Ero un po' brilla e forse era meglio se mi limitavo a bere acqua, i pensieri erano sciolti e senza destinazione.
Gli presi le mani e giocammo con gli occhi.
C’ era alchimia, c’ era qualcosa, è innegabile. Qualcosa di poco definito, ma mi piaceva sempre di più.
Alzò il braccio per chiamare il cameriere e notai un tatuaggio. Sembrava un insetto.
Mi fece l'occhiolino. Si mise a fissare la candela.
Ed ecco che ritorna quello strano difetto.
Divenne distante anni luce, come se fisicamente fosse li a flirtare con me, ma mentalmente fosse altrove. Dallo sguardo sembrava un luogo di calma e di tranquillità. Un luogo che conosceva bene.
Il locale si era animato, tante persone, tanta confusione, musica, risate, ma riuscì ad isolarsi ugualmente. Lo invidiavo in un certo modo, però mi provocava un po' di timore.
Lo toccai con la paura di romperlo " va tutto bene, ci son problemi? chiesi"
" Nope, todo bien, grazie". Mi sorrise.
Pagò ed uscimmo.
Nel tragitto verso la porta, rubò un fiore con nonchalanche.
Avevamo stabilito un contatto, forse qualcosa di più.
Gli presi il braccio, per non barcollare troppo.
L’ aria fresca mi fece aprire gli occhi e mi rendeva tutto più chiaro.
Proseguimmo verso la scogliera, mano nella mano.
Le luci della città, quell’ aria di mare, il silenzio infranto dalle onde, sirene in lontanza....
Mi strinse a lui.
Che buon profumo. Il cuore gli batteva forte, anche il mio fibrillava.
Mi sfiorò il mento, mi scansò i capelli e mi baciò.
Che labbra morbide.
Brividi che correvano sulla schiena, sensazioni eteree.
Mi sentivo leggera come polvere, sospinta dal vento, senza una meta.
Fremevo ed ero agitata.
Mi toccò i seni. Una presa decisa, ma leggera.
Il turbine delle nostre lingue, i pensieri liberi, senza più catene.
Ci sedemmo per terra, avvinghati come edera.
Le mani sapevano cosa fare.
Sempre più eccitata, annebbiata, stordita.
Il bottone dei miei jeans si aprì, il respiro tacque, il tempo si arrestò.
Gemevo dal piacere.
Le sue dita, quel tocco cosi naturale, così avvolgente, mi arresi alla lussuria.
Emozioni, desideri, paure, si mescolavano al profumo del mare, al battito dei nostri cuori, al respiro affannoso.
Scorsi il suo petto, gli slacciai la cintura.
Volevo sentire la sua energia, la sua passione.
Mi scansò le mutandine, cominiciò a toccarmi, delicato, ma deciso.
Sapeva, ascoltava, conosceva.
L'eccitazione era tangibile, viva, senza controllo.
Il vento incalzava, le onde si facevano più veloci, i baci più intensi.
Il mio corpo, il mio essere, erano persi nelle pieghe della mia sessualità.
Stavamo quasi per lasciarci andare del tutto, quando i fari di un’ auto ci riportarono sulla terra.
Ci mettemmo a ridere, i nostri volti brillavano come stelle.
Un volta ricomposti ed abbastanza presenti, tornammo alla macchina.
Un altro abbraccio, carezze e baci.
Il ghiaccio si era sciolto.
Era giunto il momento di farsi trasportare da questo fiume.
Non so dove mi porterà e se ne varrà la pena, ma lo voglio percorrere ugualmente.
Mi porterà a casa sua ?..... il resto....beh, il resto è affar nostro.