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Amore

Se n’ era andata nel sonno in un soffio, Anna l’ aveva trovata abbracciata al suo cuscino, come se dormisse. Il dolore era stato lacerante ed immenso. Avevano sempre vissuto da sole, dal giorno in cui il padre aveva deciso che la vita matrimoniale gli andava stretta ed aveva bisogno di nuovi stimoli e di volare verso nuovi orizzonti.

Da allora non l’ aveva mai più rivisto ed il suo unico punto di riferimento era stata solo la madre. Ora dopo la sua morte, si sentiva ancora più sola nonostante avesse molti amici che le volevano bene, ma quel vuoto, per l’ abbandono del padre, si era riacutizzato con la morte improvvisa della mamma.
Ogni mattina prima di andare al lavoro, si recava al cimitero e le portava sulla sua tomba dei tulipani, i fiori preferiti di Lidia. Una mattina particolarmente uggiosa, la nebbia era così fitta da potersi tagliare con un coltello, notò sulla tomba della mamma, la sagoma di un uomo. Sembrava molto preso ed assorto in preghiera. Avvertì subito un tuffo al cuore ed il battito cominciò ad impazzire, si avvicinò, anche se aveva una gran voglia di fuggire, si fece forza e riconobbe il padre nonostante il suo aspetto invecchiato, quell'uomo ricurvo, appesantito e stanco, era proprio il fantasma di una vita. Il vecchio lupo di mare era ritornato…
Walter percepì la presenza di Anna senza nemmeno avere bisogno di alzare lo sguardo, lei ci si mise accanto. Il silenzio era quasi tangibile, come se parlasse, raccontava di emozioni, di sensazioni, di cose mai dette ma che urlavano di sofferenza e di dolore. Walter fu il primo a trovare il coraggio: ” Ciao Anna… sono ritornato, lo so che sono l’ ultima persona che avresti voluto rivedere, ma ho saputo della morte di Lidia e volevo starti vicino almeno in questo momento.” Lei si girò e per un istante i loro sguardi si incontrarono, gli stessi occhi, di un blu intenso, l’ uno si specchiava nell'altro, è come se ogni tassello si ricomponesse.
Anna avrebbe voluto dirgli della mamma, che aveva rinunciato alla sua vita pur di non farle mancare nulla, finanche l’ affetto che il padre le aveva negato. Gli avrebbe voluto parlare delle lunghe sere d’ inverno, da sole in casa e quando avevano sperato invano, in un suo ritorno, in una sua lettera o in un semplice saluto. Erano passati compleanni, Natali, ricorrenze varie, ma le loro aspettative, erano riamaste solo dei sogni.
Ma non disse nulla di ciò: ” Adesso cosa dovrei fare secondo te, abbracciarti, far finta di niente, essere contenta che finalmente ti sei ricordato di me, ma dimmi: la tua vita è stata così bella senza di noi, senza di me, hai trovato la felicità? Dimmi… hai mai avuto rimpianti?”
La sua voce era rotta per l’ emozione e per la rabbia. Walter rispose: ” Non chiedo il tuo perdono, so di aver fatto delle scelte che a te possono sembrare sbagliate, ma ognuno di noi deve trovare la strada per essere felice o almeno provarci ed io in quel preciso momento della mia vita mi sentivo intrappolato, rinchiuso in gabbia. Ora, a distanza di anni e con tutto il mio trascorso, so che non avrei potuto fare diversamente. Avresti preferito accanto un padre che ogni giorno ti avrebbe fatto pesare la sua insoddisfazione e si sarebbe spento giorno per giorno?”
Anna era ammutolita non sapeva cosa rispondere poi aggiunse: ” Può darsi che oggi possa comprendere le tue ragioni, ma non puoi pretendere che una bambina, così piccola, avesse la maturità per capire, so solo che mi è mancato il mio papà, anche quando gli altri bambini a scuola scrivevano la letterina per la sua festa, quando venivano a prenderli, quando sono cresciuta ed avrei voluto essere protetta difesa… quando vedevo la mamma piangere di nascosto ed avrei desiderato che tu le asciugassi il pianto…”
Walter di rimando: ” So che non si può più tornare indietro, il passato è passato ma ora ti chiedo se vuoi sparirò per sempre dalla tua vita e non ti farò più alcun male, ma se accetti di voler dividere con me gli ultimi anni che mi restano, potrai conoscermi per l’ uomo che sono veramente e non quello che tu hai creduto in questi lunghi anni.
Anna guardò la foto della mamma sulla lapide e lesse la frase incisa come epitaffio che lei stessa aveva voluto: ” Tutta la vita spesa per gli altri e la sua anima rivolta sempre speranzosa verso la Misericordia del cielo.”
Una folata di vento improvvisa e sentì la voce della mamma. ” Anna ricorda quello che ti ho insegnato, il perdono.”
Walter visto che la figlia non gli rispondeva, interpretò il suo silenzio come un rifiuto. Senza parlare si voltò avviandosi lungo il viale di cipressi, Anna guardò l’ uomo ricurvo e vecchio e fu un attimo, gli corse dietro gridando: ” Papà… papà andiamo a casa…”
Si incamminarono insieme verso l’ uscita e verso un nuovo inizio. Forse non era poi così tardi per ricominciare.
Anna Rossi 31/10/2015 05:30 701

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Il primo racconto pubblicato:
 
Legami di sangue (05/03/2015)

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