Proprio nell'RNA (A- adenina, C- itosina, G- uanina, U- racile) messaggero è trascritto il messaggio divino (A- more, C- oscienza, G- enoma, U- niversale) che io ho riciclato dal DNA spazzatura agli albori di questa nuova era spirituale, allorquando i neurotrasmettitori chimici (serotonina, noradrenalina, GABA) cederanno il passo ai mediatori sentimentali (pietà, carità, bontà) con l'altruismo dell'intelletto (dono spirituale) a sopravanzare l'egoismo della propria ragione (surrogato materiale) in modo che anche il nostro profondo io avrà finalmente pace:
IL CONFLITTO DELL'ANIMA
Che grande caos
in questa mia povera testa
quando mi ritrovo solo,
è un continuo vociferar
con vero botta e risposta
tra mente e coscienza,
prigioniere dell’ anima nel mio profondo.
Se questo baccano succede di notte,
perché anche nel sonno
non mi dan pace,
mi costringono a buttarmi giù dal letto
per ascoltar le loro assurde ragioni:
smettetela una buona volta e
la notte almeno fatemi riposar.
Da una vita faccio il medico
solo per grande amore,
pensate un po’ che cattiveria...
non sopportavo più mia madre
per troppi lamenti e di contro
mio padre, semplicemente con serenità
soffrendo, con la sua dipartita
mi pervase d’ amor tutto il profondo...
Questa certezza l'ho acquisita dopo esser passato indenne dal buio dell'encefalopatia epatica materna con il suo gradiente di oscurità tra segni e segnali:
Stadio 1- giornata cupa – confusione (segno) – irritabilità (segnale)
Stadio 2- giornata plumbea – sonnolenza/torpore (segno) – flapping tremor (segnale)
Stadio 3- giornata buia – sonno/sopore (segno) – disorientamento temporo/spaziale (segnale)
Stadio 4- giornata nera – coma (segno) – mancata risposta a stimoli dolorosi (segnale)
alla lucidità mentale con il suo gradiente di luminosità (o scala dei fantasmi) sulla scala cognitiva:
Grado 1- grigiore del cogito (il corpo è il fantasma della materia)
Grado 2- splendore della ragione (lo spirito è il fantasma del corpo)
Grado 3- bagliore dell'intelletto (l'anima è il fantasma dello spirito)
Grado 4- fulgore della sapienza (la luce è il fantasma dell'anima)
Grado 5- candore della contemplazione (la verità è il fantasma della luce)
E così grazie al fegato (studiando i suoi rapporti con il sistema nervoso e la mente) ho acquisito la giusta personalità (altruistica e non egoistica) passando dagli umori, al temperamento e al carattere:
Il fegato è la fucina degli umori, caldo e freddo (Ippocrate)
Il fegato è la fabbrica del temperamento, sanguigno e flemmatico (Galeno)
Il fegato è lo stampo del carattere focoso (simpaticotonico) e riflessivo (vagotonico)
Il fegato è il conio della personalità (altruistica o egoistica)
In virtù di tanto ammantandomi nella luce de LA VESTE DELL'ANIMA:
L’ amore è il fiore
all’ occhiello dell’ anima
e la coscienza è lo specchio
in cui essa, compiacendosi,
si ammira nel suo candido
splendore che illumina
la mente di immense certezze
con sogni all’ infinito,
laddove è sempre Sole che,
al pari della Terra
con semine e fioriture
esposte alle intemperie,
fa germogliare l’ anima
con gioie e tanti più dolori,
cingendola però di alloro
con abito alare di luce
sempre più intensa che,
al calar del tempo,
difilato la condurrà
nel fascino sconfinato
dell’ immortalità che è
amore, anima e vita,
veste indissolubile
della luce divina
mi è stata concessa la grazia di pervenire a LA VERITA':
E' la certezza che Dio esiste
con la coscienza dell'amore
nella mente, pensier dell'amor
nel subconscio, sicura fede
ed anima immortale
che mette in scena la vita
con una commedia infinita
tra luci ed ombre quaggiù
soltanto buio laggiù
ma tanto Sole lassù
dopo esser passato di porta in porta, non quelle di Vespa che pubblicizza solo i suoi libri natalizi (e noi paghiamo il canone Rai!):
L'intestino è la porta del fegato
Il fegato è la porta del cervello
Il cervello è la porta della conoscenza
La conoscenza è la porta dell'anima
L'anima è la porta della verità
non prima, però, di una profonda crisi depressiva che mi aveva scatenato le FOLLIE EPATICHE:
Nel rinvenire alla vita
mi diagnosticai una falla
che, tra pensieri folli,
la mente mi spegnea.
Fu con estremo sforzo
di ciò che mi restava
dopo immani tentativi
di colpo la tappai.
Non era altro che
l’ amara epatopatia
di familiar riscontro,
d’ emblé e riconosciuta,
che tanti e tanti danni
a me avea arrecato...
Di voi protettori epatici
è meglio non parlare
ché, in caso di battaglia,
il vostro posto so.
Passivi e da lontano,
miei cari vil codardi,
se mai il sisma fosse,
le spalle voi dareste
ai pochi sopravvissuti
dello scempio letal...
Ed ancor tutto tremante
per quello strenuo salto
che tutto mi rallegro:
io, unico mortale,
di essere tornato infine
dagli irreversibili limiti
della follia epatica...
Or finalmente in me
nella mia primiera ragione
da solo me ne andrò:
per valli, monti e cieli,
per laghi, fiumi ed oceani,
di nuovo correrò
sol dietro a quella sfera
di cuoio inebriante
ed ancor leggerò un libro,
capendo le parole,
perché si che questa è vita,
non certo le follie
dei pur passati dì.