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L'ispettore Frank: i suoi ricordi passati

Ragazzi

E’ notte, l’ ispettore Frank, rientra in casa. Il suo tatuaggio sulla mano di notte si illumina, in segno di un pericolo. Tante volte lo ha salvato da situazioni impossibili. Il suo cane, dolce compagno di vita, lo ha lasciato solo. Si è sacrificato, in una delle tante storie passate e mai dimenticate. Non vuole più soffrire. Si racconta che è meglio essere soli. Così non si soffre. Se solo Lei tornasse…

L’ ispettore Frank quasi piange. Attimi di nostalgia per il figlio sparito in una nube temporale, eppure lo sente così vicino a volte. Come se fosse sempre accanto a lui, che lo protegge. Questo spiegherebbe tanti fatti strani, come il frigo sempre pieno, senza aver fatto la spesa o l’ ombra che vede aggirarsi per casa, mentre è in dormiveglia. Si lascia andare ai ricordi. Gli viene in mente la scuola, come se fosse ora. E così ricorda:

Anno 1988- 1989 ricordi vari

Inizia un'era. Erano anni in cui la spensieratezza era la nostra padrona e la vita adulta stava per iniziare. La pubertà era finita distintamente. Si lasciano i Vecchi Amici per crearne di nuovi, forse per il futuro. Avrei potuto scegliere tante scuole, tra cui il liceo artistico (anche se non sapevo disegnare) o il conservatorio (amavo la musica ed ero anche bravo), alla fine scelsi la scuola tecnica commerciale non distante da casa, anche se con la strada impervia e l'autobus che non passava mai. Anni in cui eravamo distratti e la città non era ancora così pericolosa come ora. La mia città. Roma. Aria buona (cita. Big Luke). Anni in cui la voce sarebbe cambiata e si sceglievano gli amici. Alcuni poi che dopo alcuni anni, tradiranno la mia fiducia, in un momento di personale difficoltà. Mi accorgo ora, che i cambiamenti spaventano e che la sensibilità e la comprensione sono dei doni che Dio, ha donato a pochi. O forse ero io che m’ illudevo. Quando ero forte, ero in grado in combattere e vincere.

Inizia un'era dopo gli esami delle medie. Arrivati in un posto che sembra una prigione (ex granai), eravamo tanti. Tanta confusione. Voci nella mischia. Volti nuovi. Chi sarà con me? Una voce roca chiama le prime. Solo per caso la sento. Scendiamo in un sottoscala, mi sembra. Ero in ritardo alla presentazione, anche se non ero il solo. Dopo i discorsi dei dirigenti, sono fatte le classi. Lego subito con un ragazzo. Andrea. Parlando con lui scopro che siamo vicini di quartiere. Altri si uniscono a noi. Andiamo verso la classe provvisoria. Noi siamo quelli della Succursale. Le lezioni sono di poche ore il giorno e i professori non erano ancora arrivati a prendere servizio. Uno tra tutti spicca. L'insegnante di lettere. Io non ero il preferito. Non ero il primo della classe, ma il secondo per studio, anche se forse acerbo ancora. Con una grande memoria. Memoria fotografica. I primi anni era però inconscia.

Un mondo nuovo, dove c'erano librerie che servivano la nostra scuola. Un quartiere nuovo. Anche se avevo frequentato le scuole in precedenza distante dalla mia residenza, seppur in zona. Quel quartiere diventerà per me fondamentale. Nel bene e nel male. L'anno scolastico inizia e piano entra a regime.

Nuovi professori arrivano. Nuove amicizie si concretano. Le risorse scolastiche sono poche. Noi protestiamo. Scioperiamo. A volte anche i termosifoni scioperano. Ero ancora confuso dal nuovo ambiente per la mia ingenuità.

A volte vado male nei compiti in classe. Mi ci vuole un po’ di tempo per capire alcune materie. Sento però che questa scuola non è adatta a me. E' più un dovere che un piacere. Non riesco però a elaborare bene il pensiero e proseguo. A ogni sciopero ci ritroviamo in sala giochi. Giorni ancora spensierati e felici. Giorni in cui la vita costava poco e con poco ci divertivamo. Ancora c'era unione tra le persone e lavoro.

Le sale giochi erano le nostre compagne di avventura. Il nostro rifugio. Quanto ci siamo divertiti. Eravamo i quattro cavalieri senza cavallo, anche se con un grande spirito di amicizia. Con alcuni dura tutt'oggi.

