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“ Mi avevano relegato lì, in soffitta, in uno scatolone con tanti altri miei fratelli, dopo tanto tempo, avevo ancora dei bei colori, una copertina sgargiante con una bellissima figura che rappresentava un po’ il mio mondo. C’ era il principe e la principessa, l’ orco cattivo e il gatto con gli stivali. Ma tutti si erano dimenticati di me e nessuno più, apriva le mie piacevoli pagine, nemmeno per vedere le mie illustrazioni. Li avevo sentiti parlare:” “ Ormai non serve più, cosa ne facciamo, lo buttiamo?” “ Poi qualcuno, impietosito, da quel poco affetto che gli era rimasto nei miei confronti rispose:” “ No, lo conserveremo in soffitta, con gli altri libri che ormai non leggiamo più.” “ Mi sentivo una nullità, io che avevo riempito i sogni di tantissimi bambini e le mamme, che mi avevano aperto e sfogliato per anni, adesso mi mettevano tra le cose inutili; impolverato e praticamente paralizzato. Un giorno, in cui mi sentivo particolarmente depresso e qualche lacrimuccia scendeva da un vecchio segnalibro, infilato tra i miei fogli, sentì le voci di alcuni bambini che salivano le scale, che conducevano proprio in soffitta. I bimbi erano molto eccitati, stavano facendo qualcosa di proibito, infatti, i genitori non volevano che venissero su, per paura che si potessero fare del male. Le loro voci briose, mi destarono dal sonno profondo ed un leggero battito, mi pervase. Li sentivo felici mentre dicevano:” “ Ecco dei vecchi giocattoli! C’è il cavallino a dondolo, guarda, guarda, cosa ho trovato?” “ Stava dicendo Mirko ad Elena:” “ C’è anche la pista con le macchinine, che bello!” “ Elena, dal canto suo entusiasta:” “ C’è anche una vecchia bambola, si chiama Petula! Guarda com'è piena di polvere!” “ A quel punto, presi coraggio e con la voce un po’ roca dissi: bambini ci sono anch'io, mi vedete? Sono qui al buio in questo grigio scatolone, venite a liberarmi... posso ancora suscitare emozioni ed ho delle bellissime storie da raccontarvi! Ma loro non udirono la mia voce e dopo averli chiamati per un bel po’, mi rassegnai all'idea che sarei dovuto restare per sempre rinchiuso lì dentro, fino a che i tarli della carta non mi avrebbero consumato tutto. Cominciai a piangere, fra una frase e l’ altra, bagnando Alice nel Paese delle Meraviglie ed anche Pollicino. Mirko ed Elena si divertivano un mondo, con quei vecchi giochi; improvvisamente, Elena disse:” “ Guarda ci sono altri scatoloni, vediamo cosa c’è dentro.” “ La bimba, dopo aver aperto lo scatolone, delusa disse:” “ Ma sono solo dei vecchi libri…” “ Intanto, in cuor mio dicevo: aprimi, vedi come sono bello, ti piacerò... La bimba mi prese e mi guardò distrattamente, soffermandosi su alcune bellissime illustrazioni colorate, ma poi, senza pensarci nemmeno un secondo, mi ributtò giù. La mia fine era ormai segnata, non avevo più nessuna aspettativa; mentre stavano per andar via, improvvisamente Elena si voltò e disse a Mirko:” “ Aspetta, aspetta voglio prendere quel libro con le pagine colorate.” “ E così, mi cercò nuovamente fra tutti gli altri libri e mi portò via con sé. La mia gioia era tanta, non stavo più nella copertina, adesso, non vedevo l’ ora di essere coccolato, accarezzato, letto, ma purtroppo, quando Elena mi posò sul comodino senza nemmeno guardarmi, restai intimamente deluso, lei preferì stare al computer e giocare con la Wii e con altri giochi diabolici e questo fino a tarda sera. Pensai, adesso finalmente, quando andrà a letto mi darà un occhiata, infatti, appena si mise fra le lenzuola, si accorse di me e pensò di leggermi, ma non fece in tempo ad aprire nemmeno la prima pagina che si addormentò. Questa situazione si protrasse per giorni e giorni, rassegnato, pensai che non sarebbe cambiato nulla. Una sera, che Elena stava poco bene ed aveva una leggera febbricola, la mamma l’ accompagnò a letto e sedendosi accanto a lei mi notò, nascosto nel comodino in mezzo all'iPad, ed al Nintendo, esclamò meravigliata:” “ Il mio vecchio libro di Fiabe! Dove lo hai trovato?” “ Elena aveva paura di essere sgridata, ma essendo una bambina molto sincera, incapace di dire bugie, rispose candidamente:” “ In soffitta!” “ La mamma la rimproverò ma poi aggiunse:” “ Sai tesoro, questo è il mio primo libro, il regalo dei miei genitori al mio decimo compleanno, l’ ho sempre tenuto con me, è stato un amico prezioso, mi sono divertita leggendolo e guardando le sue bellissime immagini. L’ ho trattato con cura e la sera mi addormentavo fra le sue pagine, mi fa piacere che l’ hai trovato, così potrai godere anche tu, della sua compagnia.” “ Elena guardò la mamma con stupore:” “ Compagnia? Come può un libro, qualcosa di inanimato farmi compagnia?” “ La madre la guardò con tenerezza, la colpa era anche sua, per non averle spiegato l’ importanza dei libri, e quanto può essere piacevole leggere, oltre che arricchirsi culturalmente. Io mi sentivo volare dalla felicità, finalmente riascoltavo le parole che per tanti anni non avevo più udito. Quello che avevo sempre sognato, era diventare vecchio ed ingiallito, fra le mani di tanti bambini che si allietavano, non solo nel leggermi, ma nel raccontarmi ad altri. Così il tempo passò ed Elena non mi abbandonò più e quando divenne mamma, ogni sera, per fare addormentare i suoi piccoli, mi apriva e sceglieva una storia a caso e gliela leggeva con trasporto. I figli aspettavano con ansia la sera, per ascoltare ancora queste fiabe antiche, ma con il loro fascino immutato. Ed io…? Eccomi qua, con qualche foglio sgualcito e scolorito, ma pur sempre felice, di riempire i sogni e le fantasie di molti altri bambini. Ed anche se la tecnologia, ha preso il posto della creatività e dell’ immaginazione, si può trovare pure, un piccolissimo posto per un vecchio libro di fiabe come me!”
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sei brava anna un piacere leggerti (carla composto)
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