Fu primavera quando il roseto germogliò la prima rosa...
Era il giorno della primavera, tra i rami del salutare albero invecchiato si intravedeva quella rosa che gli aveva fatto rinascere il cuore.
Di un pallido giallo, appena carico, il bocciolo era un sensibile coefficiente di bellezza floreale che colpì lo sguardo.
E venne il desiderio di andarsene dai luoghi unti di ipocrisia che lasciavano invidia e malinconia a un passo dal fare.
Non era l'età per le tante situazioni che si erano manifestate. ..e nei passi lenti di un fiore scorreva linfa nel canto dei pensieri.
Era una giornata di piccoli zefiri, scorrevano sulla pelle come acqua alla fonte dei sogni.
La giornata frugava le ore in tasca degli anni e non si aggrappava al vento dei tempi.
Raccontare sempre di sera, nelle sere strane dei ricordi senza spine che dissolvevano i colori della felicità in un apparente germoglio di vita.
Raccontare del cuore, distratto dire di rami intrecciati all'albero del vivere e sicuri di colpire le parole buttate nel mare.
E riflettere dei tarli immersi in pensieri e riflessioni ormai cadute.
Le passeggiate nei meandri della mente ricercavano situazioni meno abiette al parlare alla rinfusa, e il lato oscuro da scrutare era lo studio, poco impegno di tarli presi a tempo.
Come era bello il saper pensare al parlare un desiderio.
Pensi al dopo, un agognato futuro, speranza.
Costruito l'idea dell'essere, avere le mani nel sentiero perso del cuore.
E sfiorare quell'idea del fingere ali così cariche di perché da lasciar vibrare note del tempo.
Primavera è già qui, impressi colori dei fiori sbocciano.
La pioggia ne lava le parole di un fiorire di natura, e cresce, cresce al tempo un mondo e il suo tormento.
Domani il cercare sarà fallire, l'inventare una mano amica, si ribella e sa del tempo, un ritornello lascia sgomento.
E tu che lasci il desiderio scivolare nel tempo futuro, non avrai altro sentiero che rocce dure e fredde!!!