Eravamo tante sezioni. Tutti amici. Ricordo le interrogazioni volontarie, per terminare, cosi i cicli scolastici, subito. Mi piacevano molto la storia e la matematica. In italiano difettavo un poco. Iniziavo a scrivere le prime poesie horror. Dopo un po’ buttai il quaderno. Credevo portasse sfortuna. Dattilo- grafia nel primo anno non l'abbiamo mai fatta. Si percuoterà l'anno successivo.

La scuola era molto precaria. Mancavano tutte le sicurezze obbligatorie, anche se forse allora non c'erano tanti obblighi. Il sabato c'era sempre sciopero. Abbiamo fatto auto gestione per più di un mese.

Il primo anno non ho avuto particolari problemi. A parte un po’ di paura della prof. di francese, materia in cui comunque avevo otto.

In inglese andavo bene, senza neanche studiarlo. Grazie alla brillante preparazione, fatta alle medie.

Biologia era una materia interessante. Il prof. era simpatico e bravo. Prendevo sempre molti appunti e spesso non studiavo sui libri, ma solo sui miei scritti.

Le classi arrivano al terzo anno appena. Feci domanda per la sezione sperimentale, anche se la mia classe fu esclusa. A educazione fisica giocavamo a calcio con un'altra classe, nel parcheggio della scuola. A volte abbiamo rotto dei vasi, ai palazzi accanto. Forse il primo anno di superiori è stato il più sereno. Avevo un fisico molto magro. Mangiavo poco ormai da anni. Avevo i capelli lunghi anche.

Alle medie stavo spesso male. Poi sono stato meglio. Erano gli anni iniziali di kenshiro e delle scuole di karate di cartoni animati giapponesi. Nei nostri giorni moderni, leggo i relativi manga. Erano gli anni dei cantanti tristi. Erano gli anni dei fantastici divertimenti al mare con il pullman. Con gli amici d'infanzia e nuovi amici anche. Anni il cui ricordo è ancora vivo e vegeto. Capalbio è il mio paese delle vacanze, in cui sono cresciuto. A scuola mi chiamano maremmano. In effetti, ho incominciato a parlare il dialetto romano, a più di venti anni. Le partite di pallone, da fuori quota. Ho fatto tutti i ruoli. A Roma alle elementari e alle medie ero considerato, uno scarso giocatore. Non ho mai frequentato scuole calcio. Mi hanno insegnato gli amici. Fra l'altro ero anche bravo, anche se la timidezza m’ impediva di emergere con le personalità più forti. Ho ancora tanti ricordi delle elementari. Proprio il calcio, all'inizio, non sapevo neanche, cosa fosse. Ricordo il sentirsi diverso, solitario. Ero nuovo, tra sconosciuti. Arrabbiato, per essere stato tolto dalla mia scuola d'infanzia. Scelsi di stare in classe con una suora, invece della maestra. Ho poi pensato che fosse, la scelta sbagliata. Un giorno presi un colpo violento alla testa, in uno scontro, mentre correvo. Mi chiedo, avrò subito traumi? Ho ricordi contrastati, del mio passato da piccolo. Anche se ricordo bene le botte e l'odio di alcuni miei compagni, nei miei confronti. Al giorno d'oggi, ho scoperto, che erano i genitori, a istigarli. E la suora, di certo, non mi ha aiutato. Chissà, se è, ancora viva. Torniamo ora a tempi più recenti, a quando eravamo distratti, da un'euforia senza pari, a quando sognavamo, di un futuro lontano.

Il primo superiore procede, tra alti e bassi. Tra scioperi e un piccolo innamoramento. Se solo non fossi stato timido, sarebbe stato anche corrisposto. Mi piaceva tanto, quella ragazza. Mi ci trovavo molto, bene. Ci divertivamo insieme. A volte, penso, a quanto sia stato uno stupido, in gioventù. Anche se, anche da grande, ho poi avuto gli stessi problemi. Durante il primo anno, ci cambiarono l’ aula. Quella vecchia diventò la stanza dei prof. Erano gli anni delle telefonate anonime, per le presunte bombe e i controlli degli artificieri. Poi non ho mai capito perché dovessero colpire una scuola di periferia, che contava poco. Sarà stato, qualche studente, a fare le telefonate? La scuola era situata, dicevano, nel punto di maggior spaccio, della periferia. Dove c'era anche, poco distante, molta prostituzione. Quando poi, mi sono diplomato, misero, dietro casa mia, l'istituto tecnico commerciale. Mentre la succursale della mia scuola si trasferì in centrale. Ora nella mia vecchia sede, ci sono abitazioni private. In effetti, quel palazzo era nato come gli altri palazzi, doveva essere adibito ad abitazioni civili.

