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Padrone del niente

Sociale e Cronaca

(Presente).

"L'uomo è artefice del proprio destino".

Sono tornato a casa con i piedi doloranti, le gambe pesanti e con una disperazione che mi ha eroso e cancellato tutti i sogni che avevo. Non ho più la forza di reagire, di cercare un lavoro, di respirare un'aria che in realtà mi sta soffocando. A volte mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco. Non provo più nulla. Sono molto diverso da dieci anni fa, quando chiesi a Mary di sposarmi e avevo davanti a me un futuro da progettare.

 

(Passato).

"La felicità è dietro l'angolo".

Quanti bei pensieri ci hanno inculcato. Ho sempre creduto in quello che facevo, convinto che, se mi fossi comportato bene, la vita sarebbe andata per il verso giusto. Con queste certezze iniziai la mia vita coniugale e che gioia quando arrivò la piccola Alice. Ero come in un sogno e non potevo credere a tanta fortuna. Mi sentivo forte e adulto. Vedevo i sentieri della vita diventare strade, belle da percorrere. Tragitti che portavano verso il cielo, quando sulla pelle riuscivo a sentire il calore del sole e con gli occhi apprezzare le albe e i tramonti, contento di appartenere a questo mondo. Avevo costruito un universo di amore... mia moglie, mia figlia, la casa, gli amici e i numerosi interessi. Non amavo sprecare quello che avevo faticosamente guadagnato, convinto che i doni della vita andassero gustati lentamente e mai sciupati. Ero una roccia. Gli amici mi chiamavano "macigno" per la mia caparbietà nel fare le cose per raggiungere gli obiettivi. Come spesso si dice "la vita è un lungo fiume tranquillo", ma il tempo può mutare, le acque diventare mosse e i problemi bussare alla porta. Arrivò la grande crisi, preannunciata da tante notizie e allarmi di vario genere. Io avevo costruito un fortino, credendo che sarebbe stato inespugnabile. La recessione si avvicinava sempre di più come un tornado che cancellava ogni cosa. E arrivò verso di me.

 

(Passato).

"Il sole dietro le nuvole".

Persi il lavoro ma, all'inizio, non la fiducia, cosciente delle mie capacità. Allora cercai una nuova occupazione pensando che, con tutta probabilità, un cambiamento potesse solo giovarmi. Tuttavia non ero tanto giovane e avevo moglie e figlia da mantenere, per cui mi necessitava una occupazione con urgenza. Le file dei disoccupati aumentavano a vista d'occhio e il lavoro scarseggiava sempre di più. I tempi si allungarono. Le promesse volavano nell'aria sospinte dalla speranza che diminuiva ogni giorno. Le porte non si aprivano, i sentieri si interrompevano e l'angoscia aumentava accompagnata da due nuove amiche che erano l'umiliazione e la vergogna di essere considerato uno scarto, uno qualunque da poter lasciare e abbandonare in balia del proprio miserabile destino.

 

(Passato).

"Invisibile alla vita".

Anche la famiglia si stava sgretolando. Mia moglie rimproverava l'incapacità di reagire, l'inconsapevolezza nel giudicare lo stato reale delle cose e anche l'ambiente familiare mi toglieva quella poca forza che restava. Le giornate diventarono tutte uguali. Guardavo l'orologio e mi chiedevo il perché le lancette non si fermassero al pari della mia esistenza. Non mi interessava più nulla, neanche il cibo. Aspettavo a occhi aperti la notte che seguiva il giorno e il giorno che precedeva la notte. Forse preferivo la notte, perché in essa trovavo rifugio, via da quella luce che illuminava il fallimento. Mi stavo riassumendo in poco, come se l'avere un fisico magro e trasparente mi aiutasse a nascondermi. Ero un cavaliere che combatteva un nemico enormemente più grande di lui. Persi tutto, casa, lavoro, famiglia, speranza e ciò che mi rendeva un uomo libero con la sua dignità. Ero diventato nulla, con un passato da cancellare e senza una ipotesi di futuro. Aprii le mani e la sabbia della vita mi scivolò via. È facile lasciarsi andare, è facile decidere il peggio per se stessi quando ci si trova dentro degli abissi di disperazione.

 

(Presente).

"Padrone del niente".

La crisi cancella l'uomo, la personalità che è in noi. È un cancro che attacca le ossa... le sbriciola e, quando sei a terra, ti rendi conto che eri padrone del niente.

 

(Futuro).

"Un uomo senza dignità che uomo è".

La vita può essere bella e diventare terribile nel tempo di un respiro... e a volte si sceglie di non respirare più.

Pagu 25/02/2015 08:21 4 1190

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Avere un lavoro significa poter condurre una vita dignitosa. La dignità è libertà.»

Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«non sapevo l’autore di belle poesie
ci regalasse anche emozionanti racconti .
Un racconto, che è vita di oggi
è tristezza del cuore è deserto nell’anima.
.Quando l’esistenza dignitosa
d’un essere umano
viene distrutta dalla mancanza di lavoro
è già tragedia
Togliere il lavoro è togliere la dignità
è disperazione e sofferenza.
E in questo racconto lo si percepisce
nel più piccolo respiro .
Grazie con elogi!»
Stefana Pieretti

«Condivido tantissimo il testo di Paolo Gugnoni (Pagu), che ha sintetizzato, perfettamente, il senso della pubblicazione, senza ampliare troppo il discorso inerente al chiaro messaggio che egli ha, intenzionalmente, voluto offrire al lettore, nella descrizione saliente del testo.
Racchiudere un concetto, una divulgazione filosofica, spirituale o fantasiosa, in lampanti parole, denota grandissima capacità analitica, nonché una rapida valutazione, corretta come in questo caso, sulle questioni esposte.
Applauso all’autore che ha sposato appieno le mie medesime considerazioni, trasferendole in una utile e riflessiva lettura!»
Galante Arcangelo

«Nel terzo paragrafo c'è la molla che muove tutto l'universo: " Allora cercai una nuova occupazione pensando che, con tutta probabilità, un cambiamento potesse solo giovarmi".
E' il cambiamento e l'evoluzione che ci migliorano in ogni caso. Restare ciò che siamo o ciò che la società vuole che diventiamo produce solo involuzione. Attualmente, la società sta cercando di distruggere ciò che finora sono stati i desideri di tutti gli uomini da 5000 anni a questa parte senza sostituire ciò che distrugge con altro. Ciò produce profonde crisi economiche e psicologiche. La soluzione è ribellarsi a questo sistema e non affidarsi alle sue soluzioni o alle sue definizioni di dignità umana.»
Azar Rudif

«Un racconto che traccia i passi della vita nell'emisfero uomo... lavoro è la libertà del costruire e vivere.
Ben strutturato e ben argomentato. Bellissimo. Complimenti come sempre.»
Rosita Bottigliero

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Complimenti, altro bellissimo racconto! (Cristiano De Marchi)

Riflessioni e concetti importanti per ogni lettore (Galante Arcangelo)

complimenti di cuore !Apprezzata ! (Stefana Pieretti)



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Pagu
 I suoi 35 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
Come una foglia al vento (Lettera a Babbo Natale) (28/12/2013)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
Vi auguro una lunga vita (29/03/2015)

Una proposta:
 
L'amico di Kiryu (06/01/2014)

Il racconto più letto:
 
Claire, Adam e... io (23/01/2014, 6906 letture)


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