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Oltremare

Amore

Vai al mare” mi hai detto, quando hai sentito che la mia voce si incrinava al pianto. Quando hai percepito tutto il mio smarrimento, lo sperdimento di chi si sente abbandonato in mezzo alla tempesta.

Vai al mare, ti farà bene”.

Non volevo, troppo grande il cielo quando sei inondata dalla cascata dei timori, avrei voluto solo rannicchiarmi e chiudere gli occhi, dormire per dimenticare, fare finta che nulla fosse successo, che quelle parole non fossero una sentenza, che la domanda su cosa fare rimbombasse come un boato in uno spazio infinito di nulla spezzando le pareti dell'anima.

L'ho fatto per te, perché non ti preoccupassi troppo, perché sapessi che ero in un luogo dove tutto fluisce e la paura si scioglie come un rivolo assorbito dalla sabbia.

C'era vento sulla spiaggia, un vento caldo che avvolgeva, si insinuava tra i capelli come una carezza, mi baciava veloce le guance esangui, si posava agli angoli degli occhi dove lacrime mute volevano scendere ma erano bloccate dalla diga della ricerca di perfezione, di impeccabilità, del mostrarsi sempre forte.

Ci sono arrivata quasi di malavoglia, la mente affollata di pensieri che quel vento ha presto disperso, gli occhi incantati dal blu profondo dell'acqua, dalla riga netta dell'orizzonte, da quella nuvola solitaria che si è sciolta davanti ai miei occhi.

Forse è proprio questo la vita nei momenti difficili, una nuvola scura e solitaria che incombe ed un vento lieve che la scioglie, che ne trasforma le linee, che ne cambia i connotati. La spiaggia era silenziosa e quasi deserta, la linea del porto cancellata da una leggera foschia. Quanti blu può assumere il mare? Stasera era profondo, colmo, pieno, deciso e netto, un taglio del mondo che incide il cielo. Ho camminato per poco, certi pensieri ti spezzano le gambe, ti inchiodano i muscoli, ti fanno fermare.

Ma forse non erano solo i pensieri, era quella parte di me che mi porta sempre alla salvezza.

Un muro caldo dove appoggiare le spalle, il sole abbacinante, la sua curva discendente prima della notte.

Ho aperto gli occhi dell'anima, ho guardato quello che mi circondava, ho cominciato a respirare. Occhi chiusi, occhi aperti, occhi chiusi, quello che vedevo l'ho assorbito perché invadesse ogni spazio, blu e arancio, una vela dispiegata che gridava libertà, il movimento ritmico di quei due folli che nuotavano in questo mare di profondo autunno.

Ho sentito amore ed ho restituito al mio sguardo la capacità di vedere, oltre.

Eri con me, mi hai circondato con il tuo abbraccio, mi hai fatto appoggiare al tuo petto, in silenzio abbiamo lasciato che parlasse la pelle e quel disco d'oro che scendeva lento trascinando nella sua scia l'oro del cielo. Sembrava l'assorbisse per farlo esplodere nell'ultimo guizzo prima che fosse inghiottito dal mare.

Ne è rimasto il segno, a lungo, continuavamo a vederlo ancora riflesso di indaco in quel cielo incendiato.

Il giorno è finito ma ha continuato a lasciare la sua scia a lungo, lì, in quel punto esatto dove si stavano accendendo le luci del paese, lì dove l'orizzonte si scoloriva trattenendo tenace il ricordo del sole mentre tutto intorno si tingeva di sera.

Mi hai stretta forte, sentivo il battito del tuo cuore ed il respiro caldo sul collo, non si può stare soli di fronte a tale bellezza, ne resterebbe monca di una parte, quasi un cerchio spezzato, un parola rubata dal vento, un bacio mai dato.

Insieme, colmi di stupore ad osservare il volo pigro di uno stormo di gabbiani che sembravano fuliggine nell'immensità del cielo.

Come in uno spettacolo allestito alla perfezione abbiamo sorriso della barca lenta dalla quale emergeva la figura solitaria di un pescatore, dei graffi del cielo delle scie degli aerei che spezzavano il tramonto con sprazzi di luce.

Ci sono momenti che durano un istante ma che restano eterni, li ho ancora qui, impressi negli occhi, quasi che quel tramonto sia diventato, oramai, una ruga del mio viso, una piega delle labbra, un ricciolo dei miei capelli.

Non volevo che il giorno finisse e la luce è rimasta ancora lì, ad accompagnare i respiri.

Vai al mare” mi hai detto.

Ci sono andata ed ho ritrovato la pace, la forza, il coraggio.

Ci sono andata ed ho trovato te.


Annamaria Barone 30/10/2014 23:08 1267

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2011, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori

Pagine: 208 - € 11
Anno: 2012 - ISBN: 9781471686214


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