L'estate fu un trionfo di emozioni. Amici vecchi e amici nuovi. Il mare la mia passione. S’ inizia con il motorino, non scelto da me, in paese. Ero diventato impopolare, un nerd per la mia bontà e timidezza. Persi il potere con gli amici più grandi. Quando eravamo due gruppi, era molto migliore. Alcuni in seguito presero strade molto pericolose ed io mi allontanai, per mia fortuna e coscienza. E si offesero. Poco male. Avevo altri amici, con cui ho continuato a divertirmi. Per i vecchi, mi dispiaceva. Almeno per alcuni. Ora credo si siano ripresi. Fra l'altro, ho incontrato di nuovo alcuni ragazzi, ormai diventati uomini. E' stato bello. Sono passati anni e il rancore è ormai lontano. Si cresce e ci si fa una vita autonoma. Ritornare al paese è sempre e da sempre un grande piacere. Nel percorso estivo, ho incontrato tante persone. Di cui, ho un vago ricordo. Chissà se loro si ricorderanno di me? Ho i miei dubbi. Continuando a tergiversar sul passato ancora più remoto, mi piacerebbe incontrare due bambine della mia infanzia. Una la incontrai sul Monte dei miei Avi. Ridevamo sempre. Lei parlava con le bambole. Era magica. Io scappai dalla passeggiata con i miei genitori, per correrle dietro. Lei era lì con la nonna. Il giorno della sua partenza, smettemmo di ridere. Forse era amore infantile. Ma chissà com'è ora. Se mi ha mai pensato? Un'altra bambina è nei miei ricordi. Era con me alla scuola dell'infanzia. Anche se io ero più grande. Era innamoratissima di me. Un giorno la madre, chiamò per un incontro. La scuola dei piccoli era finita da qualche tempo. E i miei genitori rifiutarono l'incontro. Purtroppo ho saputo della telefonata, solo alcuni anni dopo. Naturalmente, mi sono arrabbiato. Ma il dado ormai era tratto. Io volevo davvero incontrarla. Forse non era destino o forse i miei genitori non dovevano decidere per me, le mie amicizie. Che cosa costava, dire di sì, poiché comunque ero solo, con pochissimi amici e non uscivo con nessuna ragazza. Alcune decisioni prese negativamente hanno alterato il corso naturale della mia Storia. Anche se la successione di certi eventi dimostrano, come tutto il mio destino fosse già stato assegnato. Forse se queste vecchie amiche, leggeranno questo racconto, si ritroveranno. E magari, mi prenderanno contatto. Lo spero proprio.

QUANDO ERAVAMO DISTRATTI ANNO II

L’ estate stava finendo e si salutavano gli amici delle vacanze. Il ritorno in città è sempre traumatico. Si rivedono gli amici del quartiere e si raccontano le avventure appena passate. Tutto ritorna alla normalità. Si riprendono i contatti con i compagni di scuola. I soliti quattro amici e si riprende a uscire. Inizia la scuola. C’è grande euforia. Quest’ anno ci siamo uniti a un’ altra classe, la sezione G. Speravo ci fosse un mio amico, anche se poi scoprii che era stato bocciato. Subito con alcuni lego molto. Ci divertiamo molto con i vicini di banco. Un amico mise la sua postazione perpendicolare alla mia. Fu la salvezza per le interrogazioni, in quanto potevamo appoggiare, i quaderni degli appunti ed i libri sul suo banco e quindi leggere in caso di difficoltà.

C’ era un’ insegnante dispotica, con cui ho avuto serie difficoltà fino alla fine. Era convinta che non studiassi. Un’ altra, nonostante il grande recupero mi porto con l’ insufficienza al consiglio. Naturalmente con tutti sette ed otto, lei perse la faccia. Mi affezionai ad una ragazza, anche se la mia timidezza, mi impedì di andare avanti. In gita, andammo a Pompei. Ricordo, che per pochi secondi, di telefonata, pagai allora 400 lire. Uno scandalo. Gli scavi furono belli ed interessanti. La notte non dormii e ad un certo punto della mattina, mi sentii strano, come confuso e rallentato. Le notti le passavamo girando per le altre stanze. Cantando.

