Un punto, un maledetto ignobile punto ha chiuso il tuo discorso con la vita.
Ma in fondo, la vita cos’è se non che una rappresentazione teatrale improvvisata.
Siamo tutti invitati sul palco e ciascuno recita una parte, poi un vecchio regista ci sbatte fuori, anche se siamo appena all’inizio.
Tu avevi vent’anni. Troppo pochi per uscire di scena, e poi in una maniera così tragica.
Stavi recitando bene, il tuo ruolo era proprio quello del buono e del bello impossibile.
Avevi sogni, desideri, progetti, avevi tutto, ma evidentemente il tutto e il niente spesso sono vicinissimi, si incrociano, diventano rette perpendicolari.
Il niente, quando incontra il tutto, prima lo sfrangia, lo scuce e poi lo maciulla e lo divora.
E tu sei finito fra le sue fauci ingorde e invidiose. Il niente è predatore, sanguisuga.
Tu eri la sua vittima ideale, troppi ti applaudivano perché qualcuno non potessero ingelosirsi.
Ma lo spettacolo continua, i nuovi nati entreranno in scena, altri abbandoneranno la scena.
E questa rappresentazione si protrarrà in perpetuo, ci saranno i buffoni, i ladri, gli assassini, i mostri, ci saranno gli idealisti, gli eroi, i prodi, ma non ci sarà più nessuno come te.