Dopo aver attraversato monti e pianure arrivai davanti al bianco portone purtroppo chiuso.
C'era un bel gruppetto di gente in attesa da non si sa quanto tempo.
Eravamo lì, ammassati e confusi quando, come in tutte le file che si rispettino, due distinti signori poco più avanti si misero a litigare.
"Precedenza a me, caro signore", disse quello più robusto dai folti capelli e dalla lunga barba entrambi bianchi, come neve appena caduta dal cielo.
"Precedenza a lei? E per quale motivo?" chiese l'altro, dall'aspetto sciupato, magro e molto provato.
Chissà perché entrambi mi ricordavano persone che avevo incontrato nel mio viaggio durato una vita.
"Precedenza a me, perché ho fatto cose che hanno giovato all'intera umanità. Il mio viso e la barba sono stati dipinti e fotografati da tanti artisti. Ho ricevuto centinaia di premi. Il mondo che abbiamo lasciato è più bello e gioioso grazie alla mia musica. Le sinfonie che ho scritto sposeranno l'eternità e mi faranno ricordare. Lei, invece, che cosa ha fatto per non cadere nell'oblio?"
"Io non ho fatto nulla di eclatante se non vivere la mia vita con dignità e rispetto verso gli altri. Ho studiato e lavorato, mi sono sposato e ho avuto una bella famiglia. Non c'era Natale o Pasqua che non ringraziassi il Signore di tutto questo. La vita avrebbe potuto essere più lunga, ma non mi lamento, visto che è stata felice. Gli ultimi tempi ho sofferto di una brutta malattia. Dimagrii molto, diventando quasi un'ombra, ma in tutti i momenti di sofferenza i miei cari sono stati vicini e grazie a loro il passaggio è stato meno doloroso. Lei ha avuto una famiglia? Ha voluto bene agli altri per meritare la precedenza?"
"Io ho amato l'arte e le assicuro che non avevo tempo e forza per altro amore".
"Non credo sia sufficiente".
"Ma chi è lei per valutarmi? Con la musica io ho amato il mondo e l'uomo. Quindi la smetta di guardarmi così. Non deve essere lei il giudice in questo posto e soprattutto di fronte al bianco portone".
"Non sto giudicando, ma non sopporto chi si sente superiore. Io ho donato vita al mondo, lei no e non spinga, per favore".
"Non ho donato vita, ma l'ho illuminata e quindi dia la precedenza a me che rappresento l'arte".
La zuffa continuò finché la sveglia del mattino non iniziò a suonare.
Aprii gli occhi sorridendo per lo strano sogno. Quasi ero affranto per il risveglio, mi sarebbe piaciuto vedere la fine di quel particolare litigio.
In realtà ricordavo perfettamente i due signori.
Li avevo incontrati la sera prima in fila al teatro Paradiso e anche lì stavano litigando per un posto in platea erroneamente assegnato a entrambi.
Che fosse un sogno premonitore?
Mi dovevo aspettare file e litigi anche in Paradiso, nel caso Lui mi avesse voluto accanto?
Forse l'Inferno sarebbe stato più tranquillo e sicuramente nessuno avrebbe spinto per entrarvi.
O sbaglio...