Anche in quell’ anno, abbiamo fatto una grande auto- gestione. Abbastanza lunga. A calcio, giocavamo con la seconda D. Noi avversari/compagni fino alla quinta classe. La prof. di francese, diceva a loro, che noi eravamo i più bravi. A noi diceva, il contrario. A francese, ho avuto, alti e bassi. In ogni caso, sono stato promosso con otto. Matematica e fisica, mi piacevano molto e non ho mai avuto problemi. Ad italiano c’ era un nuovo insegnate. Vide le mie potenzialità, mi stimava e mi incoraggiava a fare sempre meglio. La storia mi interessava. Ancora non capivo le poesie e i loro significati. Semplice- mente non le conoscevo.

I vari compleanni, li festeggiavamo, tutti insieme. A volte, erano invece feste per pochi intimi. Iniziavo a rimanere a casa, da solo, senza genitori. Magari invitavo, qualche amico, a dormire da me. Per divertirci e fare quattro chiacchiere. La domenica, andavamo alla tavola calda, per mangiare. Poi subito, in sala giochi. Ormai eravamo diventati amici del gestore. Che partite con Andorre.

I video giochi erano la mia passione e lo sono stati anche, per gli anni, a venire. In quell’ anno, la prof. di inglese, ci proposte, di recitare, la favola di Bianca- neve ed i sette nani, in stile commedia. È stata una cosa fantastica. Bianca- neve era una ragazzo popolare a scuola ed i nani eravamo noi ragazzi alti. La preparazione è stata molto bella. Tante prove. Tante emozioni. Io ero Mammolo. Oltre a noi, anche altre classi, portarono degli spettacoli. Anche se l’ evento principale, era il nostro. Noi nani quando siamo entrati in scena, camminavamo carponi. Abbiamo suscitato, l’ ilarità del pubblico. Il personaggio di Bianca- neve, ha avuto un brillante successo. Altri ragazzi, non attori, hanno coordinato, le musiche e le luci. Alcune ragazze erano ai trucchi. Se sono fossi stato, più scaltro, con le ragazze. Ho ancora, grandi rimpianti.

Al paese, avevo dei problemi. Non mi trovavo bene, con alcuni ragazzi. Con qualcuno litigai. Solo anni più tardi abbiamo fatto pace. Anche al paese, la sala giochi, era il mio regno. Ero molto bravo, in alcuni cabinati. Ci studiavo, la notte, su come passare, il livello. Al paese, andavo i vari fine settimana e in tutte le vacanze scolastiche. Come mezzo di locomozione, avevamo il motorino da poco. Altrimenti la bicicletta. Il mio motorino e la mia bici, non mi piacevano, perché scelte dai miei genitori. Il motorino, aveva grosse difficoltà, nell’ accendersi. Il meccanico, amico di mio nonno, non riusciva a ripararlo. Mio nonno, era morto, da pochi anni e ancora, si sentiva, la sua mancanza. Anzi, io lo sentivo presente spiritualmente. Per me, tutto’ oggi, è sempre vivo. Avevo un cane, fino alla morte di mio nonno. Si chiamava Lola. Lo scelsi io, quando ero più piccolo. Adoravo questo cane. Era buonissimo e un ottimo segugio. Aveva un fiuto incredibile. Con la morte di mio nonno, lo prese il cugino di mia madre. Gestiva la riserva di caccia del paese ed aveva spazio per tenerlo. Io ogni tanto l’ andavo a trovare magari lo portavo a casa. Il setters diventò poi cieco. Andava ancora a caccia però. Dopo molti anni, come tutti, parti per il paradiso dei cani. Peccato solo, non averle dato, un ultimo saluto. Avevamo anche una gattina, di nome Lady. Era una signora gatta. Molto dolce ed intelligente. Amata anche dai vicini di casa. In seguito, andavamo meno al paese e lei fu adottata da altre persone. Quando mio nonno, era in vita, avevamo anche dei conigli e le galline. Mio nonno curava anche l’ orto di casa, dove mi divertivo molto e l’ aiutavo ad annaffiare gli ortaggi. Giocavo anche con il cane, nel campo. Un pomeriggio sono cascato, nell’ orto. Il bravissimo setters, venne a prendermi, anche se io stranamente mi impaurii. Mi dispiacque molto. Poi andai a ringraziare la Lola. Adoravo quel cane. Era la più bella dei cuccioli. Ormai sono passati tanti anni. Potessi tornare indietro, a quegli anni spensierati. A quando siamo nati. Erano anni di un mondo antico, dove c’ era un regno di persone unito.

