimi coralli.
Finalmente non doveva perdere il suo tempo per lustrarsi e lucidarsi. Settimane erano passate, quando il cielo finalmente si accorse di aver perduto una stellina. Andò su tutte le furie e decise di scatenare un temporale violento ed inaspettato, lanciando saette e fulmini sul placido mare. Dal forte spavento, il mare si increspò sempre più, fino a quando le sue onde, ancora più alte, arrivarono quasi a toccare il cielo. Era una burrasca mai vista prima! Ora, pure il mare era arrabbiato ed i suoi frangenti spazzarono via ogni cosa.
Dopo una furiosa lotta, durata diverse settimane, entrambi i contendenti si acquietarono. Vedendo le loro creature, le stelle, i pesci, i polipetti ed i cavallucci marini tanto tristi, decisero di darsi delle regole. Il cielo disse che avrebbe lasciato scivolare nel mare le sue stelle più piccole, allegre e vivaci, mentre il mare, per tutta risposta, disse che avrebbe permesso al cielo di chinarsi, sino a specchiarsi nelle sue acque.
E fu così che, da quell’accordo, nacquero le stelle marine e da allora il cielo ed il mare possiedono lo stesso, bellissimo, colore blu cobalto.