Il 26 agosto partiamo da Introd di nuovo in direzione del Parco del Gran Paradiso, questa volta però prendiamo la via a sinistra verso la Valle di Cogne. Questa valle è la più conosciuta delle valli del Parco ed è sicuramente la più turistica e offre uno scenario unico dei ghiacciai del Gran Paradiso. Il paese è adagiato in una pianura verdeggiate detto prato di Sant'Orso, raramente si vedono ancora distese di prati così ampie.
Ci sono bambini che giocano, persone che fanno jogging, parapandii che volano nel cielo e altri che atterrano, insomma una vasta attività di ogni genere, una vera libertà di scelta per gradi e piccoli, tutto si svolge davanti alla meravigliosa veduta dei ghiacciai in lontananza. Sono molti i negozi di artigianato nelle vie della graziosa cittadina, compriamo alcuni caratteristici souvenir in legno da riportare a casa come ricordo.
Dal centro del paese di Cogne, proseguiamo in direzione di Lillaz. Attraversiamo il paese seguendo l'itinerario che costeggia il torrente e camminando tra gruppi di larici raggiungiamo le cascate.
Alcune persone sono stese su grandi massi a prendere il sole, altre intente a fare il bagno nelle grandi pozze formate dai salti d'acqua del torrente Urtier che hanno scavato profondi anfratti tra le rocce a picco.
La passeggiata per salire fino in cima è una vera scalata, ma non possiamo tornare a casa senza avere fatto tutto il percorso, la vista di cui si può godere dall'alto deve essere spettacolare. L'inizio del sentiero che porta al primo salto d'acqua è abbastanza scorrevole, anche se la terra per via del sole che picchia è polverosa e scivolosa. Dopo un tratto di sentiero un poco più ripido arriviamo sul secondo salto, questo è molto più abbondante e si getta in una conca profonda scavata dalla stessa nel corso dei secoli. Il sentiero si fa sempre più difficoltoso fino ad arrivare ad un ponte di legno dove ci affacciamo per godere della vista dall'alto del salto intermedio.
Superiamo il ponte ed arriviamo su un ripiano erboso da dove appare in tutta il suo fascino la terza cascata, la più spettacolare.
Sono i giochi d'acqua, la vivacità della schiuma e i colori dell'arcobaleno creati dal sole a riempire la scena e insieme al paesaggio sottostante incorona tutto il magnifico quadro paesaggistico. Valeva la pena fare la faticosa scalata per ammirare tanto splendore. Dall'alto della cascata Cogne giace ai suoi piedi.
Ritorniamo ad Introd arricchiti da un bagaglio di natura negli occhi e nel cuore. Il pomeriggio è ancora giovane, così decidiamo di visitare il castello di Introd.
Questo maniero, risalente al XII secolo, si distingue dagli altri castelli valdostani per la sua forma poligonale, tuttavia questa sua particolarità è frutto di diverse modificazioni avvenute nel corso del tempo. Non riusciamo a visitarlo all'interno perché non facciamo in tempo ad entrare all'ultima visita consentita della giornata, ci accontentiamo di vederlo esteriormente.
Continuiamo la scoperta del luogo ed arriviamo al ponte nuovo di Introd, costruito durante la 1° guerra mondiale, con i suoi 80 metri circa di altezza è il ponte più alto della Val d'Aosta.
La visuale del torrente che scorre sotto è qualcosa di spaventoso, costruito più di cento anni fa è considerato un vero capolavoro di architettura.
Più avanti, parallelo al ponte nuovo c'è il ponte vecchio realizzato nel 1827 che fino a quando non fu costruito il ponte nuovo rappresentò l'unica via di accesso al capoluogo. Questo è un ponte molto caratteristico e al centro sul parapetto, si innalza una croce in pietra; secondo la memoria popolare, essa fu eretta in ricordo della morte di un uomo precipitato nell'abisso: un operaio intento a smantellare l'impalcatura.
Si è fatto pomeriggio inoltrato decidiamo di andare a visitare un ultimo castello, quello di Sarre che si trova a pochi chilometri di distanza da noi. Posizionato da un'altura rivolta verso la conca di Aosta, il Castello domina l'accesso all'alta Valle.
Dopo diversi passaggi di proprietà, fu acquisito dal re d'Italia Vittorio Emanuele II che ne fece la sua dimora di caccia.
Arrivati all'entrata del Castello riusciamo solo a visitare l'esterno perché l'orario delle visite è terminato, peccato.
La mattina del 27 agosto, dopo aver salutato la proprietaria del B& B partiamo per far ritorno a casa. In un viaggio di ritorno c'è sempre malinconia per quel che si lascia, ma c'è anche tanta ricchezza nel cuore per ogni esperienza vissuta e la valigia della vita si riempie sempre più di felicità.