Erano gli anni ‘ 89, quelli in cui si tessevano, nuove amicizie, per il futuro, importanti, come non mai. Altri sarebbero poi spariti, col tempo.

Fu l’ anno di una scelta, che cambiò le nostre vite scolastiche: la specializzazione informatica. Ci chiederemo, per tutta la vita, cosa sarebbe successo altrimenti? Ci saremmo risparmiati, tante sofferenze gratuite. Avremmo avuto nuove amicizie, nuovi amori, con cui passare la vita? Io avevo questa possibilità. Scelsi la distruzione (inconsapevole) al posto della libertà di vivere nel presente di allora e nel futuro di oggi. Fu la seconda scelta infausta. La prima si è persa, nell’ alba dei tempi ed ora guarda me vivere una vita non mia. Solo nei sogni, posso riscattarmi e rivedere Lei.


Quando eravamo distratti anno III

A scuola si doveva scegliere se fare amministrativo o programmatore. Feci la domanda per programmatore. La selezione casuale mi premiò. O così credevo. Avevo il dubbio di rinunciare, per amore. Poi feci una folle scelta, programmatore. Erano anni in cui l’ ingenuità del mondo era forte e i cattivi erano i padroni. Ero ancora convinto che la bontà mi avrebbe aiutato. Convinzione sbagliata. Mi avevano detto che la specializzazione era molto impegnativa. Credevo bastasse studiare un po' di più. L’ informatica era agli albori della sua esistenza. La tecnologia andava avanti lenta. Ciò che avevamo sembrava tanto. Niente al confronto con oggi. La classe rimane sezione B anche se ci uniscono ad altre classi. Con alcuni ci sarà una grande amicizia, poi nel tempo persa. Il professore di informatica, muore d’ infarto mentre viene a scuola. Segno di presagio.

Si inizia l’ anno con nuovi professori e nuovi compagni di classe. Ogni anno cambieranno quasi tutti i professori, anche se qualcuno rimarrà fino alla fine. All’ inizio dell’ anno non abbiamo tutti i prof. I primi giorni si fanno in centrale, come sempre. Le librerie fanno a gara, per venderci i libri.

Mano mano si conoscono gli insegnanti. Ricordo che la nostra classe era impregnata di ombre. Ero al penultimo banco a destra. Mi piaceva molto la storia e la prima interrogazione andò bene. In italiano invece no. E come, spesso si dice, fu l’ inizio della fine. Fui interrogato per ultimo e andò male. Mi inimicai l’ insegnante. Odio che lei si portò fino alla fine della scuola e con lei le altre insegnanti, che la seguirono nel delirio. Di alcuni, si notava la poca preparazione e la poca attitudine ad insegnare. Molto schematici e poco logici e chiusi di mentalità. Inoltre c’ erano chiare preferenze verso qualcuno, mentre venivano messi limiti ai più bravi. A me in particolare. Alcuni prof erano convinti che fossi incapace e che non studiavo, nonostante dimostrassi la mia preparazione in alcune materie, specie in inglese. i voti erano scarsi anche in matematica, anche se facevo compiti perfetti. Ad informatica pochi ci capivano qualcosa. Ragioneria sembrava dura, anche se si rivelò la migliore insegnante e la materia migliore. Ti permetteva davvero di ragionare e di uscire dagli schemi e dai porti sicuri. Diritto ed economia chiedeva cose assurde e non presenti nei testi. Rispondevo sempre a tutto, anche alle solite domande. E’ stata una gran fatica. Le umiliazioni si sprecavamo verso una parte della classe. Io ero il capro espiatorio per tutto. Le offese si sprecavano. Iniziammo nuovamente l’ auto- gestione per un lungo periodo di tempo. Almeno li ci siamo divertiti un po'. Provammo a lottare per i nostri diritti, anche se nessuno ci ha aiutato. Ero giù di morale, volevo ritirarmi. Ho continuato. Ancora non so se sia stata la scelta giusta. Ne è valsa la pena prendere il diploma con tutte queste sofferenze? Presi otto a ragioneria. Risultato inaspettato anche nella carriera d’ insegnante. Forse questo mi salvò in parte. Ricordo con affetto quell’ interrogazione. Tra le migliori insegnati che ho avuto. E ne ho avuti pochi di buoni. Ricordare queste cose mi rende un po' triste, ma almeno le esorcizzerò.

