Sei lì stasera, tra il dire e luce che biancheggia il mondo, o dovrei dire illumina?
Appagata luna che in cor si ascolta al ventoso mare... lasci nel dire un oscuro dare.
Vento, pioggia e vento, ogni spessore di libertà perduta si inclina al pesante fare di un mondo lasciato al suo fondo.
Nuvole cariche di pioggia, lasciano cadere filamenti di gocce che riempiono i giorni.
E tu sei lì, a guardare con occhi fissi il respiro ancora debole del credere ancora...
Luna persa nel portico dell'emisfero, reso buio dall'alto settore del cuore, e muore.
Notte, guarda anche tu, oltre il buio del vero, la remota speranza del credere ...
Spazi arresi di gioie regalano baratri di sorprese precluse al vento.
E son certezze, paure avvezze, insolite vie di un buio avanza.
Era una serata senza luce, la nuvola diffondeva i suoi umori di pioggia in un classico disegno di pensieri.
Linea marcata di un cielo grigio ne sussurrava il tempo, sempre più scuro, nella vorticosa situazione del temporale.
Dormiva il cuore, ma dalla finestra dei pensieri, un sussulto ne avvolse il perenne chiedersi del freddo che albergava il cuore, nelle stanze fredde del mondo.
Corse il seguitare inconsueto dell'orologio appeso alla mente. Non si scrutavano le parole, ma, le mani su un foglio di carta avevano impresso righe di versi sdruccioli, un'atmosfera senza dubbi.
La notte era appesa al sentire, sciami di attimi correlavano la mente, e nel suo complesso, tutto si muoveva come rotante intorno al nucleo della vita: vivere.
Lasciata la mano scrivente per assaporare i minuti resi celeri dal vivo dire della poesia.
Cosa fai? Chi sei tu? Cosa speri da un pulviscolo di nuvola grigia che si intreccia nel suo insieme?
C'era una scia, passi incerti del presente in un quadro perfetto della vita.
E c'eri sempre tu, tra i silenzi e le parole appena scartate da un mondo di visioni, corse ad acchiappare il tempo senza fermarlo e imprimerlo nel vento. Lo sfiori, lo cerchi, ma poi se ne va da solo senza mai avere ciò che il discorso somigliante arriva al dire.
Ma sei tu, in questo inverno mutilato delle parole, senza fondo di verità. Dai discreti assurdi resti delle ore chieste, e suonate solo in un verso.
Passa il fiume nelle parole, trascina il mare, ogni nuvola che si trova nel frattempo in modo tale da poter procedere avanti.
Sei lì, stasera mi abbracci di raggi di luce infusi in un chiaror di stelle appena salutate.
Ti fai spazio nella mente, e lineamenti di perché afferrano la notte dei sogni ormai spenti.
Mi guardi, in un sentiero di piccola parte della storia
...tu vivi.