Volevo chiedere al tempo dove fosse il nostro andare... percorsi che si bruciano di silenzi e si nascondono nel dire.
Un dicembre è già qui, dietro le porte del senso e del non senso... ove le cose migliori sono forze della natura che resistono al momento.
Ieri ero tra il mare e la vita del giorno quando un'onda sbattuta sui pensieri mi ha fatto capire la gravità dell'essere se stessi. Infatti basta un niente per sentirsi parte di qualsiasi punto all'orizzonte del tempo.
Mi sembra che il domandar preghiera resti immagine del risuonare forza.
Forza, la capacità di guardare avanti nel mondo dei perché senza problemi, lasciarsi dietro spiragli di pensieri.
Ci vuole poco a sognare ma tanto ad essere in sintonia con le foglie che ingiallite si portano via il tempo.
È uno scrosciante ruscello di montagna la vita, esuli bagnati di speranze arrancano nel buio un sorriso. È la forza del fare che lascia il posto al tenersi vivi...
Scorre sul foglio della vita la matita del vivere, passi incerti, frettolosi, ostacolano i pensieri e le parole, le parole avvolgono le mani dei momenti in uno scenario di attimi.
L'albero sofferto di radici ne sradica le vesti in un giorno di fine giornata e le ore appese al vento soffiano di luci spente a giorno.
Piove, e nella strada un brusio corregge i pensieri, svolta nel reale e nel tempo del ticchettio delle gocce fatte acqua da un pulviscolo di nuvola. La vita sembra gioire agli attimi del giorno, anche se gioire sembra lasciarsi dietro i pensieri.
....continua...