QUANDO ERAVAMO DISTRATTI- ANNO IV- GLI ANNI OSCURI

In paese, erano gli anni dei motori e motorini. Delle gite al mare, il calcio sempre presente, delle partite a calcetto ed i tornei. Potevamo vincere, anche se poi ci siamo rilassati e siamo arrivati terzi. Inizio a mettere gli occhiali, cosa che non sopportavo. Cominciava a darmi noia la luce e così feci la visita oculistica. Mi sembrava di vederci bene. In effetti, mi mancavano pochi gradi. Dal medico, non rispondevo pienamente ai test, dato lo stress per la scuola. L’ estate è stata un grande divertimento. Mi sono sfogato e rilassato. Avevo bisogno di divertirmi. Se ne accorse anche l’ oculista. Disse che mi vedeva una persona diversa. Migliore, rispetto alla prima visita.

L’ inizio del quarto anno, comincia con l’ autobus che non passa mai e i primi giorni arrivo in ritardo. Cambiano diversi professori, tranne due.

E’ bello rivedere gli amici. Riprendiamo ad uscire e ad andare in sala giochi.

I primi giorni passano tranquilli, poi sarà un nuovo delirio. Credevo che in questo anno, i professori, mi avrebbero lasciato in pace. Ammisero con mia madre, che avevo sofferto troppo, che mi avevano fatto soffrire e che non sarebbe più successo. Ci si può fidare? Ci speravo. La speranza è stata vana. Cominciò nuovamente il circolo vizioso delle umiliazioni, dei voti bassi e immeritati, delle offese, di interrogazioni e compiti con voti non coerenti con la mia preparazione e con i fatti. La mia bontà non aiutava. Avrei dovuto essere più incisivo. In quel periodo, iniziavo ad ascoltare musica rock. Alcune canzoni, mi ispiravano. Sembrava parlassero di me. Ascoltavo anche musica leggera italiana.

Cercavo canzoni tristi, che davano speranza. Erano gli anni delle canzoni del dolore, a cui mi ero molto legato. La depressione era forte. Mi ero chiuso in me stesso e la timidezza era ormai molto radicata in me. Provai a frequentare un gruppo religioso, anche se dopo poco abbandonai la Chiesa. Anche questa, scelta discutibile, visto che stavano nascendo nuove amicizie. Andavo in palestra, anche se non mi trovavo bene. C’ erano persone cattive. All’ epoca ero molto magro e senza forze. Tremavo per sollevare i pesi. Non avevo per niente i muscoli. Frequentavo la palestra per la schiena. Avevo problemi alla spina dorsale. Ad oggi ne ho di più. Dopo alcuni anni lascerò la palestra. Informatica diventa una materia alternativa. Nel quarto anno abbiamo tre insegnanti. Le prime due lasciano perché in stato interessante. Poi arriva un uomo, che si adeguerà ai deliri degli professori. La carriera scolastica, procede tra alti e bassi. Inglese e italiano sono padroni della mia vita e la disturbano. Matematica mi piace. Riesco molto bene nei limiti e derivate. Le preferenze verso altri si sprecano, mentre io devo lottare, per avere un minimo di voti. Ad inglese in questo anno, avrò otto interrogazioni. Altri invece, non verrano mai chiamati e avranno voti alti, come nelle altre materie. Diranno che se li meritano. In gita si va nel nord d’ Italia. Un anno siamo andati alle cinque terre, un altro a Verona. Nel pullman c’ era chi faceva le foto a chi dormiva. Arriva un momento importante nella mia vita: la maggiore età. Arriva il precetto per la visita militare. Nella visita sarò abile arruolato, anche se poi non partirò mai militare, per la scadenza dei termini di chiamata. Ero molto magro e il medico non voleva prendermi Io dissi che volevo fare il militare, volevo entrare nei carabinieri o nella finanza nel futuro dopo la scuola. Mentre i miei amici, si riposavano dal ritorno della gita, io andavo alla vista di leva. Sarebbe bastato che la gita fosse posticipata anche di un giorno e non sarei andato a divertirmi.

