Fabio si era appena svegliato, con fare pigro era uscito malvolentieri da sotto il caldo piumone, e si accingeva a tuffarsi sotto la doccia sperando di riuscire a rigenerarsi e godersi nei limiti del possibile quella domenica tanto grigia e fredda, che oltre alla cupezza metereologica, portava con se la tristezza e l'angoscia conseguente agli attacchi terroristici avvenuti pochi giorni prima a Parigi.
Toltasi la biancheria, e nudo come un verme, stava per dirigersi verso il bagno, quando all'improvviso udì un forte colpo alla persiana della sua camera da letto, vide la finestra andare in frantumi e abbattersi con fragore al suolo, e due uomini in completa tenuta nera, con un casco in testa ed un mitra spianato fecero irruzione restando un attimo sbalorditi alla scena poco usuale che si presentava davanti ai loro occhi.
Ripresisi dallo sgomento si gettarono addosso a Fabio lo spinsero con tanta violenza da farlo rotolare fin sotto il letto, nel frattempo fecero il loro ingresso altri quattro energumeni, bardati come il leggendario Robocop, e mentre uno restava vicino a Fabio gli altri si diressero a ispezionare le altre stanze, e precipitandosi verso le scale con fare professionale e circospetto controllarono velocemente il resto degli ambienti incluso il piano inferiore della sua abitazione.
Dopo circa dieci minuti, ed essersi accertati che nella casa non c'erano altre persone, e dopo uno scambio di comunicazioni concitate nelle loro rice- trasmittenti, alle "teste di cuoio" fu infine dato il cessato allarme.
Fabio ancora accucciato sotto il letto era rimasto praticamente paralizzato ed era ancora all'oscuro del motivo di questa assurda irruzione e stravolgimento della sua tranquillità domenicale, si sforzava di capire se ciò che stava vivendo era solo un incubo, conseguenza delle cozze e dell'abbondante fritto di pesce ingurgitato la sera prima, o reali istanti di vita che venivano rubati alla sua esistenza.
Vide ad un tratto apparire sulla porta della sua stanza quello che sembrava essere il comandante del manipolo di esagitati che con tanta irruenza avevano invaso la sua casa, e riuscì finalmente a trovare il coraggio di far uscire un po' di fiato dalla sua bocca.
Fu in effetti solo un tentativo, dalle sue labbra uscì solo un suono incomprensibile, tra un grido di meraviglia ed un lamento di sconforto che lasciò nuovamente basiti i presenti.
Dopo un po', raschiandosi ripetutamente la voce, riuscì finalmente a dire " ma che cazzo succede, ma siete pazzi, ma che ho fatto? ma che ....... una miriade di interrogativi a cui non ricevette ovviamente alcuna risposta, anzi, il presunto comandante con passo minaccioso si avvicinò a lui e rosso in volto, con tono molto arrabbiato rispose: "se prendo quella pazza incosciente, che ci ha telefonato sostenendo che alcuni terroristi erano presenti in questa casa, je tiro er collo"
Toccò ora, a Fabio, a restare allibito, poi ebbe un dubbio che immediatamente divenne certezza, una illuminazione, chiese, preoccupato, il permesso di recarsi a prendere il proprio cellulare, lo accese e, accompagnati da un suono melodioso, arrivarono cinque- sei messaggi dalla sua compagna Elisabetta, il primo alle 9 del mattino diceva "ciao amore, bene alzato, ho provato a chiamarti senza esito, a dopo" poi una sequenza di messaggi sempre più allarmati, dove l'unica frase esasperatamente ripetuta era " ti ho chiamato di nuovo, perché non rispondi?, stai bene? e sull'ultimo chiudeva con "ti ho lasciato anche dei messaggi sulla segreteria del telefono fisso".
Fabio si girò immediatamente verso il portatile, la cui spia della segreteria lampeggiando avvisava "numero quattro messaggi in arrivo", andò direttamente ad ascoltare l'ultimo dove, con voce trepidante e angosciata, Elisabetta diceva "Amore, dove sei?, stai bene? oddio è successo sicuramente qualcosa, meglio avvertire i carabinieri".
Fabio, con addosso gli occhi rossi e furiosi degli astanti, che non promettevano nulla di buono, vide le pareti della stanza girare prima lentamente poi vorticosamente, si sentì l'aria mancare, e come un sacco di patate crollò nuovamente al suolo, questa volta sotto lo sguardo seriamente preoccupato dei Robocop.