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Questa è la storia, dell’ amico di tutti, tradito dall’ ansia e dall’ amico. Nel male si trova e si nasconde, del mare non vedrà, per lungo tempo, le onde.
Lettura nesfasta, la mente, col tempo devasta. Arrivò il momento, in cui tutto ricorda. La paura diviene distorta. Buongiorno della mattina per sentirti più vicina. Io scrivo per piacere per non esser come le fiere. Io scrivo per passione perché sono di ascendente leone. Io scrivo per me per avvicinarmi al mio ciel. C'era una volta... ma c'è ancora, una fiaba, fresca come l'aurora, dove il sole non sorge perché c'è in agguato una triste sorte. C'era una volta un giorno dove l'uomo non fa ritorno. La Storia inizia con una lieta notizia. Nasce il reale di primavera natale. Il principe cresce tra beate promesse. Nel ciel sta scritto che Lui sarà dai chiodi trafitto. Se il ciel sarà clemente lo rivestirà di sole lucente. Di forza natura dei sentimenti ne ha paura. L'emozione lo veste nel cuore tempeste. Non devi piangere, piango io per tutti e due come un mare di tempesta però, dopo andiamo a ridere e facciamo una bella festa. Ho perso la strada, la ritrovo in te, mia regina, splendi per me. Fuori c'è il sole ma l'ombra mi sovrasta io ti penso e ti adoro, sei come il sole, una luce d'oro. Io lascio la via lasciando di stelle la scia. Io ti aspetto non per diletto ma perché t'amo col mio cuore che batte nel petto. Se il tempo fosse come te ci sarebbe sempre il sole. Non smetterò di cercare sia ai monti che al mare con la forza del cuore. Se smetto di cercare me ne vado in alto mare arrivederci mondo crudele, io vado tra le fiere so stanco ma non smetto di ballare devo trionfare domani dove sarò? Comunque sia con te ballerò. Tutto è chiaro e limpido come un fiume che scorre in un pozzo infido. Ti conquisterò con la costanza e la forza della danza, prendo atto delle nostre distanze, signori e signore si aprono le danze. Nella forza del pensiero c'è il mondo intero se nessuno è come me chi sono io? Smetto di cercare... il resto verrà da sè.
Parole e delirio, io sono ad un bivio. Libertà o prigionia. Della sofferenza io scelgo la via. La via di una interiore prigione, dentro di me c’è un grosso magone. Speranza più non ho, non mi sento più realizzato. E’ triste il mio fato. Potevo avere la libertà mia, dopo anni di sofferenze e di lamenti. Mi sono distratto ed è bastato un attimo, affinché la vita mi si rivoltò, come un guanto, come una sfida. La croce mi si addice. Portarla dovrò tra oscuri figuri, la notte si fanno sogni immaturi. Il mio corpo diventa un estraneo. D’ improvviso io non sono più nessuno, la forza mi abbandona, la mente di essere se stessa, non è più padrona. La sorte mia, mi spinse verso un male infame, del regno del male. In me non vedo salvezza, del futuro non c’è certezza. Di certo, gli amici, vicini a me non sono, dell’ esser triste non mi perdono. Scherzi, insulti, offese a più riprese. Il coraggio mi manca, per alzar in difesa la mia mano stanca. Sopporto cose tremende, la felicità ormai si è arresa e non sarà per lunghi anni ripresa. Ridere, non so più cos’è. La chioma mi abbandona. Le onde e le correnti mi fanno da compagne. La casa diventa una trappola. La quotidianità è per me, cosa tremenda. Nessuno è in grado di capire, il triste divenire. Trasferimento al paese senza sorprese. Per un attimo, ritrovo me stesso. Torno a casa e sono di nuovo oppresso. Altra storia, altro viaggio, stavolta più lungo. Nella natura, gioia io trovo, negli animali trovo uno d’ amor sfogo. Di loro cura si prende, il principe che mai si arrende. Amicizie vecchie e nuove, si ritrovano da sole.
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