Un giorno una nube piccina si staccò dal gruppo delle neonate, piccole nubi create dall’ alito caldo del sole che impudico ogni giorno baciava l’ acqua, mai pago, per ore ed ore.
Nerina, questo era il nome della nuvoletta, più scura e più curiosa delle altre sorelle, smaniava di conoscere la terra, così azzurra e misteriosa e intuiva che la madre ormai lontana, provasse la stessa sua nostalgia.
Infatti era così.
Però l’ ordine stabilito da Dio, artefice della creazione, aveva immense regole: ogni moto di vita si avvicina agli altri solo nel bisogno, nell’ amore o nella sofferenza.
E solo così nasce l’ amore, in una croce contradditoria.
E anche le nubi devono obbedire.
Dunque, quella mattina la piccola birichina, chiese come al solito all’ amico Refolo di portarla a spasso.
Era aprile, ma quello fu davvero un grande giorno, diverso: in basso qualcosa di giallo brillava come il sole.
Gli occhi acuti di Nerina ammiravano Narciso che si ergeva solitario, in riva ad un fossato: anche lui amava il sole, ma i suoi petali lievi come farfalle, si bruciavano senza nemmeno il riposo di una piccola ombra.
Allora Nerina chiese a Refolo di portarla proprio sopra al piccolo. Refolo però non poteva stare immobile, quindi cominciò a roteare su sé stesso ma così facendo Nerina diventava più piccola e scura e Narciso seccava ugualmente.
Nerina allora pregò refolo di vorticare e di stringerla ancora più forte: in quel momento un grande brivido di piacere la scosse, e si sciolse. In un attimo realizzò la sua morte: gocce piene di luce furono sopra Narciso dissetandolo, facendolo crescere, brillare di nuovo. Poi le sue gocce sparirono in un altro abbraccio… Sostanze affini possono amarsi davvero, sole e terra, vento e nubi.
Dal loro abbraccio nasce la vita.