Ricordo bene quando sono morto.
Quella sera, ero stanco, correvo sotto la pioggia, stringendo mio figlio tra le braccia.
Sentivo le sue emozioni che passavano dalla paura alla gioia per quella pioggia improvvisa, per quel correre divertiti sotto quell’ acqua che bagnava i nostri volti.
Ricordo bene che cercavo di ripararlo con il mio giubotto, le mie parole per rasserenare il suo animo.
Ricordo bene il suo sorriso, e i suoi occhi accesi.
Quando attraversai la strada non c’ era nessuno, solo il riflesso dei lampioni e di qualche finestra, quando una luce gialla forte e grande, all’ improvisso ci colpì.
Ricordo bene che cercai di proteggerci, di salvarci la vita, perchè eravamo rimasti soli,
noi due soli eravamo destinati a vivere insieme, con tante difficoltà ma sicuri che saremmo riusciti a superare le nostre paure.
Ricordo bene, che per molti giorni non ricordai più nulla, se non solo luci e confuse voci.
Quanto tempo aspettai per sapere che mio figlio era morto non so ancora dirlo, ma quanto tempo quanto impiegai a capirlo? poco... forse nello stesso istante che quell’ auto lo strappò via con violenza dalle mia braccia!
Ricordo bene quando sono morto, quando aperti gli occhi, stuzzicati da un sole accecante,avevo capito che ero rimasto solo, quando il dolore della gamba rotta, non fu nulla rispetto al cuore che sentivo bruciare.
E’ proprio allora che per non soffrire decisi di morire dentro.