Matilde era una bambina solare di poco più di 5 anni, i cui lunghi riccioli rossi incorniciavano il tenero visino mettendo in risalto quegli occhioni profondi ed espressivi, profumati di ingenua puerilità.
Affetta da una grave malattia, la bimba era costretta a rimanere a letto anche quando le giornate la chiamavano all’ aperto ad intrecciare margherite in fresche e candide ghirlande ed a rincorrere le farfalle in un girotondo gioioso fatto di colori divergenti.
Vederla in quel letto così serena ma al contempo sacrificata nella sua voglia di vivere, era come essere testimoni impotenti di un’ ingiustizia straziante, perpetrata ai danni di un pulcino la cui offerta di pace annunciava l’ arrivo imminente di una Pasqua fuori stagione.
Era difficile per Matilde non esternare il suo desiderio di correre spensierata nei prati come un puledro selvaggio ed indomabile e sebbene le sfuggisse il motivo per il quale la vita aveva voluto la sua immobilità, moderando la sua irruente esuberanza in un riposo forzato, in cuor suo sapeva che a tutto c’ era un perché.
La curiosità della piccola galoppava più veloce della sua incontenibile fantasia e trovare una risposta adeguata che soddisfacesse le sue incalzanti ed improvvise domande era talvolta un’ impresa ardua che metteva in seria difficoltà anche il più preparato dei suoi interlocutori.
Un giorno d’ estate osservando, dalla finestra della sua stanza, il roseto fiorito che incoronava il porticato della casa antistante, chiese alla mamma: “ Mamma, a cosa servono i boccioli?”
E la mamma rispose: “ I boccioli sono roselline appena nate che quando cresceranno diventeranno belle come regine”.
Matilde rifletté un attimo cercando tra le spine della rosa una spiegazione che stentava a farsi riconoscere e dopo essersi punta i pensieri con la triste realtà, soggiunse: “ Oh, allora questo vuol dire che io non diventerò mai una regina, perché appassirò prima di poter diventare grande”.
Nel udire quell’ inconfutabile verità alla mamma si strinsero le parole in gola e con un filo di voce le disse: “ Tesoro, tu sei una principessa la cui bellezza è fiorita dal di dentro e che anche se non avrà il tempo di manifestarsi trasformandoti in regina, io riesco a sentire già adesso il profumo della tua meravigliosa essenza”.