''Agares.... dalle regioni orientali riportami i fuggitivi.
Andras.....non ci sarà pace nel cuore delle genti.
Focalor.....fa si che i mari escano dal loro letto e raggiungano le montagne.
Halpas.... brucia col fuoco delle guerre e della distruzione.
Lerajie, Sabnak, Scox, Vepar, Arioch........ Il tempo del mio volere s'avvicina. Il sangue tramuterà la terra in putrido inferno.
Nonci dsonf babage od chis OB, hubaio tibibp,
allar atraah od ef.
Drix fafen MIAN
ar enay ovof,
soba dooain aai i vonph.
Zacar gohus od zamran:
odocicle qaa:
zorge lap zirdo noco mad,
hoath iaida.''
Disse la voce profonda che veniva dall'abisso più nero della notte.
'' AHIH, AGLA, BITOM
ALHIM, IHVH TzBAOTh.......
EDELPERNA , IHVH TzBAOTh....
Potenze infernali, voi che portate il torbido
in tutto l'universo, abbandonate l'oscura dimora
ed andate a confinare al di là
del fiume Stige..''
Odore nauseante di zolfo e fiamme nere avvolsero lividi alberi come una selva morta in una sconfinata palude. Alcune figure scure dagli occhi di fuoco si mossero in lontananza avvicinandosi lentamente in una morsa di terrore.
Si svegliò di soprassalto ansimando dalla paura. La pelle coperta di sudore ed il tremore nelle ossa, lo fecero scattare in piedi giù dal giaciglio di paglia su cui dormiva. Accese un piccolo fuoco sulla pietra ruvida e restò immobile per calmarsi dall'incubo.
Decise di chiamare il suo spirito guida per avere conforto e coraggio. La notte era fredda e la luna si era nascosta. Non c'erano stelle ma solo i versi dei gufi e dei corvi.
Joshua prese il suo medaglione appeso alla catenina che teneva appesa collo e lo strinse tra le mani.
''Sator
arepo
tenet
opera
rotas.''
Ripetè più e più volte.
Fuori dalla piccola costruzione in legno ci fu il silenzio assoluto. Solo il vento a far sbattere i rami delle vecchie querce sul tetto dalle tegole di legno e argilla.
Prese uno specchio e lo mise di fronte a se. Tracciò un cerchio tutt'intorno con gesso bianco e polvere di ostie benedette.
Prese una placca d'argento e scrisse col sangue di una colomba bianca: Jehova, Eloim, Mitrathon, Adonay, ci soffiò sopra tre volte. Avvolse la placca in una tela bianca e disse:
''O rex eternae Deus! creator ineffabilis, qui
cuncta ad hominis sanitatem mea gratio, ed
occulto judicio creasti respice me,
indignissimum servum tuum, e: ad intentionem
meam, et mittere mihi dignare angelum Anael,
in speculum istud, qui mandet, et inspiret et
jubeat cum sociis suis, et subditis nostris ut
in nomine tuo qui fuisti, es et eris potens, et
jus, jud, judicent mihi quecumque ab illis exposcam.''
Con un pezzo di carbone d'Alloro bruciato, bagnato in tre tempi con profumo di verbena, recitò per tre volte:
''in hoc, per hoc, et eum hoc, quod
effundo ante conspectum tuum, Deus meus,
trinus et unus benedictus et per excelsus qui
vides super Cherubin et Seraphin et venturus
est judicare seculum per ignem.''
Soffiò sullo specchio e continuò:
''Veni Anael, et tibi complaceat esse per socios
tuos mecum, in nomine patris potentissimi,
in nomine filio sapientissimo, in nomine
spiritus sancti amabilissimi.
Veni Anael, in nomine terribiles Jehova; veni
Anael in virtute immortalis Eliom; veni Anael
in brachio omnipotentis Mitraton; veni
Anael in potentia sacratissimi Adonay; veni
ad me in ispeculo isto, et jubeat
subditis tuis et cum amore gaudio et pace
ostendat mihi occulta in occulis meis. Amen.''
Fece il segno della croce sullo specchio e su se stesso rimanendo in silenzio ad aspettare. Dopo un po' di tempo un angelo gli apparve di fronte come un bellissimo fanciullo fatto di luce purissima.
L'angelo appoggiò la sua mano sul capo di Joshua e guardandolo con immensa compassione negli occhi stanchi gli disse:
''La tua liberazione è vicina,
le tenebre ascoltano i tuoi pensieri.
Arriverà il giorno in cui le tue catene si spezzeranno
lasciando andare l'oscurità
nei suoi abissi neri.
Le tue ali di luce,
le tue ali di silenzio
tratterranno la forza che ti darà il coraggio.
Il peccato sarà lavato
e con esso anche l'oltraggio
svanendo come fumo
nelle nebbie del passato.''
Joshua guardò nello specchio e vide la sua anima riflessa. Vide la catena che lo legava al buio. La sua ultima prova era il silenzio, dove avrebbe spezzato il legame con l'ombra di dolore.
''Gratias tibi ago Anael quod venisti, et petitioni
meae satisfecisti, ibi in pace et placeat tibi redire
quando te vocavero.''
L'angelo posò l'indice della mano destra sulle labbra di Joshua ed ogni suono sparì dalla sua bocca.
Il fuoco si spense. Una folata di vento spalancò la porta cancellando i segni del cerchio rituale. Lo specchio diventò acqua lasciandosi assorbire dal pavimento di terra su cui aveva vissuto per seicento anni con la sua colpa.
Joshua uscì dalla porta con le sembianze di un lupo grigio che avrebbe vagato sulla terra come un viaggiatore sconosciuto. Un'ombra silente sulle pendici del mondo in compagnia della luna e della speranza, ma con la consapevolezza che presto avrebbe incontrato la sua pace.