Questa è la storia della volpe Carolina che credeva di essere molto furba. Aveva notato nei dintorni del bosco una signora che aveva tre galline: una bianca, una verde e una rossa.
La signora Filomena era molto orgogliosa delle sue galline che avevano i colori della bandiera italiana. Erano un vero spettacolo ed erano l'invidia dei parenti e degli amici della signora Filomena.
La volpe Carolina, cattiva e invidiosa, decise che doveva mangiare le tre galline e togliere la gioia a Filomena e alla sua famiglia. Giorno e notte pensava e rpensava a quello che doveva fare per arrivare al suo scopo. Con voce suadente chiamava le galline per farle uscire fuori dal recinto: “Bianchina, Verdina, Rossella venite, venite a vedere quello che succede nel mondo. La vostra padrona vi tiene prigioniere, liberatevi”.
“Vattene via – rispondevano le galline – tu vuoi imbrogliarci e dopo ci vuoi mangiare. La nostra padrona è buona. Ci da buone cose da mangiare e ci tratta bene”.
Visto che le galline non volevano uscire , la volpe Carolina pensò bene che doveva essere lei a entrare dentro il recinto. Come fare? Filomena e suo marito stavano sempre a guardia delle loro galline. Ebbe la splendida idea di agire di notte.
Era inverno, la volpe vide in lontananza le galline, invece di prendere il solito sentiero attraversò il lago e pensò: “ Il lago è ghiacciato e posso attraversarlo tranquillamente”
La volpe attraversò il lago, dopo un po' si fermò per riposare e la sua coda (a contatto col ghiaccio) rimase appiccicata. La povera Carolina non riusci più a staccare la sua coda. Si trovò a passare di lì un giardiniere che le propose di tagliare la coda e così lei si sarebbe liberata. Carolina non volle acconsentire al taglio della coda perché per lei era un vanto, era la più bella coda del mondo e le aveva fatto vincere parecchi concorsi di bellezza. Voleva salvare l'intera coda, a costo di restare attaccata per sempre al ghiaccio. Si disperava: “Povera coda mia, non potrei vederti spelacchiata. Sei così bella!”. Mentre tristi pensieri le attraversavano la mente (per salvare la sua bella coda) leccava il ghiaccio con la lingua e così rimase appiccicata pure la lingua. Trascorse l'intera notte e la “furba” volpe Carolina rimase preda di un cacciatore.