Quando, il 6 agosto 2001, comprai, quasi per caso, per la prima volta un libro di Patrick Modiano (il romanzo "Du plus loin de l'oubli") , ne restai subito affascinato. Sul momento non compresi bene i motivi che mi spinsero a divorare in un paio di giorni quel volume di duecento pagine (cosa che sarebbe accaduta, poi, più o meno anche per le opere dello stesso scrittore comprate successivamente), ma riflettendo posso ora affermare con sicurezza che certe passioni, o fissazioni, del vincitore del premio Nobel del 2014 per la letteratura sono le stesse che anche io ho avuto fin da ragazzo: il bisogno di prendere appunti, di riportare date e orari precisi, di sfogliare pazientemente gli elenchi telefonici, di osservare con attenzione vecchie fotografie, di crearsi dei punti fermi.
Conservo ancora, ad esempio, gli appunti che, a cominciare dalla fine del 1968 (quando avevo diciassette anni e mezzo), presi per una ragazza di un anno e mezzo più giovane di me (la chiamerò Maloumi, per darle un po' la parvenza di un fiabesco personaggio arabeggiante, da "Mille e una notte") , della quale pensavo di essermi innamorato, mentre in realtà, forse, mi ero innamorato della scrittura, se perdevo tempo fissando, appena tornato a casa, tutto ciò che potevo ricordare di lei quando la vedevo (cose che lei, certamente, non ricordava e non ricorderà con la medesima precisione) . Riporterò, quasi a caso, alcuni appunti tra i più neutri.
Il numero 1 è datato 3 / 10 / 1968: "S . C . mi indica Maloumi. Avevo in mano, a Porta Capuana, i libri di Italiano e di Storia appena comprati, e Maloumi era seduta dietro di me e S . C .: era più splendida di quanto possa dire. "
L'appunto numero 50 è del 15 / 2 / 1969: "Arrivo in piazza C . alle 7 e 40 circa, sotto una forte grandinata. Salgo sul bus e mi siedo davanti al fattorino. Poco dopo giunge Maloumi, che si siede più avanti ed all'altro lato. Poi V . mi dà i libri e si mette a parlare con una ragazza. Maloumi indossava il solito cappottino bianco, e aveva le lenti, ormai immancabili. Sono sceso prima di lei (prima di scendere l'ho guardata, e mi è parso che avesse le labbra più carnose di altre volte) . "
Nell'appunto numero 159, del 18 / 2 / 1970, leggo: "Ho visto Maloumi, in cappottino e calzettoni blu, all'andata e al ritorno, dalle 7 e 50 alle 8 e 20 e dalle 13 e 45 alle 14 e 30. All'andata, senza parlarmi mi ha sorriso, e io le ho detto 'ciao'; al ritorno, senza parlarle mi ha detto 'ciao', e io le ho sorriso. "
Del 1971 (quando andai per la prima volta a Parigi, l'anno in cui, pensandoci, mi potrebbe anche essere capitato di avere incontrato per caso, senza naturalmente conoscerlo, durante una delle mie lunghe passeggiate, Patrick Modiano giovane - ha sei anni più di me -, che allora aveva già cominciato a pubblicare qualcosa, incoraggiato dal suo paterno maestro Raymond Queneau) riporto l'appunto numero 259, datato 9 / 2: "Ho visto Maloumi dalle 13 e 40 alle 14 e 20. Abbiamo preso, sedendoci vicini, il bus. Indossava l'impermeabile color cioccolatto, la maglia verde e la minigonna nera. Calzava gli stivaletti color cioccolatto. Abbiamo parlato di varie cose, come della topografia del Vomero, della cartolina scritta in inglese che le avevo inviato per Natale, del motivo per cui il mio nome è apparso su 'Sorrisi e Canzoni TV' (che lei non legge), e di altre cosette di poco conto. "
Per il 1972 posso copiare l'appunto numero 302, del 14 / 11: "Ho visto Maloumi verso le 8 e 30, alla fermata del tram vicina a Porta Capuana. Aveva l'impermeabile. Mi ha detto che aspettava il tram per andare a Mergellina, al viale Elena, dove adesso lavora come ragioniera dalle 9 alle 19 e 30. Ha detto che prendeva quel mezzo perché stamani aveva fatto tardi, mentre di solito prende la metropolitana. Mi ha detto di avere intenzione di iscriversi l'anno prossimo all'Università (forse a Lettere classiche, per quanto l'abbiano sconsigliata), ma continuando a lavorare. Pensa di cambiare impiego, se le capita l'occasione, pur restando nel settore della ragioneria, perché quello che fa a Mergellina, anche se svolto in un ambiente serio e chic, le frutta poco (se ho ben capito, solo 40000 lire al mese) . Quando è arrivato il tram, ci siamo salutati, e lei mi ha ringraziato della breve compagnia fattale. "
Potrei continuare ancora a lungo (gli appunti sono 517), ma rischierei di annoiare ulteriormente il lettore (che, a questo punto, già si sarà chiesto: "Che me ne importa di quelle note private di Antonio Terracciano e, in fin dei conti, anche del metodo di scrittura di quel premio Nobel francese semisconosciuto? ") , e mi fermo pertanto al giorno della discussione della mia tesi di laurea, il 19 / 12 / 1973, riportando alcune parti del lungo appunto numero 319: "Sono stato dalle 10 e 30 alle 15 con Maloumi. Era venuta a vedere la discussione della mia tesi. (...) Indossava una gonna rossa, una camicetta ed un cappottino bianco. I capelli erano sorretti da un fermaglio a forma di ' U ' . Verso le 12 sono stato chiamato a discutere la mia tesi e, quando sono tornato accanto a lei, ho visto che Maloumi era diventata molto rossa in viso. Allora, dato che precedentemente mi aveva chiesto se fossi emozionato (io le avevo risposto che non lo ero tanto), le ho chiesto se per caso lei si fosse emozionata più di me. Maloumi mi ha risposto affermativamente: ero stato chiamato improvvisamente, e non secondo l'ordine prestabilito. (...) Subito dopo la proclamazione delle lauree, avvenuta verso le 14, Maloumi mi ha chiamato 'dottore', ed io le ho detto che la votazione massima l'avevo avuta grazie alla sua presenza, che mi aveva portato fortuna. Ma lei mi ha detto che quel voto era da attribuire soltanto al mio merito. Poi io, Maloumi e S . F ., uscendo dall''Orientale', siamo andati a prendere, al bar della mensa, una 'Vecchia Romagna' (per me), un 'Cynar' (per lei) e un 'Ramazzotti' (per S . F .) . (...) Sul bus mi ha detto che ha prenotato, con pagamento a rate (30000 lire in un anno), 'Alla ricerca del tempo perduto' in italiano, ma che finora non le è arrivato nessun volume: quando avrà letto qualcosa, ci scambieremo le opinioni. (...) "
Purtroppo, non sono Modiano (semmai lo sono in sedicesimo): se queste note le avesse prese lui, sicuramente ne avrebbe tratto un romanzo di valore e di successo!