La tristezza si fa imperante e la voglia di lasciare è alta. Ogni giorno è un’ agonia, non solo per me, ma anche per molti miei amici.

Con i conoscenti del palazzo le cose cominciano ad andare male, anche se ho ancora delle forze per combattere. Inizio a frequentare la scuola guida. Partecipo a qualche lezione, poi lascerò perché, volevo riposarmi dopo la scuola. Studierò da solo. Farò scuola guida anche privatamente. Passo subito agli scritti e alla pratica. Gli amici cominciano a fare dispetti. Gli esami della scuola guida finiscono a luglio. Ormai sono stato promosso sia a ragioneria, sia dall’ ingegnere. Riesco a vincere una sfida: avere sette ad inglese, anche se meritavo di più come votazione e non meritavo di soffrire così.

Gli amici cominciano a fare degli stupidi scherzi. Io comincio la mia piccola sofferenza e loro se ne approfittarono. L’ estate è arrivata da un po'. Siamo a Luglio. Vado al mio paese d’ infanzia. Mi diverto molto con gli amici al mare. Saranno anni indimenticabili.

Forse gli ultimi anni, le ultime estati felici, prima del grande male. Ad agosto trasferisco le mie vacanze in un altro paese, dove mi aspettano altri amici. Famose saranno le partite a pallavolo al parco, con la frase ramino rigiochino. Famose saranno inoltre le nostre canzoni ed il nostro film. Un’ estate molto divertente. Dopo la fiera paesana, ritorniamo tutti nelle nostre rispettive città. La scuola sta per cominciare. Inizia l’ ultimo anno di lotte e umiliazioni. Credevo, speravo, fosse l’ ultimo anno di sofferenze. Invece poi arrivò altro male, più forte.

Appunti: la visita militare.

Come ho detto, il giorno dopo il rientro dalla gita, dovevo fare la visita di leva. Mi svegliai tardi anche se arrivai puntuale. Pioveva. Andai con la metro a viale Giulio Cesare, al distretto militare. Durante le prove, una volta ero il primo, una volta l’ ultimo. Mi andò bene per l’ esame cardiologico essere il primo. Gli altri dovettero rifarlo, perché entrò il sostituto. Faceva freddo e tenevano le finestre aperte. Ero molto magro all’ epoca. Pesavo 60 kg circa. Dovetti rifare le analisi delle urine. Sul servizio che volevo svolgere, scrissi che avrei voluto fare il bersagliere, come mio nonno. Trovai un ragazzo con il mio stesso nome e cognome. Mi fecero idoneo al servizio militare, anche se poi non partirò per la scadenza dei termini di chiamata.

Negli anni successivi, provai ad entrare nell’ Arma dei Carabinieri, anche se non passai le visite mediche, per via della miopia. Anche se tra i dati del militare, come prestanza fisica avevo un cattivo punteggio e quindi anche quello ha influito.






QUANDO ERAVAMO DISTRATTI. ANNO V. GLI ANNI OSCURI. ULTIMO ATTO.


L’ estate fu un gran divertimento e tornai a Roma, molto riposato. Si incomincia a rivedere i vecchi amici e compagni di scuola. Si esce e ci si diverte. Il primo giorno di scuola, sempre in centrale, vado a piedi e naturalmente arrivo leggermente in ritardo. Mi avevano detto che l’ insegnante storica non ci sarebbe più stata. Entrando in classe, la vidi e pensai di aver sbagliato aula. Invece era proprio la mia classe, la Vb succursale. I primi giorni sono semplici, come ogni anno. Arrivati in succursale, cominciano nuovi giorni con nuovi professori. La storia non cambierà, rispetto agli anni precedenti. Nonostante rispetti le regole degli insegnanti e faccia bene compiti e interrogazioni, anche i nuovi si uniformano alle disposizioni del capo della banda. Mi chiedo perché? Che cosa conviene a loro fare così? Perché vogliono istillare l’ odio tra i compagni e verso di loro? Alcuni professori urlano sempre, altri sono spesso assenti. Altri criticano le gestioni precedenti e poi fanno uguale, se non peggio. Informatica è sempre più allo sbando. Anche quest’ anno abbiamo tre insegnanti, di cui l’ ultima che ha dato un solo esame di informatica e quindi può insegnare per lo Stato. Qualche volta prendo un brutto voto, anche se poi recupero con successo. I miei compagni nei banchi dietro, mi utilizzano per aiutarsi nei compiti, dato che io stavo al primo banco e quindi li coprivo dai professori. Non è che poi ricambiavano l’ aiuto dato. Arrivò una bizzarra insegnante di diritto e scienze delle finanze. Si rivelò la migliore professoressa di sempre, insieme a quella di ragioneria del terzo anno.

