C'era una volta un bel porcellino che faceva Didi di nome dal colore roseo e con gli occhi d'un bel celeste chiaro. Paffutello e molto simpatico. Tutte le mattine era solito, una volta salutato la mamma e il papà che rimanevano nella fattoria con gli altri suoi fratellini più piccoli, recarsi nella vicina spiaggia. Si beava nel respirare il profumo della salsedine e nell'ammirare il mare.
Poiché non aveva né fratellini né cuginetti della sua età soffriva di solitudine e per non annoiarsi si dedicava a scavare delle grandi buche nella sabbia divertendosi parecchio. Si nascondeva dentro i grandi fossi attendendo l'arrivo di qualche bambino, che passava per caso da quelle parti, ed era subito festa. In un batti baleno eccolo in un via vai di rincorse affannose per poi immancabilmente scappare di filato facendo perdere le tracce e raggiungere il recinto, dalla mamma e dal papà. Il bimbo ovviamente rimaneva con un bel palmo di naso.
Sua madre gli diceva sempre di diffidare degli uomini ed anche dei bambini: "Non potrà mai esserci amicizia tra te e gli umani perché tu sarai sempre considerato una preda quando non un trofeo." -Andava ripetendo. Quel giorno però, il nostro povero amichetto, era triste e disperato. Lungo tutta la spiaggia non c'era nessuno con cui poter giocare e aveva già percorso per ben due volte l'arenile senza sosta alcuna. Provava ripetutamente a inseguire gli uccellini ma questi si dileguavano impauriti prima del suo arrivo. Il vento soffiava forte e trasportava la sabbia della spiaggia in lungo e in largo. Il mare veramente agitato come se un brutto presagio fosse dietro l'angolo.
Sfiduciato e preso dalla solitudine, quasi con le lacrime agli occhi, decide di rientrare a casa. Si accorge anche di un certo languore che già lo stava assalendo.
All'improvviso, dietro una secolare quercia, appare un gruppo di bambini dall'aspetto poco rassicurante. Gli vanno incontro e sembra che ce l'abbiano proprio con lui. Un rapido sguardo è sufficiente per accorgersi che si tratta di ragazzacci, per di più, ognuno con un bastone in mano. Realizza immediatamente che di certo non é il tipo di incontro che fino a poco prima sperava di fare. In effetti non erano armati di buone intenzioni e prepotenti ben presto catturano il povero Didi costringendolo a seguirli con una fune stretta attorno alla collo.
Tira tira e dai e dai il povero maialetto, strattonato a più non posso, viene legato ad un albero e li abbandonato, ma solo temporaneamente, da quella masnada di discolacci che decidono di correre alle loro case perché il buio della sera era nel frattempo sopraggiunto. In cuor loro pensano di tornare il giorno dopo per divertirsi ancora col nostro povero amico.
Didi non fa altro che piangere per la disperazione più che per la paura e dal suo grugno esce insistentemente la sua richiesta di aiuto con singulti ritmati oinc ...oinc ... oinc ...
oinc ... oinc ... oinc ...
Il vento soffia verso il mare ed é li che le sue urla di disperazione vengono trasportate ma proprio questo cambierà il destino del piccolo amico.
Una sirena, abituata a cantare durante le notti di luna piena, si trova poco distante e sente il lamento del maialetto. Si incuriosisce e intenerita pensa di andare a rendersi conto di ciò che sta succedendo. E lo fa!
Lasciato lo scoglio per la spiaggia eccola vicino al maialetto. Lo libera e ben presto cantano alla luna, che in quell'istante brilla luminosa quasi quanto il sole.
Se ne innamora.
Sta scritto però che alle sirene non é consentito innamorarsi dei maialetti per cui entrambi vengono rapiti dal cielo e trasformati in una costellazione talmente luminosa che la luna al cospetto sparisce.
Capita tutt'ora, in quei momenti in cui il cielo di notte brilla di luce particolare, di scorgere un gruppo di stelle appaiate che ricordano le fattezze di un maialetto con la coda da sirena. E tu, se fai il bimbo buono e sei capace di stare ad ascoltare in silenzio, puoi sentirne chiaramente la sua voce ...
Oinc ... oinc ...oinc ...oinc ...