La gita a Vienna è molto bella. Ci divertiamo veramente tanto. Al ristorante, prima ci danno cose locali, poi prodotti italiani. Più passano i giorni, più si mangia meglio. Durante la passeggiata, in un locale, un ubriaco vomita addosso ad un’ insegnante. Naturalmente non nego la felicità di questo fatto. La metro a Vienna è molto vasta. Andiamo al luna park. E’ una favola. Un gioco, distrugge i nostri stomaci. Gridando, io mi allieto le sofferenze. Vediamo mostre, musei interessanti. Ascolto la music cassetta del mio gruppo preferito. Era l’ ultimo anno di scuola. Ancora le ultime sofferenze da studente. Ogni giorno combatto per la mia libertà. Spesso perdo. I professori continuano ad offendermi per farmi cadere. Ci riescono anche. Quasi nessun professore, si oppone alla tirannia del capo. Cercano sempre di farmi le scarpe. Io sono molto giù. Verso la fine della scuola, però, riesco ad avere voti più alti ad italiano. Sarò costretto a farmi abbassare il voto per gli esami, per paura del cambio di materia, dato che informatica più di sei non voleva darmi. In ogni caso, è per me, una grande soddisfazione, aver vinto una piccola battaglia. La musica mi conforta e mi da coraggio. Alla fine vado agli esami con una buona media, anche se sotto stimata. Agli scritti escono italiano e tecnica bancaria. Per il tema d’ italiano scelgo, la traccia inerente l’ umanità e la tecnologia. Chi vincerà tra l’ uomo e la macchina? Questo tema è ancora attuale. Il tema d’ italiano andrà bene e sarà l’ unica cosa positiva. Lo scritto di tecnica bancaria andò così e così. Io avevo capito le tracce, anche se il commissario d’ esame non era d’ accordo e mi sono dovuto adattare. I quotidiani riportavano le mie idee. Il commissario non era preparato e non conosceva il libro di testo. Chi ha portato ragioneria all’ orale è andato male. Una parte dello scritto riguardava un esercizio che noi non avevamo mai affrontato. Agli orali porto ragioneria e informatica. Quando toccò a me, dissero avanti il prossimo, mentre agli altri chiamarono per nome. Già s’ immaginava il mio risultato deludente. Ero molto preparato, anche se i professori non lo erano e quindi mi hanno fatto cadere. Quando dovevo firmare, ero così agitato, che mi tremavano le mani. Per molto anni a seguire avrò gli incubi degli esami. Anche tutt’ oggi a volte li sogno, con il mio riscatto.

Finiti gli esami, si parte per il paese. Il mio gruppo preferito farà il concerto estivo a Roma e quindi mi preparo per tornare in città.

Il pomeriggio della partenza, mia madre mi comunica il voto degli esami. un voto molto basso, come se non avessi mai studiato. Rimarrò sconvolto. Nel treno piango molto e mi dico, che all’ università avrò successo. Viene il giorno del concerto. Andai con mia cugina e un mio amico. Al concerto c’ erano due persone accanto a me che fumavano spinelli. Non si stava bene, accanto a loro. Il concerto fu bello, anche se un po' rovinato da questa gente. Ritornai al paese a fare un po' di mare. Fu un’ estate molto divertente. Forse l’ ultima bella estate. Nell’ altro paese anche mi sono divertito. Al ritorno in città, inizio l’ università. Frequenterò pochi mesi. Non riuscivo più a studiare, dato il trauma della maturità e del brutto voto.

Poi iniziai un lungo calvario personale, per eventi e fatti inattesi. Conoscerò nuove persone. Gli amici del palazzo, mi tradiranno e la spirale fu discendente per molto tempo.

In fondo, questa è un’ altra storia e altre avventure dovranno ancora accadere.





mirko federici 12/12/2014 08:51 1080

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«L'ispettore Frank viaggia tra i ricordi della scuola»

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